Leone il patacaro si
vanta del nuovo regolamento urbanistico , ma basta leggere quello che
scrive su
questo il suo precedente assessore Domenic Bianco , per
capire che regalo fa alla città. Un regolamento nata già con una
variante e che variante , nientemeno che una bella discarica al
centro della città
Si vanta dei 600
mila euro avuti dalla regione per la zona artigianale , l'uomo non
conosce la parola riconoscenza perché e solo e grazie al lavoro
dell'ex assessore Bianco D. che sono arrivati quei soldi come avevamo
già scritto , infatti noi possiamo dire che mentre Domenico Bianco
lascia come eredità dei soldi , Leone ci ha regalato una discarica
in piena città , ma questo è un'altro capitolo che apriremo
Di Domenico Bianco :
La
costituente civica Forza Policoro, invita gli amministratori locali
di Policoro ad abbassare i toni del tutto inappropriati,
riservandoli, se vogliono, alla prossima campagna elettorale, e
chiede loro di confrontarsi sui dati reali del Regolamento
Urbanistico senza alcuna mistificazione.
Già
in passato – commenta Domenico BIANCO ex assessore della
cittadina jonica – insieme ad altri amministratori facemmo delle
osservazioni allo stesso Regolamento affinché venissero
salvaguardati i diritti acquisiti dei contribuenti che, per anni,
hanno pagato le tasse in questa città per tutti i terreni resi
edificabili dal PRG del 1999.
Quelle
osservazioni non sono mai state “bocciate” come qualcuno vuol far
credere bensì non essendo attinenti all’aspetto ambientale sono
demandate ai nuovi “obiettivi politici” (comparati dai
Progettisti nelle loro Relazioni) di scelte urbanistiche
discrezionali del Consiglio Comunale e per questo le riproporremo
perché, almeno per Noi, non è importante pensare al medagliere
amministrativo ma la priorità è l’interesse dei cittadini!
Anzitutto
chiariamo che definire “Villettopoli” e “anonima” la “città
giardino” pianificata in passato dell’Architetto Restucci, già
componente nel Consiglio Direttivo dell’ICOMOS–UNESCO per
la tutela del patrimonio mondiale nel settore dei monumenti e
dell’ambiente e nominato nel comitato internazionale per lo studio
ed il restauro della Basilica
di Sant’Antonio a Padova nonché
Presidente dell’Accademia
delle belle arti di Venezia,
sminuisce il ruolo dall’esimio Professore e dei seri ed altrettanto
capaci professionisti locali che, conoscendo il territorio, con
grande libertà ne hanno disegnato nel tempo l’evoluzione
architettonica oltre che paesaggistica.
Stravolgere
la “città giardino” quale forma ideale di sviluppo di una “città
marinara” come Policoro per affliggerla con concentrati di
volumetrie, 9 torri da 12 piani ognuna, e grandi condomini destinati
esclusivamente all’edilizia residenziale e popolare, contravviene a
qualsiasi logica di espansione e non è affatto giustificata dalla
lenta di crescita demografica degli ultimi anni.
Il
ritorno al passato, descritto dal Vicesindaco e Assessore ai LL.PP.
avv. E. Bianco, teso a prevedere sagome precostituite e puntuali
localizzazioni di edifici di uso prettamente abitativo, sacrificando
il definito “bubbone” del 90% in meno dei volumi destinati
al terziario (–450.000 mc.), assieme a quelli previsti nei singoli
comparti, dimostra la scelta politica di volere per Policoro solo e
soltanto abitazioni che alimenteranno “quartieri dormitori” per
di più distanti tra loro perché circondati da enormi polmoni di
verde di cui Policoro non dispone neanche di un modello di gestione
comunale.
Così
si alimentano speculazioni edilizie di poche imprese con
disponibilità economiche a danno di quelle locali e piccoli
risparmiatori.
Tale
criticità sarà maggiormente amplificata dalla previsione del +30%
(+ mc.152.198, oltre 500 alloggi) in più di edilizia abitativa
determinata, seppure marginalmente, anche dall’aver aggiunto altri
8,56 ettari (prima agricoli) del Comparto C.3/10 per mc.84.413
e per aver perequato anche dei volumi all’area “R” su via
Puglia in Ambito 1 ,a discapito delle confinanti proprietà.
Si
abbandona anche l’idea di creare un area periurbana a ridosso della
SS.106 ionica quale invito alla Città per far posto al “corridoio
ambientale” ed al Verde Urbano (ex VR 1/2 e B.6/1),
prevedendo la cessione di oltre 14 ettari al Comune in spregio alle
preesistenze e con sicuri aumenti dei costi di gestione e
manutenzione pubblica.
L’equità
sociale scelta dalla maggioranza che ha adottato il R.U. di ridurre
la volumetria privata di tutti i comparti del -35% (B6.1, ex D12/4a,
ex D.12/4b, ex D.12/5, C.3/2 e C.3/3 ) del -50% (Ambito 1
e 2, ex C.1/9, ex D.5, ) e del -70% (ex D2/2 e D2/3)
certo non ristora gli stessi proprietari di averci pagato le tasse
per oltre 17 anni! Cosa né pensano gli attuali amministratori se, al
contrario, fossero i cittadini proprietari a chiedere loro di
restituire oggi, dopo averci pagato le tasse, il 30% dello stipendio
(pubblico/privato) percepito negli ultimi diciassette anni per non
aver fatto ciò che avevano promesso?
Così
come la scelta di non difendere lo spoglio delle aree turistiche
alberghiere D7, D8 e D9 in località mare, quale scelta futura di
sviluppo turistico lascia in eredità ai policoresi?
Ed
ancora, si è fatta una seria valutazione sull’area industriale,
mai partita fino ad oggi, andando ora oltre i 10 anni di
pianificazione?
Chi
mai realizzerà, se non a spese dei cittadini, l’ambiziosa dorsale
meridionale considerata la mole ed il suo presumibile esoso costo di
realizzo?
Troverà
soluzioni condivise dai proprietari il complicato meccanismo di
perequazione concentrata?
Tanti
ancora i dubbi che lascia la proposta adottata e ci chiediamo: E’
pronta Policoro per una scelta orientata come nel R.U.?
Domenico
Bianco.