sabato 31 maggio 2014

I petrolieri farebbero della Basilicata un solo 'buco'

di Eugenio Bonanata

A pochi giorni dal 4 giugno, giorno in cui il ministro Guidi arriverà in Basilicata per ridisegnare i
futuri assetti delle estrazioni petrolifere, il dibattito si infiamma. Assomineraria (Associazione italiana per l'industria mineraria e petrolifera) punta l'indice contro la lentezza della burocrazia lucana. Fosse per loro farebbero un sol 'buco' della Basilicata


“Non esiste alcuna comprovata correlazione negativa tra attività petrolifera e i settori dell'agricoltura, pesca e turismo. Queste attività possono coesistere con successo in uno stesso territorio”. E' questo l'incipit di un comunicato diramato da Assomineraria, a seguito di un incontro tenuto a Roma lo scorso 27 maggio. Inoltre la stessa Assomineraria, nella quale si riconosce il gotha dei petrolieri italiani, ha annunciato un dossier che verrà presentato il prossimo 4 giugno in occasione dell'arrivo in Basilicata del ministro Guidi, che incontrerà il Governatore Pittella. In quel 'dossier' è contenuto il j'accuse, verso una regione, la Basilicata, in cui le “burocrazie” locali e gli “ambientalisti” costituirebbero un freno allo “sviluppo”. Il loro sviluppo, ovviamente. Perché in Basilicata la “coabitazione” tra estrazioni petrolifere e agricoltura, ad oggi, ha determinato solo uno scempio. Sarebbe troppo facile argomentare con un controdossier. I dotti petrolieri non hanno mai visitato Viggiano e il Centro Oli dell'Eni. Lì vicino, un tempo c'era un'area fiorente per l'agricoltura. C'era il vino doc dell'Alta Val d'Agri. C'erano le mele, l'olio, il miele. E tutt'ora si cerca di sponsorizzare il pecorino (canestrato) di Moliterno. L'avvento delle trivelle dell'Eni in Val d'Agri, invece, ha 'divorato' quelle sane produzioni. Vengano a chiedere a questi agricoltori disperati come stanno coabitando le loro produzioni con le estrazioni. Si informino sul perché centinaia di contadini hanno deciso di appendere la zappa al chiodo maledicendo il comparto delle estrazioni. Si informino su quanto è aumentato il ricorso di queste popolazioni all'Ospedale Oncologico regionale. Si informino, i petrolieri, sui livelli di contaminazione da idrocarburi del lago del Pertusillo, che rifornisce di acqua potabile la vicina Puglia. E poi sui danni arrecati dallo smaltimento degli scarti petroliferi. Che da Viggiano giungono in Val Basento, a Tecnoparco, e poi finiscono nel fiume Basento. Anche lì idrocarburi e terre abbandonate. Uno scempio su cui sta indagando l'Antimafia di Potenza. Le trivellazioni stanno riducendo un'intera regione ad una cloaca che inghiotte veleni. Veleni che riaffiorano nella falda e nei terreni. Ma gli interessi delle multinazionali, evidentemente, non guardano in faccia al dolore e alla violenza ambientale. Il loro obiettivo è solo renderli meno amari. Mettendo sul piatto dello sviluppo la medicina 'palliativa' delle royalties. Soldi, un miliardo di euro negli ultimi 10 anni. Classe politica e cittadini trattati come gli Ottentotti dell'Africa australe. E' questa la verità che il lucano medio e i 'media' non riescono ad accettare. Troppo obnubilati dal profumo dei 'bigliettoni' sventolati davanti agli occhi. E' questa l'ecatombe lucana spacciata per 'sviluppo regionale'.
tratto da basilicata24.it