lunedì 14 marzo 2016

Amministrazione Leone: quando alcuni privati contano più del bene pubblico

Piano d’Ambito Policoro, progettato dall’ultimo incaricato, arch. Luigi Acito di Matera. Secondo il PTPM il piano ha una estensione di circa 550 ettari e comprende il territorio che va dalla SS 106 Jonica (sotto l’abitato di Policoro) per un fronte di 2 chilometri fino all’arenile del mare Jonio. All’interno del Piano d’Ambito c’è un’area di circa 135 ettari che va da via Fiume/via Trieste fino all’arenile (il PPE del Lido di Policoro risalente e normato dal PRG Lacava/Mecca del 1974), ed è compresa anche l’area dell’ex zuccherificio per una superficie di circa 30 ettari. La volumetria massima ancora insediabile all’interno del Piano d’Ambito è di circa mc 260.000=, e la volumetria fino ad oggi realizzata nel PPE del Lido circa mc 684.744 (così come si rileva dalla Relazione Illustrativa dell’arch. Acito).
Così come scritto nella 1^parte, nel 1997 si sarebbe dovuto riprogettare e normare (pianificare) in breve tempo, tutti i 550 ettari del Piano Ambito Policoro con il 2^ incarico dato all’urbanista Dioguardi dall’amministrazione Di Sanza/Lopatriello; così hanno scritto nella delibera approvata dal Consiglio Comunale, ma l’intenzione era solo di alzare un polverone, le vere idee dell’amministrazione Di Sanza/Lopatriello/Leone sono state quelle di non far nulla per l’Ambito, ma nel frattempo, a mezzo di piccole varianti urbanistiche particolari, cementificare la maggior parte delle aree del PPE Lacava/Mecca; infatti è dal 1998 in poi, che nel PPE Lacava/Mecca, nascono i villaggi RIVA AZZURRA, DEMETRA, OLIMPIA RESIDENCE……ecc. ed è dalla stessa data (1998) in poi che nell’area dell’ex zuccherificio avvengono vendite a privati, a mezzo di scritture private (con firme autenticate da notai) di immobili strumentali all’industria saccarifera di proprietà del “Consorzio produttori Bieticoli Saccariferi – CO.RE.B.S. Società Cooperativa a r.l., acquistati anni addietro dalla società “S.p.A. Zuccherifici Meridionali”. Dunque, la parcellizzazione dell’area ex-zuccherificio, risulta, come scrive l’arch. Acito: ” ad oggi, in parte abbandonata e in parte ri-occupata, ma senza una prospettiva d’insieme: in parte realtà spettrale e in parte area recuperata ma per pura necessità, con un risultato poco lontano dalle visioni apocalittiche di Blade Runner.” 
Fra le novità del piano Acito, che merita rilievo, vi è quella che estende le norme del Regolamento Urbanistico (in itinere), alla fascia rurale a valle della SS 106 Jonica, per, (scrive l’arch. Acito): “ favorire attività produttive, oggi necessarie per lo sviluppo economico della città e del territorio”.
 
