ALL’ITREC di Rotondella, da 30 anni, un impianto è attivo solo per mantenere in sicurezza le barre di uranio e torio che gli americani ci hanno lasciato in custodia e di cui non sappiamo cosa farne. Così la trasmissione Report andata in onda l’altro ieri sera su Rai tre ha riportato alla ribalta la questione del nucleare che non riguarda solo la Basilicata ma anche altre regioniitaliane. La puntata del programma condotto in studio da Milena Gabbanelli ha affrontato il tema: de “L’eredita”.
Dove l’eredità è quella del nucleare. Spegnere le centrali dopo che il referendum dell’87 aveva abrogato il nucleare è costato agli italiani circa 9 miliardi di euro. Soldi usciti dalle tasche delle famiglie con le bollette della luce per risarcire l’Enel del mancato guadagno e per mantenere in sicurezza gli impianti, che dopo 20 anni sono ancora lì con tutto il loro carico radioattivo. Un'eredità che nessun governo fino a oggi ha saputo affrontare. Ci avrebbe dovuto pensare la Sogin, una società pubblica nata nel 1999 al momento della privatizzazione, da una costola dell'Enel. «Ma fino a oggi - ha sostenuto Sigfrido Ranucci, autore del servizio la Sogin ha solo provveduto ad allontanare le barre di combustibile dagli impianti e neppure da tutte». Altre 47 barre, contenenti 150 kg di plutonio sono in quella di Trino Vercellese: entrambe sono sulla riva del fiume più grande d’Italia. Nella centrale del Garigliano non sanno più dove mettere i rifiuti, in quella di Borgo Sabotino hanno il problema della grafite radioattiva che non si può spostare se non si trova il sito definitivo. A La Casaccia a 25 chilometri da Roma c’è il più grande deposito di rifiuti radioattivi d’Italia, circa 7 milametri cubi ed è al limite. Ci sono poi 5 chili di plutonio che possono essere usati per fini militari e che da due anni sono in un deposito dove l’impianto antincendio, dopo aver provocato u’'esplosione, deve ancora essere omologato. A Saluggia il problema più grande l’hanno avuto per lo svuotamento di una vecchia piscina che dal 2004 perdeva liquido radioattivo minacciando la falda: avrebbe causato un centinaio di casi di contaminazione interna. Alla fine sul territorio italiano si contano oltre 30.000 metri cubi di rifiuti radioattivi, che diventeranno 120.000 dopo lo smantellamento delle centrali previsto per il 2020. Tutta roba che dovrebbe essere seppellita in un deposito nazionale. Nel 2003, dopo il fallimento di Scanzano Jonico, il governo Berlusconi aveva dichiarato che sarebbe stato ultimato entro dicembre. Ma oggi del deposito non si sa ancora nulla.
Ho trovato questo in rete: http://www.archivionucleare.com/index.php/2008/11/04/energia-nucleare-democrazia-legame/#more-681.
RispondiEliminaMolto interessante, perché fa capire che troppa gente in Italia parla non sapendo e non informandosi prima...
Mentre ho trovato moltissime info interessanti qui: http://www.facebook.com/group.php?sid=f0605012fb3bdb53c56675f92e46c951&refurl=http%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fs.php%3Fref%3Dsearch%26init%3Dq%26q%3Dnucleare%26sid%3Df0605012fb3bdb53c56675f92e46c951&gid=25429349247
perchè non si organizzano manifestazioni per mettere in sicurezza quei rifiuti? io mi chiedo il perchè si parla ma non si fa niente. ma si è solo manifestati quando doveva essere fatto il centro di raccolta nazionale di scorie a scanzano. mica sarà un problema politico? allora se nonn è un problema politico tutte quelle organizzazioni no alle scorie perchè non si oprganizzano e fanno qualche manifestazione.
RispondiEliminase vuoi rispondimi?
di manifestazioni dal 2003 ce ne sono state tante anche davanti al centro enea
RispondiEliminachiediti se hai mai partecipato ?
nst
io ho sempre partecipato però secondo me è un problema politico. questa secondo te è un risposta? bhu.....
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