venerdì 7 giugno 2013

Riceviamo e Pubblichiamo : Gianni di Pierri: Il silenzio degli altri

Credo di poter affermare che nel consiglio comunale di Policoro del 4 giugno abbiamo davvero toccato il fondo. Lo spettacolo offerto alla città è stato indecoroso.
Il Sindaco, il primo cittadino di Policoro, accecato dall’idea che l’opposizione – peraltro attenendosi rigorosamente ai fatti ed alle questioni all’ordine del giorno – possa svolgere seriamente il suo ruolo e contestarne l’operato, si è lasciato andare ancora una volta, in preda ad un’ira più incontrollabile del solito, a feroci invettive personali e gravissime offese gratuite dirette, appunto, ad alcuni dei suoi più tenaci oppositori, così sperando, forse, di sviare il dibattito e colmare il vuoto di contenuti nascondendo al contempo l’incapacità di risolvere i problemi evidenziata irrimediabilmente e documentata da una parte della minoranza.
Gli esponenti dell’opposizione, peraltro, a loro volta, giammai hanno rivolto offese al Sindaco se non – inevitabilmente – per replicare alle sue “esternazioni” del tutto fuori luogo e pur avendo, probabilmente, validi motivi e magari idoneo materiale per poterlo fare.
Molte cose, ripetono in tanti, si giustificano in politica.
Io però personalmente ritengo, e non mi pare di essere il solo, che alcune cose siano davvero intollerabili, e tra queste di certo le offese personali, gli attacchi relativi alla vita privata, le lesioni alla dignità ed alla onorabilità di ogni individuo, il tutto senza considerare che ogni consigliere comunale rappresenta la città il che dovrebbe indurre quanto meno il primo cittadino  a riflettere sulla opportunità di offendere – attraverso un consigliere – l’intera comunità che egli stesso rappresenta.
Ma c’è addirittura  qualcosa, secondo me, di ben più grave : “il silenzio degli altri”.
Sono convinto che molti dei componenti della maggioranza si siano intimamente dissociati dall’inqualificabile comportamento del primo cittadino, come si evince dalle riprese audio del consiglio e da affermazioni fatte “a microfoni spenti”, ma credo che tutto questo non basti.
Credo, al contrario, che il “doveroso” ed ossequioso cenno di approvazione, lo sguardo di compiacimento, il sorrisetto, rivolti a chi fa violenza verbale contro una persona, ma anche lo stesso silenzio e l’indifferenza, siano comportamenti altrettanto colpevoli quanto l’offesa stessa.
Anzi, quando tali atteggiamenti provengono da chi è normalmente più portato al rispetto e capace di autocontrollo, la responsabilità è ancora maggiore.
Per questo, ancora una volta, così come ho fatto in consiglio comunale, chiedo al Sindaco di rendersi conto della gravità del suo comportamento e di rivolgere le sue scuse a chi è stato da lui più incivilmente ed immotivatamente offeso.
Se ciò non avverrà chiedo ai membri della sua maggioranza di prendere le distanze – altrettanto pubblicamente – da questo inaudito ed inaccettabile modo di fare.
Il valore in gioco, si badi, è – primo fra tutti - la dignità delle persone.
Questo sì – e non le morali da quattro soldi - sarebbe un bel gesto che concretamente contribuirebbe a rasserenare un clima eccessivamente teso così finalmente evitando che nel consiglio comunale prevalgano i rancori ed il folklore e creerebbe i presupposti per riprendere (o forse iniziare) un dialogo politico di certo anche duro ma costruttivo, nell’interesse esclusivo della città, volto alla soluzione dei tanti problemi che la affliggono.

Questo il mio modesto auspicio, con il grave dispiacere di dover affrontare questo penoso argomento mentre la città ha ben altre urgenze cui noi tutti siamo tenuti a dare risposte.