martedì 21 gennaio 2014

Rimborsopoli, riprende il processo: ora tocca alle difese. Mortoranno ex assessore alla sanità chiede il rito abbreviato

 Soltanto martedì scorso il Consiglio regionale, “d’urgenza”, ha varato la leggina “anti Rimborsopoli”, quella con la quale impedire la decadenza dei consiglieri indagati rieletti (che nel caso del governatore Pittella vorrebbe dire fine anticipata della legislatura) almeno per quanto attiene il “filone” che riguarda il possibile risarcimento danni che la Regione Basilicata, costituitasi parte civile, potrebbe chiedere. Leggina del tutto illegittima , addirittura si profilano per i fatti reati che potrebbero aggravare la già difficile situazione dei consiglieri coinvolti in questa vergognosa storia
Ieri mattina,  sono tornati in tribunale a Potenza per una nuova udienza davanti al gup Petrocelli che, entro marzo, dovrebbe decidere sulle richieste di rinvio a giudizio dei pm Basentini e Marotta. Il processo riprenderà con le prime discussioni da parte delle difese anche se resta da verificare proprio come si comporterà la Regione rispetto alle posizioni di De Filippo e degli ex assessori per i quali non è stata accolta la richiesta di parte civile rispetto agli altri consiglieri indagati. Per i 33 i cui ci sono il presidente Pittella , e i con i consiglieri Mollica , Castelluccio, Napoli , Benedetto insieme ad altri 30  delle ultime due legislature   le accuse sono peculato e false attestazioni per aver indebitamente percepito rimborsi per decine di migliaia di euro. L’ex assessore regionale alla Sanità della Basilicata, Attilio Martorano, imputato nel processo sulla gestione dei rimborsi percepiti dai consiglieri e dai gruppi regionali tra il 2009 e il 2010, verrà giudicato con rito abbreviato così come richiesto dal suo avvocato.
 L’accusa sostiene che i consiglieri indagati  avrebbero ricevuto rimborsi sulla base di documenti fiscali fasulli o manipolati. Di fatto l’indagine di Gdf, polizia e carabinieri avrebbe scoperchiato un sistema ben articolato di appropriazione «illecita di denaro della Regione Basilicata». Rimborsi a consiglieri e assessori per alberghi e viaggi che, secondo un’informativa del 16 novembre 2012 della squadra mobile, ammonterebbero a 500mila euro annui. Di questi, ovviamente, non tutti sarebbero rimborsi illeciti. Ma gli stessi investigatori precisano che «l’Ufficio di presidenza», l’organo preposto alla verifica, «non ha mai provveduto al controllo incrociato delle fatture e/o ricevute prodotte dai Gruppi consiliari con quelli prodotti da ogni singolo consigliere regionale».
Così sono sorti i dubbi sui 500mila euro (annui) elargiti dalla Regione. E nelle oltre 6mila pagine di incartamento giudiziario sono stati individuati sospetti illeciti. Banchetti conviviali per mogli e figli e pernottamenti in hotel con amanti.
Risultati «probatori imbarazzanti» che dimostrerebbero lo sperpero di denaro «nell’arco del 2010 e del 2011». Soldi della Regione ottenuti con «documenti» che avrebbero avuto «un grado di fittizietà e falsità spesso totale». Centinaia di documenti fiscali fasulli, «allegati in modo affannoso» dai consiglieri e assessori indagati, «senza alcuna riconducibilità a specifici eventi politici o istituzionali».