Da Matera le smentite: «Il senatore? Mai conosciuto» E già si pensa a un colpo basso su mandato politico
MATERA - La società si chiama “Vincitù Srl”. Ha sede a Ottaviano, a due passi da Napoli, ed è gestita per il cinquanta per cento da un certo Pasquale e per l’altro cinquanta dal re delle scommesse: don Renato Grasso, un imprenditore in odor di camorra che ha capito che il videopoker nell’era dell’Adsl era superato. Ha aperto agenzie in tutto il Sud Italia e in Basilicata, sospetta la procura antimafia di Napoli, ne controlla una a Policoro.Una sala scommesse che fino a qualche anno fa era di Franco Stella, direttore dell’Associazione delle piccole e medie imprese di Matera, ora candidato a guidare la Provincia per il centrosinistra. La trattativa, per conto di don Renato, l’ha curata un commercialista massone, ben introdotto nella Napoli bene: Antonello Luciano che, secondo gli investigatori, è l’uomo che, si legge negli atti che il Quotidiano ha potuto consultare, «predispone gli strumenti contabili, finanziari ed economici per consentire il riciclaggio del denaro e l’intestazione fittizia di società» della holding del gioco d’azzardo. Franco Stella con l’inchiesta non c’entra niente. E le sue telefonate con il commercialista gli investigatori non le avrebbero neanche trascritte se non fosse saltato fuori il nome del senatore Marcello Dell'Utri. E’ lui, il candidato presidente per il centrosinistra, a dire al commercialista di poter parlare con il senatore innamorato dei diari del Duce d’Italia Benito Mussolini e ideatore del partito del presidente del consiglio Silvio Berlusconi? Il 27 maggio del 2007 - come rivela il settimanale l’Espresso - il commercialista chiama Franco Stella. La società di don Renato ha un problema con i monopoli di Stato che minacciano di revocare alcune licenze. «L’ex politico della Dc dall'eloquio forbito non si fa pregare e chiama in diretta, con l’altro telefono, Marcello Dell’Utri. Mentre il commercialista di Grasso ascolta, Stella chiede a Dell’Utri di bloccare la revoca. Poi chiamaanche un magistrato della Corte dei conti e gli chiede di intervenire». L’Espresso la racconta così. Stella probabilmente non conosceva i trascorsi del commercialista. Per lui, fino a ieri, era uno stimato professionista napoletano.«Un conoscente», conferma al Quotidiano. E probabilmente quella telefonata a Dell’Utri era solo una millanteria. Ma sarebbe facile credere il contrario. Perché Stella è uno che a destra fino a qualche tempo fa ci sguazzava bene. Un uomo del suo entourage è ai vertici dell’Ugl e nella sua lista, dicono, ci sono candidati che provengono dal centrodestra. Uomini come Antonio Galtieri da Ferrandina, Cosimo Damiano Cinnella e Tommaso Perniola di Matera. E poi, se le trascrizioni degli investigatori sono giuste, Franco stella è uno che parla male dei comunisti. Ma la telefonata è disturbata. Le voci, come spiega il giornalista dell’Espresso Marco Lillo sul numero che da ieri è in edicola, si sentono solo in sottofondo. Qualche parola potrebbe essere stata fraintesa e trascritta male. Altrimenti sembrerebbe strano che un paio di anni dopo a lanciarlo alla guida della Provincia di Matera sia proprio un ex comunista. A Potenza raccontano di una telefonata del deputato Antonio Luongo. Sarebbe partita da lui l’iniziativa. Perché «Stella è uno che piace ai dirigenti di sinistra e pesca voti anche a destra». E’ il candidato giusto per la competizione di quest’anno. «E questa storia è un imboscata di qualche tiratore scelto», dicono negli ambienti del Pd. La dichiarazione, non ufficiale, è accompagnata da un discorso politico non facile da decriptare: «La coperta stava diventando troppo corta per alcuni. Ecco il perché di questi attacchi». Lui, invece, questa la racconta così: «Quella società l’ho venduta e l’azienda che l’ha comprata aveva le carte in regola e il certificato antimafia ». E il commercialista? «E’ un conoscente». E la telefonata per bloccare la revoca delle licenze? «Ma quale revoca? Era per una richiesta di dilazione». Spiega: «La società aveva dei ritardi con i pagamenti e le autorizzazioni erano a rischio». E lei è intervenuto? «Era solo per un rinvio. Lo prevede la legge». Tutto trasparente. E il senatore Dell’Utri? «Non lo conosco ». Mai conosciuto? «Mai». Era una millanteria con il commercialista? «I chiarimenti arriveranno con una nota predisposta dai miei avvocati».
