Entro il 31 dicembre
bisogna “sbloccare” i pagamenti altrimenti rischiamo di perdere “35
milioni” di
finanziamenti europei. Lo ha detto 3 giorni fa l'organismo di sorveglianza
regionale sui fondi per l'agricoltura. E se fosse un escamotage per rendere
ancora più blandi i controlli sui requisiti?
Il solito pianto natalizio. La storia si ripete
ogni anno a dicembre. Se non vengono “subito” erogati i soldi agli agricoltori
e agli enti locali, si rischia di perdere la torta dei finanziamenti. Ma chi
eroga i soldi? L'Arbea (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura). Un
ente subregionale che già nel 2009 ha avuto una multa di 86 milioni di euro da
Bruxelles proprio per aver assolto male al compito di istituto pagatore. E
l'anno successivo, era il 2010, per lo stesso motivo si è vista togliere la
'patente' di ente erogatore dal Ministero per l'Agricoltura. Eppure il
carrozzone cammina ancora. E pesa, sulle tasche dei contribuenti, oltre 4
milioni di euro l'anno.
A dicembre 2011 la delibera che semplifica le istruttorie. Come se nulla fosse,
però, la Regione Basilicata ha continuato a dare una mano all'Arbea, non agli
agricoltori. A dicembre del 2011, infatti, il Dipartimento regionale
Agricoltura, per evitare “il disimpegno dei fondi”, attraverso due delibere ha
optato per 'istruttorie semplificate'. E' scritto nelle delibere: “Visto che le
richieste di anticipazione del contributo da parte dell'agricoltore non vengono
presentate a causa dei lunghi tempi previsti per il rilascio di autorizzazioni
da parte delle pubbliche amministrazioni”, allora si cambia regime. “La documentazione
viene presentata in seguito”, ma può essere “sostituita dalla firma del
direttore progettista attestante le autorizzazioni necessarie”. Da un lato si è
semplificato il lavoro di dirigenti e funzionari dell'Arbea, dall'altro si è
creato un sistema rischioso. E' nata una strana corsia a disposizione di chi
volesse giocare con quei fondi a suon di truffe e mendaci dichiarazioni? Tanto,
poi, chi controlla?
Anche quest'anno “rischio” perdita fondi. Perseverare è
diabolico. Se ogni anno a dicembre si ripresenta lo stesso rischio di perdere
“fondi europei” o è inefficiente l'Arbea con il suo codazzo di 68 dipendenti
poco operativi durante l'anno, oppure è il sistema, a monte dell'erogazione di
quei fondi, che non funziona. Oppure, ed è la peggiore delle ipotesi, è un
sistema fatto apposta per non funzionare e per favorire alcuni soggetti,
pubblici e privati, affamati di 'fattorie agricole'. Intanto, una mano lava
l'altra, i massimi funzionari di Arbea prendono 100 mila euro l'anno solo di
premi risultato. E il servizio fornito agli utenti?
Il pesce puzza dalla testa. Ma se fosse una piovra? Qualche giorno fa, il 13 dicembre, si è riunito l'organismo
regionale di sorveglianza dei fondi Feasr. E ha parlato del possibile
“disimpegno di 35 milioni di euro”. Ma lo ha fatto dando la colpa alle
calamità. Per la serie: “Gli agricoltori lucani beneficiari del contributo non
stanno inoltrando le domande di pagamento a causa delle alluvioni e di un
difficile momento congiunturale, che costringe le imprese a rallentare gli
investimenti approvati”. Ma non sarà solo un modo per rendere ancora più
“semplificate” le istruttorie, magari grazie ad una leggina ad hoc di fine
anno? In questo modo gli istruttori di pratiche dell'Arbea non andrebbero
troppo sotto stress. E allo stesso tempo si asseconderebbe l'istinto famelico
di qualche sciacallo dei finanziamenti. Il pesce puzza dalla testa, ma se fosse
una piovra, avrebbe troppi tentacoli. La Corte dei Conti, che da diversi anni
ha messo le mani sulla 'malagestio' Arbea, avrà il suo bel da fare. Stesso
dicasi per la magistratura ordinaria.
di Eugenio Bonanata
tratto da Basilicata24.it