Di Michele Finizio
In questa campagna elettorale lucana vorrei che qualcuno proponesse un
programma chiaro, comprensibile, ma soprattutto credibile. Un programma chiaro
deve rispondere a poche domande: che cosa, entro quando, come, con quali
competenze e, soprattutto, con quali soldi. Queste non sarebbero domande
difficili e le risposte neanche. Ma la presunta chiarezza non basta. C’è un
punto sul quale nessuno, dico nessuno, al momento, ha dimostrato di essere
capace. Questo punto riguarda la credibilità delle proposte e di chi le
sostiene. Si chiama indicatore di risultato. Un programma credibile è di per se
un piano strategico di sviluppo, seppure in sintesi, che spiega quali risultati
si intendono raggiungere, come raggiungerli, con quali risorse, in quanto
tempo. Questi risultati vanno preventivamente comunicati agli elettori non a
chiacchiere, ma con dei numeri inequivocabili. Faccio degli esempi. Dire“ci impegneremo a dare
lavoro ai giovani”, è una chiacchiera inconsistente. Dire “porteremo il tasso di
occupazione giovanile da n% a n+% entro tre anni, con queste misure precise e
con queste risorse”, è una cosa seria. Dire “aiuteremo le famiglie
povere” è una chiacchiera senza fondamento. Dire “porteremo la percentuale
di famiglie povere dal 28% al 10% in tre anni, con queste misure precise e con
queste risorse”, è una cosa seria. Ma c’è ancora un tassello
mancante alla credibilità di un programma elettorale così fatto. Il tassello
mancante è dato dal livello di affidabilità, di onestà e di serietà di chi fa
le proposte. Come si misura il livello di affidabilità e di serietà di chi fa
le proposte? Semplice: chi promette dei risultati misurabili entro un periodo
stabilito deve mettere in conto le proprie dimissioni nel caso quei risultati
non fossero raggiunti. Da un candidato serio, onesto e affidabile mi aspetto
che dica: “Raggiungerò
questo risultato che tu cittadino puoi misurare, se non lo raggiungo mi dimetto
e non mi ricandido”. Staremo a vedere.
tratto da basilicata24