mercoledì 18 maggio 2016

Ma quale bandiera? Né verde, né blu, è bianca, anzi nera.

Le bugie nascoste sotto le bandiere turistiche: puro marketing e nulla di scientifico.
Di Giorgio Santoriello

Dobbiamo chiarire alcuni concetti: l’ambiente non è un’opzione attivabile sul nostro smartphone, né un procedimento amministrativo che segue confini catastali, la qualità ambientale non nasce premendo un interruttore né versando prebende o favorendo determinati salotti.
Come è possibile che Pisticci abbia riavuto la bandiera verde, ossia spiaggia consigliata a mamme e bimbi, se:
  • l’anno scorso abbiamo analizzato chimicamente i celebri fanghi neri denunciati da Andrea Spartaco con livelli prossimi alla soglia di contaminazione per boro e manganese, nonché tracce di idrocarburi e vari metalli pesanti;
  • a due chilometri dalla bandiera verde di Pisticci, l’Arpab ha confermato le anomalie radiometriche da noi rinvenute sulla sponda sinistra del Basento, ove la radioattività era 4 volte la soglia di fondo naturale in corrispondenza di banchi di sabbia nera;
  • la spiaggia ideale per i bambini è compresa tra Cavone e Basento, praticamente in due corpi idrici compromessiche portano in mare i rifiuti di discariche, depuratori non funzionanti, scarichi agricoli, le acque del SIN –Val Basento, etc…….
  • se la Procura di Potenza sta indagando l’Arpab per tutti gli omessi controlli come si fa a certificare la bontà di una costa se la Regione Basilicata non ha ancora adempiuto agli obblighi di legge (DM 56 del 2009 ) per certificare la qualità di sedimenti ed acque di transizione, quindi anche la costa;
  • se l’Arpab ha sempre e solo ricercato alghe e batteri fecali per la balneabilità delle acque, come facciamo ad avere bandiere di presunta salubrità se in Regione non funzionano i depuratori, abbiamo centinaia di pozzi nell’entroterra e non conosciamo le linee di percolamento delle nostre discariche, per non parlare dei pesticidi nelle falde;
  • se già nel 2006 nell’area del Porto degli Argonauti vennero rinvenute ripetute contaminazioni di falda da metalli pesanti;
e se Di Trani è un medico, come è possibile che un giorno dica dinanzi alle tv nazionali di non fidarsi di Arpab ed il giorno dopo trovi le certezze scientifiche per mandare madri e figli in quel tratto di costa nonostante il degrado ambientale ufficiale?
E per la serie: “Medici al Potere”, passiamo a Rocco Leone, sindaco di Policoro, che in preda al fantasma berlusconiano di Lopatriello, vive di annunci privi di valore. Ma Leone ha dimenticato la contaminazione da manganese ( oltre 40 volte la soglia di legge ) notificatagli a dicembre 2015 proprio a ridosso dell’Agri, lo stesso fiume che viene dal Pertusillo e dal distretto petrolifero della Val d’Agri?
Leone conosce i dati delle acque emesse dal depuratore di Policoro ed immesse nell’Agri? Conosce la qualità dei sedimenti? Conosce la qualità delle acque dei canali? Conosce l’impatto costiero dello scarico dell’Itrec? Leone conosce l’impatto degli altri pozzi eroganti o chiusi e ricadenti nel suolo comunale? Le fogne di alcune strutture costiere sversano tal quale in mare o tutti gli operatori turistici sono allacciati regolarmente alla rete fognaria? Leone ha mai chiesto ad Arpab di quantificare l’impatto ambientale di Marinagri?
Leone si rende conto che l’Arpab non divulga dati ambientali su Marinagri dal 2011 e che su quei pochi dati emessi ( 4 analisi per oltre un decennio ) vi erano comunque lacune e dinamiche da approfondire? Continuiamo a far finta di nulla, vivendo di accattonaggio politico e mediatico. Mentre Leone e Di Trani non hanno fatto nulla di concreto per: Tecnoparco, Val Basento, Itrec, monitoraggio pozzi, monitoraggio fitofarmaci nelle falde etc…. e mentre il Consorzio di Bonifica di Metaponto sta probabilmente usando il glifosate per diserbare i canali ( su questi ultimi mai condotta una ricognizione chimica ) noi pensiamo alle bandiere ed ai proclami perché la priorità è la stagione turistica costruita sulle bugie.
Due “pirati” altro che medici, l’unica bandiera che conoscono è quella nera, nero come il loro orizzonte. Abbiamo notificato a due associazioni di consumatori, all’ordine dei medici e dei pediatri, alla SIP (associazione pediatrica che conferisce la bandiera verde su dati Arpab!!! ) ed alla procura della repubblica il nostro punto di vista e la relativa documentazione scientifica in nostro possesso.
La Bandiera Blu, come quella Verde, non è sinonimo di qualità, basta informarsi un po’ di più su come viene conferita ( con parametri opinabili e parziali che non tengono conto del reale stato qualitativo del territorio ) anche a località ove gli impatti ed i disservizi ci sono, come Positano, Ravenna o San Vito Chietino, quest’ultimo bandiera blu ma con tratti di spiaggia non balneabile, contraddizioni di cui si è occupato con un’inchiesta il FattoQuotidiano tre anni fa. La bandiera blu non interessa alle grandi località…perché? Perché le bandiere vengono assegnate alle singole spiagge/approdi e non ai comuni? Perché in Italia siti contaminati ricevono la bandiera blu per singoli tratti di costa? La bandiera blocca di per sé l’inquinamento? Quali analisi ha allegato il Comune di Policoro per richiedere la bandiera? E Pisticci invece ha documentato per la bandiera verde di essere a valle di due SIN?