f.amendolara@luedi.it
MATERA - La società si chiama “Vincitù Srl”. Ha sede a Ottaviano, a due passi da Napoli, ed è gestita per il cinquanta per cento da un certo Pasquale e per l’altro cinquanta dal re delle scommesse: don Renato Grasso, un imprenditore in odor di camorra che ha capito che il videopoker nell’era dell’Adsl era superato. Ha aperto agenzie in tutto il Sud Italia e in Basilicata, sospetta la procura antimafia di Napoli, ne controlla una a Policoro.Una sala scommesse che fino a qualche anno fa era di Franco Stella, direttore dell’Associazione delle piccole e medie imprese di Matera, ora candidato a guidare la Provincia per il centrosinistra. La trattativa, per conto di don Renato, l’ha curata un commercialista massone, ben introdotto nella Napoli bene: Antonello Luciano che, secondo gli investigatori, è l’uomo che, si legge negli atti che il Quotidiano ha potuto consultare, «predispone gli strumenti contabili, finanziari ed economici per consentire il riciclaggio del denaro e l’intestazione fittizia di società» della holding del gioco d’azzardo. Franco Stella con l’inchiesta non c’entra niente. E le sue telefonate con il commercialista gli investigatori non le avrebbero neanche trascritte se non fosse saltato fuori il nome del senatore Marcello Dell'Utri. E’ lui, il candidato presidente per il centrosinistra, a dire al commercialista di poter parlare con il senatore innamorato dei diari del Duce d’Italia Benito Mussolini e ideatore del partito del presidente del consiglio Silvio Berlusconi? Il 27 maggio del 2007 - come rivela il settimanale l’Espresso - il commercialista chiama Franco Stella. La società di don Renato ha un problema con i monopoli di Stato che minacciano di revocare alcune licenze. «L’ex politico della Dc dall'eloquio forbito non si fa pregare e chiama in diretta, con l’altro telefono, Marcello Dell’Utri. Mentre il commercialista di Grasso ascolta, Stella chiede a Dell’Utri di bloccare la revoca. Poi chiamaanche un magistrato della Corte dei conti e gli chiede di intervenire». L’Espresso la racconta così. Stella probabilmente non conosceva i trascorsi del commercialista. Per lui, fino a ieri, era uno stimato professionista napoletano.«Un conoscente», conferma al Quotidiano. E probabilmente quella telefonata a Dell’Utri era solo una millanteria. Ma sarebbe facile credere il contrario. Perché Stella è uno che a destra fino a qualche tempo fa ci sguazzava bene. Un uomo del suo entourage è ai vertici dell’Ugl e nella sua lista, dicono, ci sono candidati che provengono dal centrodestra. Uomini come Antonio Galtieri da Ferrandina, Cosimo Damiano Cinnella e Tommaso Perniola di Matera. E poi, se le trascrizioni degli investigatori sono giuste, Franco stella è uno che parla male dei comunisti. Ma la telefonata è disturbata. Le voci, come spiega il giornalista dell’Espresso Marco Lillo sul numero che da ieri è in edicola, si sentono solo in sottofondo. Qualche parola potrebbe essere stata fraintesa e trascritta male. Altrimenti sembrerebbe strano che un paio di anni dopo a lanciarlo alla guida della Provincia di Matera sia proprio un ex comunista. A Potenza raccontano di una telefonata del deputato Antonio Luongo. Sarebbe partita da lui l’iniziativa. Perché «Stella è uno che piace ai dirigenti di sinistra e pesca voti anche a destra». E’ il candidato giusto per la competizione di quest’anno. «E questa storia è un imboscata di qualche tiratore scelto», dicono negli ambienti del Pd. La dichiarazione, non ufficiale, è accompagnata da un discorso politico non facile da decriptare: «La coperta stava diventando troppo corta per alcuni. Ecco il perché di questi attacchi». Lui, invece, questa la racconta così: «Quella società l’ho venduta e l’azienda che l’ha comprata aveva le carte in regola e il certificato antimafia ». E il commercialista? «E’ un conoscente». E la telefonata per bloccare la revoca delle licenze? «Ma quale revoca? Era per una richiesta di dilazione». Spiega: «La società aveva dei ritardi con i pagamenti e le autorizzazioni erano a rischio». E lei è intervenuto? «Era solo per un rinvio. Lo prevede la legge». Tutto trasparente. E il senatore Dell’Utri? «Non lo conosco ». Mai conosciuto? «Mai». Era una millanteria con il commercialista? «I chiarimenti arriveranno con una nota predisposta dai miei avvocati».
f.amendolara@luedi.it
Mah..... se il buongiorno si vede dal mattino..... speriamo bene, ma a parte queste cose, che per me possono essere solo speculazioni, vediamo il dato politico. Come possono i comunisti accettare che un anticomunista sia il loro candidato presidente? E' sufficiente dire che "i comunisti li ho voluti io?", del resto se ora il risultato è incerto e pende dalla parte di Labriola, figuriamoci senza comunisti. E poi qual'è questa nuova scuola politica che vede uno che, l'ha dichiarato lui stesso, ha votato Buccico essere poi il candidato del c.s.? Scusate ma non ci capisco più niente!! Anzi, scusate la volgarità , ma quando ci vuole.... non ci capisco più un cazzo!! E forse sarebbe meglio una volta per sempre finirla di chiamarci comunisti visto come maltrattiamo decenni di storia e quintali di libri di ideologie e speranze! Hasta la victoria????
RispondiEliminaIl pd chiunque si definisce di sinistra odia i comunisti ma al contempo preferisce farseli alleati perchè in campagna elettorale potrebbero scoprire tanti altarini. Anche se non hanno da spartire alcunchè. mi meraviglio che in nome dell'antiberlusconismo si facciano portare a spasso da i vari voltagabbana. Gli daranno qualche posto in giunta , 1 pò come avvenne a Policoro , però poi l'agibilità politica non ce l'avranno e non potranno muoversi, perciò cornuti e mazziati.
RispondiEliminasperiamo bene