mercoledì 21 luglio 2010

Si riapre il giallo dei "fidanzatini di Policoro. Vince la sete di verità di Olimpia


Indicata riesumazione dei corpi per ricercare tracce di omicidio
Matera, 21 lug. (Apcom) - Si riapre il giallo dei "fidanzatini di Policoro". Il gip del Tribunale di Matera, Rosa Bia, ha respinto la richiesta di archiviazione del caso di Luca Orioli e Marirosa Andreotta, i giovani fidanzati di Policoro (Matera) trovati morti nel bagno di casa della ragazza il 23 marzo del 1988. La richiesta di archiviazione, la quarta nel corso degli anni, era stata avanzata dal pm Rosanna De Fraia, ma per il giudice Bia il caso va approfondito. La morte dei due era stata definita in un primo momento come "incidente domestico". Secondo l'ufficiale sanitario incaricato degli accertamenti subito dopo il ritrovamento dei cadaveri, Luca e Marirosa erano morti per folgorazione a causa del malfunzionamento di uno scaldabagno difettoso che però, successivamente, continuerà a funzionare correttamente. I corpi, trovati nudi nel bagno, lei nella vasca e lui a terra, non furono sottoposti ad autopsia e già il giorno dopo vennero eseguiti i funerali. Seguirà un procedimento contro la ditta produttrice della stufetta e un'indagine per omicidio a carico di un amico di Luca che però verrà chiusa nel 1998 con un'archiviazione perché giudicata "persona estranea ai fatti". Nel 1996, a seguito di perizie dagli esiti diversi e di foto scattate sulla scena del ritrovamento che mostravano i corpi in posizioni differenti, il gip dispone la riesumazione dei corpi e il criminologo Francesco Bruno, incaricato dalla famiglia Orioli, rileva "lesioni violente" sui corpi dei ragazzi e, in particolare, "una ferita lacero-contusa alla nuca di Marirosa", "il gonfiore ai testicoli di Luca" oltre a "macchie e puntini rossastri interpretabili come segni di pressione e trascinamento". Altre perizie si sono susseguite nel corso degli anni fino all'ultima richiesta di archiviazione per incidente domestico che il gip di Matera ha rigettato. Nell'ordinanza il giudice ha anche indicato al pm di dare incarico ad un consulente affinché valuti l'eventuale riesumazione dei corpi "alla ricerca di tracce di una morte cagionata da terzi". Per il giudice ci sono infatti indizi che escluderebbero la morte accidentale e una nuova autopsia sui cadaveri potrebbe definitivamente chiarire le dinamiche che causarono la morte dei ventenni ed appurare eventuali responsabilità. "Sono emozionatissima" ha detto Olimpia Fuina, madre di Luca Orioli, che da 23 anni lotta perché si faccia luce sulla morte del figlio. "Questa - ha concluso - è una decisione attesa e sofferta ma finalmente un segno concreto che porterà alla verità".

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