A destra della foce dell'Agri: un cantiere a cielo aperto a due passi da Marinagri
Dune divelte, ampi tratti dell’arenile eroso, massi e teloni di
plastica
ammassati, vecchi canali insabbiati ed ormai sommersi,un cantiere edile a cielo aperto in evidente stato di abbandono, calcestruzzo e sabbie ammassati dovunque in enormi quantità, boe di segnalazione pericolo per blocchi di calcestruzzo sommersi, aironi stupendi, sentinelle impotenti di fronte a un degrado annichilente.
Benvenuti sulla spiaggia di Policoro, a destra della foce del
fiume Agri. Una spiaggia sì demaniale ma circondata dal perimetro di proprietà
Marinagri, (il mega complesso turistico). Una vera e propria enclave comunale
off limit per i cittadini.
Come se fosse passato un tornado. I pettini realizzati da Marinagri sono sottodimensionati,
infatti il loro effetto difensivo si esaurisce in poche decine di metri e
l’erosione visibile già a Scanzano in località Terzo Madonna, la ritroviamo
anche sul versante policorese con fenomeni erosivi che arrivano a creare
dislivelli anche fino ad 1,70 mt di altezza.

Mentre ci avviciniamo alla spiaggia/cantiere, vediamo una boa di
pericolo, segnale che stando ai racconti di qualche navigatore più esperto, 10
anni fa non esisteva. Oggi si, perché nel raggio di 100-150 metri dall’attuale
linea di costa, ciò che oggi è sommerso sorgeva sulla linea di costa, ed i
blocchi di materiale edile che affiorano a pelo d’acqua non sono arenaria di un
porto greco o romano, ma dell’”antica” Ittica Val D’Agri. Ai ruderi dell’Ittica
si aggiungono altri materiali sommersi che non siamo stati in grado di definire
né fotografare.
Chi pagherà questo scempio? Quello che abbiamo visto ci è bastato per
andarcene più
schifati di prima, tristi per tutti quegli uccelli marini costretti a muoversi
tra cemento, plastica e rottami ferrosi. E questa dovrebbe essere la perla del
turismo lucano, nazionale, europeo? Marinagri è un bellissimo sogno,
trasformato in capriccio e degenerato in progetto, perché dopo questa visione
alcuni dubbi escono rafforzati. L’erosione della costa non doveva esserci e le
foto dicono il contrario, l’intrusione delle acque marine non doveva esserci ma
da ciò che abbiamo visto almeno superficialmente potrebbe essere già in corso,
ergo Marinagri vuole decidersi a divulgare questo Piano di Monitoraggio
previsto per legge? È stato redatto oppure è inesistente come le benedette
fidejussioni ambientali? Ora che chilometri di spiaggia sono stati modificati
permanentemente chi pagherà questo scempio ambientale?
Distruggere l’arenile, terreno demaniale inalienabile e non
modificabile, in quel modo è sinonimo di disastro ambientale. Questo non è
turismo
eco-compatibile, è solo onagrocrazia.
(Articolo Tratto da Basilicata24 e scritto da Giorgio
Santoriello). Si ringrazia Ottavio Frammartino per il supporto logistico
fornito per realizzare il servizio.