Credo di poter
affermare che nel consiglio comunale di Policoro del 4 giugno abbiamo davvero
toccato il fondo. Lo spettacolo offerto alla città è stato indecoroso.
Il Sindaco, il
primo cittadino di Policoro, accecato dall’idea che l’opposizione – peraltro
attenendosi rigorosamente ai fatti ed alle questioni all’ordine del giorno –
possa svolgere seriamente il suo ruolo e contestarne l’operato, si è lasciato
andare ancora una volta, in preda ad un’ira più incontrollabile del solito, a
feroci invettive personali e gravissime offese gratuite dirette, appunto, ad
alcuni dei suoi più tenaci oppositori, così sperando, forse, di sviare il
dibattito e colmare il vuoto di contenuti nascondendo al contempo l’incapacità
di risolvere i problemi evidenziata irrimediabilmente e documentata da una
parte della minoranza.
Gli esponenti
dell’opposizione, peraltro, a loro volta, giammai hanno rivolto offese al
Sindaco se non – inevitabilmente – per replicare alle sue “esternazioni” del
tutto fuori luogo e pur avendo, probabilmente, validi motivi e magari idoneo
materiale per poterlo fare.
Molte cose,
ripetono in tanti, si giustificano in politica.
Io però
personalmente ritengo, e non mi pare di essere il solo, che alcune cose siano
davvero intollerabili, e tra queste di certo le offese personali, gli attacchi relativi
alla vita privata, le lesioni alla dignità ed alla onorabilità di ogni
individuo, il tutto senza considerare che ogni consigliere comunale rappresenta
la città il che dovrebbe indurre quanto meno il primo cittadino a riflettere sulla opportunità di offendere –
attraverso un consigliere – l’intera comunità che egli stesso rappresenta.
Ma c’è
addirittura qualcosa, secondo me, di ben
più grave : “il silenzio degli altri”.
Sono convinto
che molti dei componenti della maggioranza si siano intimamente dissociati
dall’inqualificabile comportamento del primo cittadino, come si evince dalle
riprese audio del consiglio e da affermazioni fatte “a microfoni spenti”, ma
credo che tutto questo non basti.
Credo, al
contrario, che il “doveroso” ed ossequioso cenno di approvazione, lo sguardo di
compiacimento, il sorrisetto, rivolti a chi fa violenza verbale contro una
persona, ma anche lo stesso silenzio e l’indifferenza, siano comportamenti
altrettanto colpevoli quanto l’offesa stessa.
Anzi, quando
tali atteggiamenti provengono da chi è normalmente più portato al rispetto e
capace di autocontrollo, la responsabilità è ancora maggiore.
Per questo,
ancora una volta, così come ho fatto in consiglio comunale, chiedo al Sindaco
di rendersi conto della gravità del suo comportamento e di rivolgere le sue scuse
a chi è stato da lui più incivilmente ed immotivatamente offeso.
Se ciò non
avverrà chiedo ai membri della sua maggioranza di prendere le distanze –
altrettanto pubblicamente – da questo inaudito ed inaccettabile modo di fare.
Il valore in
gioco, si badi, è – primo fra tutti - la dignità delle persone.
Questo sì – e
non le morali da quattro soldi - sarebbe un bel gesto che concretamente
contribuirebbe a rasserenare un clima eccessivamente teso così finalmente
evitando che nel consiglio comunale prevalgano i rancori ed il folklore e
creerebbe i presupposti per riprendere (o forse iniziare) un dialogo politico di
certo anche duro ma costruttivo, nell’interesse esclusivo della città, volto
alla soluzione dei tanti problemi che la affliggono.
Questo il mio
modesto auspicio, con il grave dispiacere di dover affrontare questo penoso argomento
mentre la città ha ben altre urgenze cui noi tutti siamo tenuti a dare risposte.