Quando il capitano Salvino Paternò, Comandante della Compagnia di Policoro, si imbattè nel caso dei "fidanzatini di Policoro" (Luca e Marirosa trovati senza vita nella stanza da bagno il 23 marzo del 1988) si accorse subito che le indagini sino ad allora svolte erano state condotte con estrema approssimazione. Nel corso degli eventi successivi al suo interessamento ebbe a formarsi un’idea ben più precisa e, purtroppo, grave di tanta inspiegabile (apparentemente) approssimazione. Riportiamo alcuni stralci delle dichiarazioni rese dall’Ufficiale (oggi colonnello) al Dr. Luigi de Magistris nell’ambito del procedimento "Toghe Lucane". Non abbiamo le risposte agli interrogativi che pone il Colonnello Paternò alla ricerca di spiegazioni circa il comportamento del magistrato Dr. Vincenzo Autera che, con le sue decisioni, ostacolò di fatto ogni tentativo di giungere ad una qualche attendibile ricostruzione dei fatti, delle circostanze e delle testimonianze di quanti erano a vario titolo coinvolti nella tragica vicenda umana dei due ragazzi di Policoro. Forse potrà giungere ad una qualche comprensibile verità, l’inchiesta che è stata incardinata presso la Procura di Salerno e che vede il citato magistrato imputato per favoreggiamento. Paternò: "… non lo so, se serve una mano per interrogare VALECCE, perché insomma un consulente tecnico che arriva a fare una cosa del genere (perizia accertata come falsa), un motivo sotto ci deve essere! Il Dottore Autera disse: No, non é necessario, ho disposto una nuova consulenza tecnica, ho dato l’incarico al professore STRADA e quindi per il momento aspettiamo l’esito di questa consulenza tecnica, non ci muoviamo. Il professore STRADA fa la sua consulenza, conclude con l’ipotesi sempre di morte accidentale dovuta ad avvelenamento da monossido di carbonio. Ora, io non sono un criminologo o un esperto, però insomma a me, ad intuito sbirresco, era una cosa che... cioè praticamente che non aveva senso… Il Dott. Strada concluse la sua perizia con quello che apparve subito come un altro e forse ancor più clamoroso "errore" peritale: morte per monossido di carbonio. Continua Paternò: "…E a questo punto insomma, vado dal dottore Autera e gli dico: Allora, l’avvelenamento da monossido di carbonio non regge e qua c’è la dichiarazione della Giannotta (madre di Marirosa, ndr), la porta era aperta e d’altronde lo stesso professore STRADA che si é preso tutti gli atti, basta che leggeva il verbale della Giannotta reso nell’88, a pochi giorni dall’evento, se ne sarebbe potuto rendere conto. Io continuo a sostenere che per me é un evento omicidiario, che andrebbe approfondito, io Le chiedo la delega per le attività investigative". Il dottore Autera a questo punto decise di fare una nuova consulenza tecnica". Il racconto del Col. Paternò, a questo punto viene interrotto dalla domanda dell’Ufficiale di PG: "La terza consulenza"? "La terza, la terza..." è la risposta perentoria del Colonnello. Dott. De Magistris: "delega voi"? Paternò Salvino: "No, delega ancora niente". Il terzo incarico peritale, il Dr. Vincenzo Autera lo conferì al Prof. Umani Ronchi di Roma. Della sua perizia Salvino Paternò riferisce: "…il professore Umani Ronchi, io partecipai a questa riesumazione, individuò nella regione occipitale della ragazza una ferita lacero contusa di sette centimetri di lunghezza. Quindi una notevole fuoriuscita di sangue c’era stata per quel caso. E quindi loro conclusero che non c’erano elementi per escludere il duplice omicidio, ma c’erano elementi per escludere qualunque morte accidentale. Ecco, a questo punto, finalmente, chiedo la delega per le indagini... di aprire un caso per omicidio. Sennonché viene disposta una nuova consulenza tecnica, quella al professore dottor Lattarulo, il quale conclude nuovamente per morte per elettrocuzione". Nella "fredda" trascrizione presente in atti, non è dato di cogliere il tono della voce né l’espressione del viso della domanda-replica del Dr. De Magistris: "La delega non ve l’ha data ancora?". È facile immaginare il sussulto con cui De Magistris avrà posto la domanda, lo stesso sussulto che qualsiasi persona di buon senso e normali funzioni cerebrali avrà provato nel leggere questo assurdo resoconto. Risponde Paternò Salvino: "No. Morte per elettrocuzione". La delega il Colonnello Paternò non la ebbe mai. Né l’hanno avuta i carabinieri di Policoro alla riapertura del caso relativo al duplice omicidio di Luca e Marirosa nella primavera del 2008. Ma anche questa volta, singolarmente, alla richiesta di una nuova e completa perizia autoptica e radiografica avanzata dalla madre di Luca la Procura di Matera ha risposto senza rispondere. La D.ssa Defraia ed il Dr. Chieco hanno trasmesso gli atti all’Unità Analisi Crimine Violento di Roma. Chiedendo loro se ritengono opportuno, ai fini dell’indagine, eseguire gli esami richiesti. Una scelta propria dei titolari delle indagini demandata ad un organismo che, solitamente, le indagini le esegue. E su questa richiesta di valutazione si sono consumati altri sei mesi di inoperosità. Cosa impedisce di procedere, finalmente, ad accertare le responsabilità in questo efferato, duplice omicidio? (Tratto dal Il Resto )
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