Quindi, mi ripeto, l’arch. Rota, nel regolamento urbanistico, nella zona Sud della città rileva un eccessivo ed anonimo peso urbanistico del comparto direzionale/produttivo e lo riconverte verso la residenza, e l’arch. Acito, ad un chilometro più a valle, nel piano d’ambito, nella fascia in sinistra della SS 106, favorisce l’insediamento di attività produttive (una nuova zona artigianale-commerciale) in contrasto con la vocazione turistica del piano d’ambito.  
A POLICORO ABBIAMO UNA AMMINISTRAZIONE CHE INSEGUE CIO’ CHE ALCUNI PRIVATI SPONTANEAMENTE O PER NECESSITA’, LEGITTIMAMENTE O ABUSIVAMENTE, REALIZZANO NEL TERRITORIO.  
Una seconda novità importante del piano Acito, sempre nel PPE Lacava/Mecca del piano d’ambito, è:” la realizzazione di una spina di alberghi e servizi lungo il tratto terminale di via Lido (ultimo miglio),……….. per creare condizioni di uno sviluppo turistico superiore in grado di rispondere alla probabile richiesta di posti letto anche in occasione di ECOC 2019.” Sono previsti 60.000 metricubi a destinazione turistica-alberghiera e 32.000 metricubi a destinazione commerciale e per servizi, quando i due alberghi esistenti sonoin grave difficoltà economiche e non riescono a tenere il passo dati gli alti costi di gestione.
Durante l’ultima campagna elettorale del 2012, il candidato sindaco Gianni Di Pierri ha promosso un incontro sul turismo a Policoro, ed ha invitato il dott. Stefano Ceci, presidente di “Gh Group”-società di consulenza per operatori del turismo pubblici e privati; il dott. Ceci, prima dell’incontro, ha fatto un giro sul territorio di Policoro, e da persona esperta si è subito reso conto della situazione urbanistica/turistica e nell’incontro ha esordito, sintetizzando il suo pensiero in 7 punti :
1. “Abbiamo pensato per anni che il turismo in Italia si potesse contare contando i posti letto. Il turismo, al contrario, è mobilità, fruibilità, esperienza di viaggio”
2. “Non c’è futuro del settore se non attraverso una gestione integrata pubblico-privato. Le Apt chiuderanno tutte a breve”.
3. “Assistiamo alla morte della intermediazione turistica, quella dei tour operator. Internet ha fatto saltare il tappo. Sono morti i villaggi turistici. Il turismo torna nelle mani di chi lo fruisce”.
4. “Centralità dell’ospitalità. O si hanno b&b identitari del luogo e il personale è capace di gestire l’ospite, o si hanno strutture standard di qualità internazionali”.
5. “Il modello mare di Policoro non ha futuro, è fuori mercato. Servono modelli ecocompatibili ed ecosostenibili”.
6. “Anche la comunicazione turistica sta cambiando. Il web ha fatto morire  un sistema di marketing che si basava su slogan e volantini”.
7. “Serve rimettere nel circuito beni e patrimonio. Dare seguito ad un esproprio per decoro. Da quel che ho potuto vedere, il distretto turistico a Policoro ha fatto la fortuna degli speculatori”.
Una terza novità da evidenziare, è la “scelta obbligata” che fa l’arch. Acito, per pianificare l’area dell’ex zuccherificio, ossia l’ipotesi diricondurre volumetrie ed aree di pertinenza dell’ex zuccherificio ad un’unica proprietà pubblica per renderla disponibile ad unintervento unitario di restauro/valorizzazione con destinazione a servizi complessi e/o produzioni innovative nel settore turistico-culturale a valenza regionale e/o nazionale.  
 Viene introdotto un meccanismo perequativo/compensativo per i privati che hanno acquistato immobili strumentali dell’industria saccarifera; viene previsto un nuovo insediamento residenziale di 5 ettari per edificare 63.000 metricubi, contiguo alle residenze delle maestranze saccarifere, e un nuovo insediamento per attività produttive per altri 2,5 ettari per costruirvi altri 40.000 metricubi.
Se non fosse per questi nuovi 103.000 metricubi di edificazione, sarebbe il caso di dire che dopo 20 anni, si sarebbe tornato,per l’area ex zuccherificio, agli indirizzi e criteri di pianificazione territoriale della delibera di Consiglio n.68/1996, punto 2-a) ispirati dal sindaco Mario Arbia, ossia le destinazioni di “ipermercati o spazi fieristici, centro termale, beauty farm, parco tematico, giochi acquatici”riportate anche nella relazione della variante al P.R.G. e nella tavola DP 5 dello stesso Piano d’Ambito.
Infine, le aree agricole del Piano d’Ambito, tra la SS 106 Jonica e l’asse di via Fiume/via Trieste, un area di circa 385 ettarile più penalizzate se si escludono le aree della fascia a valle della SS 106 Jonica fino a via Bellini ed il podere Castelluccio; come detto nella prima parte, queste aree da circa 25 anni (dalla entrata in vigore della legge regionale n.3/1990 –piani regionali paesistici di area vasta) non hanno potuto fare nessuna nuova trasformazione edilizia, perché i loro progetti venivano automaticamente respinti con la motivazione che i loro interventi ricadevano in zona soggetta a pianificazione d’ambito secondo quanto previsto dal P.T.C.M. Per l’arch. Acito, tali aree vengono ricondotte ad una trasformabilità ordinaria e riportate alla loro destinazione “agricola” con gli agriturismi che rappresentano una componente integrativa e non sostitutiva; l’indice fondiario di fabbricabilità del fondo viene ricondotto a quello ordinario, 0,03 mc/mq la componente residenziale, e quella pertinenziale agricola/turistica 0,04 mc/mq. Per questi 385 ettari, di proprietà di piccole famiglie di coltivatori diretti, nessun beneficio urbanistico/turistico, hanno aspettato 25 anni (senza commettere abusi edilizi) per nulla; i benefici economici di una zona ad alto pregio naturalistico se lo hanno accaparrato imprese speculatrici e “amici” delle amministrazioni degli ultimi vent’anni.
In ultima analisi possiamo affermare che le finalità, i criteri, gli indirizzi, il valore paesistico, la vocazione turistica della zona Piano Ambito è irrimediabilmente compromessa per la politica clientelare e nefasta del centrodestra policorese.
Biagio Padula
Tratto da Karakteria