lunedì 15 aprile 2013

Ci state togliendo anche la dignità.


L'economia reale

pubblicato daKarakteria in data 15 aprile 2013
E' una storia veramente terribile. Di quelle che raccontano quello che stiamo diventando e che invece non dobbiamo diventare.
Lui è Romeo Dionisi, muratore disoccupato di 63 anni, che non aveva ancora i contributi per la pensione, avanzava qualche migliaio di euro dal suo ex datore di lavoro e ne doveva quasi 10mila al fisco e alla previdenza.
Lei è Annamaria Sopranzi, 68 anni, sua moglie da una vita, 500 euro di pensione minima con cui campavano in due. Vivevano a Civitanova Marche dove fino a qualche anno fa si viveva benino. Sono morti in un garage per non disturbare.
Erano anziani, erano per bene, erano poveri. Anzi molto peggio: erano diventati poveri un pò alla volta. Succede allora che la paura diventa ossessione e ti spolpa i pensieri togliendoti la capacità di immaginare soluzioni diverse. Pensate che il Presidente del Consiglio Comunale, che viveva in quello stesso condominio, si era offerto di farli accedere entrambi ai servizi sociali. Ma il signor Romeo si era rifiutato. L'orgoglio e la dignità di una vita intera hanno impedito a quella coppia in disgrazia di rendere pubblico il proprio disagio. Aveva risposto a quell'offerta con una lettera che non era nient'altro che il proprio curriculum, in cui si dichiarava disposto a qualunque manovalanza. Qualunque manovalanza a 63 anni.
Era il 5 aprile del 2013, giovedì, mentre laggiù nel Palazzo, fuori dal mondo ci si interrogava su qual era il ruolo dei saggi, sulla spaccature del Movimento 5 Stelle e su un fantomatico "governo a bassa intensità politica", che non so cosa voglia dire e neppure lo voglio sapere.
Quel giorno il signor Romeo e la signora Maria hanno deciso che bastava così. Hanno riposto in frigo i resti del pranzo del giorno, un pò di carote grattugiate e qualche scheggia di formaggio, e hanno posato il portafoglio vuoto sulla dispensa. Poi hanno scritto un biglietto per chiedere scusa a tutti, sono scesi nello scantinato e si sono impiccati.
Il fratello di lei, Giuseppe, che viveva con loro, appena trovati i corpi ha cominciato a deambulare per il paese come un automa. Poi, arrivato al molo, si è gettato in mare.
Ecco: quanti Romeo Dionisio, Annamaria e Giuseppe Sopranzi ci sono? Quante persone si ritrovano improvvisamente a contare le carote e i pezzi di formaggio dopo magari aver provato a vivere una vita modesta, senza grandi pretese? Quante persone si sentono paralizzate dalla vergogna, dalla paura di quella povertà che si avvicina?
Mi piacerebbe dire loro, senza retorica: "Non c'è niente di cui avere vergogna. Niente di cui avere paura".
Vorrei che l'ombra, solo l'ombra di queste tre persone, fosse proiettata verso il Palazzo della politica. Che si trasformasse come il fantasma di Banquo nel Macbeth e li tormentasse mentre si accingono a celebrare i loro riti inconcludenti. Che li invitasse a prendere le loro decisioni: bisogna fare presto. Ecco, io non voglio più leggere queste storie.
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Finiva proprio così, Massimo Gramellini, il giornalista che aveva preso a cuore la storia di Romeo, di Annamaria, di Giuseppe nel suo racconto al pubblico che ascoltava (Rai3, Che tempo che fa, sabato 6 aprile 2013): "Io non voglio mai più leggere queste storie.
Ma allora cosa possiamo fare perchè non accadano più?
La povertà in Europa sta crescendo ogni giorno di più: 10milioni di poveri in più rispetto al 2008, 26 milioni di disoccupati. Senza contare coloro che poveri già lo erano. Sono gli stessi Romeo Dionisi e i fratelli Sopranzi ad averci lasciato la traccia per capire da dove quella povertà è entrata. Qual è la fessura da cui il fiume della povertà si è infiltrato fino ad allagare le loro vite. L'origine del loro male, l'hanno scritta nell'ultimo bigliettino della loro vita...
Se il fisco, la previdenza, ti chiedono soldi su una ricchezza che non hai, allora vedi, allora ti rendi conto dov'è che nasce la povertà. E' lì, in quella parte della loro storia, che i conti non tornano. Tu hai da vivere, o hai solo vissuto, ma nei bilanci della politica quelle che sono state le tue spese o che ancora devono essere - ad esempio il condominio che devi ancora pagare - per loro non valgono. Non vale che tu abbia pagato o ancora da pagare la casa. Non vale che tu abbia pagato o ancora da pagare le bollette della luce e dell'acqua. Non valgono, per loro, il prezzo che tu hai pagato per quelle carote e per quel formaggio o quel frigorifero su cui hai poggiato il portafoglio vuoto e l'ultimo biglietto.
Non vale che tu abbia pagato o peggio ancora da pagare il condominio (il luogo dove primo si rende pubblico il tuo disagio). Il condominio, il luogo dove ancora per molti la dignità non consente di dire che tu non sei più in grado di sostenere le tue spese. E ti fa insinuare il pensiero di come fare a sparire, ti fa crescere il seme della vergogna e della disperazione. Sparire tu come le tue spese, che la politica ha già fatto pubblicamente sparire dalla dichiarazione dei redditi....
E allora ti rendi conto che quella dichiarazione dei redditi non misura realmente le spese che ti sono necessarie a vivere. E' una dichiarazione che non da valore a te e alla tua esistenza. Quella dichiarazione dei redditi che dovrebbe riportare l'attenzione della politica sulla realtà effettiva dei tuoi bisogni e delle tue spese, invece ti porta il fantasma dell'Agenzia delle Entrate. E' quella che ti porta la paura di aprire ogni busta che ti arriva a casa o sul lavoro.
Un fantasma che ti dice: tu diventerai povero ma per me non avrai conto. Tu non esisti, la tua vita non risulta sulla mia carta e io continuerò a prendere le tue risorse fino a che non ti rimarrà nemmeno lo spazio per vivere. Quello spazio che tu volevi proteggere con il tuo lavoro; il tuo lavoro che ritenevi così importante per provvedere proprio a quelle spese necessarie.
E' una storia terribile, di quelle che ti raccontano come stiamo diventando. Una storia che ti dovrebbe raccontare come non dovremmo diventare se solo imparassimo a riconoscere che è venuto il tempo di rendere inviolabile il diritto di vivere. Inviolabile perfino in economia. Soprattutto in economia.
Per questo quelle spese, le spese che servono per vivere, devono entrare nella dichiarazione dei redditi delle persone. Per questo noi sosteniamo e ti invitiamo a sostenere il progetto dell'associazione dei cittadini per la giustizia fiscale (http://www.scaricaretuttotutti.it): quelle spese - tutte le spese che servono per vivere - devono entrare nella dichiarazione dei redditi delle persone!

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