mercoledì 1 maggio 2013

Contro la «banda dei rapaci» classaction dei lucani derisi

Contro l’audace «banda dei rapaci» bisognerebbe costituire una class-action da parte dei lucani. Per
lesa reputazione di una comunità. Per lo sberleffo nazionale a cui hanno condannato questa regione e la sua gente. Perché il prezzo delle macerie che la classe politica ci ha consegnato lo stanno pagando tutti. Comprese le tante persone perbene che, dopo essere inorridite per la voracità dei politicanti (messa a nudo dall’inchiesta), ora avvertono anche il peso insostenibile della loro vergogna. I «gattopardi» magari continueranno a essere ostinatamente convinti che, passata la bufera (e non siamo a questo punto), poi tutto verrà dimenticato. Come sempre.

Così rimuginano sul che fare perché tutto cambi affinché le cose possano rimanere esattamente come prima: la stella polare che ha orientato fatti e misfatti di un ceto politico. Ma stavolta potrebbe non andare così. A partire dal disastro del Paese. Dal rischio concreto della dissoluzione della stessa Basilicata. Altro che macro-regioni. Bisognerebbe liberarsi dalla sindrome del comandante che eroicamente abbandona la nave che affonda. 

Ma chi glielo grida ai nostri: «Salga a bordo, c...»? In prospettiva urge chiedere a disonesti e corrotti di accomodarsi a casa. Insieme a tutti coloro che, a diverso titolo, hanno tradito il patto d’onore stretto con i rappresentati. A chi si è ampiamente dimostrato incapace di svolgere il proprio ruolo pubblico, ma capacissimo di curare il proprio «particulare » . Secondo: occorre chiamare a raccolta la parte integra e competente della comunità e della sua classe dirigente per un’assunzione di responsabilità. Sia chiaro: l’integrità morale è da considerarsi il pre-requisito irrinunciabile per essere ritenuti degni di un ruolo di rappresentanza. La valutazione politica non può che fondarsi su quello che si è capaci di fare. E va misurata in base a concreti risultati. Terzo: anche da quanto sta emergendo dalle indagini, non tutto è uguale a tutto. E l’attività politica (al netto di bisbocce, scontrini raccattati e chilometriche liste della spesa) comporta oggettivamente alcuni costi, proprio perché non può essere attività delegata in esclusiva ai miliardari. 

Ma oggi, chi dovesse acconsentire ad assumere pubbliche responsabilità, dovrà calzare sandali francescani. Per penitenza di colpe consumate dai «cannibali» di cui sopra, per spirito di sobrietà imposto dai tempi grami e dalla sofferenza sociale patita da gran parte della popolazione. Ma anche per restituire decenza a ciò che di nobile ancora resta nell’impegno per la cosa pubblica. Nell’idea di una politica come servizio. Patrimonio prezioso che il malcostume dilagante ha indegnamente infangato.

dalla gazzetta del mezzogiorno

1 commento:

  1. Spero che la Magistratura vada fino in fondo alla voracità dei politicanti lucani e che , questi voraci personaggi restituiscano ai lucani il maltolto e soprattutto la perduta dignità ! Devono essere allontanati dalla gestione della "res pubblica " , vista la rapacità dimostrata e non si può più affidare alle segreterìe politiche la scelta dei candidati , bensì bisogna essere cauti e guardare soprattutto l'onestà morale e la disponibilità al servizio al popolo ! Basta con questi individui che vogliono un posto al sole ...il sole è di tutti !!!Corona per aver estorto denaro ad un ricco gli hanno dato 7 anni di carcere , per questi LADRONI che hanno rubato al popolo di Basilicata ...carcere a vita ??? Mi auguro di non trovarmeli più davanti alle sezioni elettorali !!!

    RispondiElimina