E' di oggi la notizia che i conti della regione basilicata
sono in rosso , anzi in profondo rosso parafrasando un vecchio film Horror di
Dario Argento. E' tanto vero quello che scriviamo, che il quotidiano della
basilicata oggi apre la prima pagina con la notizia che non si hanno neanche i
soldi per la benzina delle auto blu. Ma come si è potuto arrivare a tanto, non
è facile da spiegare , ma noi tenteremo di farlo , così come racconteremo da
qui al voto i furti di risorse pubbliche , soldi della collettività utilizzati
a fini privati , rimborsopoli raccomandopoli , in poche parole il saccheggio
delle risorse e delle opportunità perpetrati da una politica di Maggioranza e
opposizione , che ancor prima del governo Letta avevano sperimentato in
Basilicata le larghe intese del Magna Magna. Facciamo questo perchè il 17-18
novembre quando andremo a votare lo dobbiamo fare nella consapevolezza di come
ci hanno ridotto, e noi per quel che è possibile vogliamo togliervi
qualsiasi alibi al del famoso detto "io non sapevo"
Questo che noi scriviamo sono fatti che non sentirete
nei comizi ne dai candidati di Maggioranza ne da quelli della fantomatica
opposizione del PDL e ne avete avuto prova domenica ai primi comizi , sono
tutti garantisti , e non fa niente che sono sotto gli occhi di tutti gli
scontrini e le fatture alterate , sono anche certi gli alberghi pagati alle amanti con i soldi dei contribuenti
, i candidati PD -PDL vogliono parlare di proposte e soluzione la solita
minestra riscaldata , figuratevi se non ci sono riusciti le prime file a
trovare le soluzioni anzi siamo nella merda e quelli sono sempre la a tirare come pupari i pupazzi
, cosa ci dobbiamo attendere dalle seconde file ? Tra l'altro costoro sono
figli del sistema e nel sistema si sono fatti strada e hanno contribuito
affinché prosperasse . Cominciamo da Lontano , questo fatto che già
avevamo raccontato sul questo blog ma lo riprendiamo perche è emblematico
di come ci hanno saccheggiato , ed è il ritrovamento di un documento che ha del
Clamoroso, che prova come sono scomparsi
dalla mattina alla sera 1000 ripetiamo mille miliardi nell'accordo di programma
sul petrolio
L''accordo di programma che avrebbe regolato i rapporti fra
Regione Basilicata e compagnie petrolifere esistono due versioni, quasi
identiche. Quasi, appunto! Il 18 Novembre 1998, l'Ufficio stampa della Regione
Basilicata diffuse la seguente notizia "sottoscritto a Roma l'accordo sul
petrolio tra Eni e Regione Basilicata". Il tono dell'allora Presidente
della Giunta, Prof. Angelo Raffaele Di Nardo, fu inequivocabilmente improntato
a quello dei momenti storici: "Abbiamo
la consapevolezza di aver dato, oggi, il via ad una nuova e concreta stagione
di sviluppo per la Basilicata... Ora la parola passa al territorio, alle sue
espressioni municipali, alle forze sociali, sindacali e imprenditoriali, perché
insieme al Governo regionale sappiano gestire l'accordo e realizzare, con
spirito solidale, lo sviluppo diffuso della regione".
In generale, sembra che tutto quell'ottimismo non abbia trovato
alcun riscontro in questi 15 anni. L'unica che si è ulteriormente diffusa,
nella nostra sciagurata regione, è la crisi economica e industriale. Mentre i
barili di petrolio che giornalmente escono dalle viscere del territorio lucano
lasciano solo fanghi e liquami inquinanti. Non è ancora ben chiaro quanto
petrolio si estragga. Incredibile constatare che la prevista commissione di vigilanza sull'estrazione
non sia mai insediata.
Ma, torniamo al
"Protocollo d'intenti segnalando una significativa "scoperta" frutto
della nostra passione per l'indagine documentale. Esiste un'altra versione del
"Verbale d'intesa tra la Regione Basilicata e l'Eni", risale a
qualche mese prima del fatidico novembre 1998. È quasi identico a quello
"ufficiale". Quasi! Leggiamo a pagina 3 sulla carta intestata del
Consiglio Regionale simil-pergamena: "Eni
si impegna a realizzare un'azione di promozione imprenditoriale nell'area con
l'obiettivo di consentire il recupero dei livelli occupazionali realizzati
nell'ambito della prossima attività di cantiere, nonché di realizzare le
condizioni per un ulteriore sviluppo manifatturiero e di servizi finalizzato
alla creazione di nuova occupazione dell'ordine di 3.000 addetti".
La frase (e i tremila) sono del tutto assenti nell'altro documento e, pare,
nella realtà del "diffuso sviluppo" odierno. Evidentemente una
qualche contrattazione dovrà essere intercorsa fra Eni e Regione, un qualche
scambio e una qualche rinuncia saranno intervenuti. Magari unilaterale e capite
bene da quale dei due lati. Pochi righi oltre, sempre sulla carta intestata regionale:
"Eni, anche per conto del partner
Enterprise Oil Italiana, si impegna a: 1b) sostenere direttamente investimenti
nel settore industriale, agricolo, turistico e dei servizi, per un ammontare
non inferiore a 1.000 miliardi di lire, in tre anni...". Attualizzando,
significa entro il 2001. Nel documento "Accordo sul petrolio" non
abbiamo più trovato traccia dei 1.000 miliardi. Così come non siamo
riusciti a reperire alcun documento ufficiale che facesse riferimento a questa
montagna di soldi investiti "nel settore industriale, agricolo, turistico
e dei servizi". Forse dobbiamo ricorrere allo spirito napoletano e
supplire con la fantasia allo sviluppo diffuso che non c'è ed immaginarci uno
sviluppo finanziato con i soldi "fijuti" che possono essere sostituiti
da qualche barile di petrolio. Peccato che "il Presidente Di Nardo - che
era accompagnato dagli assessori Bubbico,
Colangelo, Chiurazzi, De Filippo e Mattia" non sia riuscito ad
ottenere quanto sembrava già concordato. E
adesso, votate, Lucani, votate questi……….i, se ne avete lo stomaco!
NON SUCCEDE CHE NON SUCCEDE MA SE SUCCEDE............
NON SUCCEDE CHE NON SUCCEDE MA SE SUCCEDE............