sabato 6 settembre 2008

LETTERA APERTA AI DIPENDENTI DEL CENTRO ENEA - TRISAIA


Le intenzioni della lobby nucleare-militare e del governo Berlusconi guidata dal ministro ligure Scajola sul rilancio del nucleare in Italia dopo le grandi enunciazioni entra nella seconda fase, quella del rastrellamento dei fondi pubblici. Consci che il nucleare non è competitivo economicamente, visto che nessuna impresa privata investirebbe in questa energia pericolosa(altro che proclami di Edison). La lobby nucleare con le azioni di governo ha iniziato a raschiare il fondo del barile(vista la crisi economica) per recuperare fondi pubblici che possono permettere la sopravvivenza della lobby stessa. Il modo è semplice, basta recuperare soldi da altre attività effettuando tagli a programmi e alle teste pensanti. La futura fusione paventata Sogin -Ansaldo nucleare (azienda ligure per l'impiantistica nucleare) farà sì che i soldi pagati dagli italiani in bolletta elettrica per il decommissioning diventeranno cassa comune nella nuova società. Come se non bastassero i ritardi che Sogin ha accumulato nel decommissioning nazionale e gli sprechi denunciati dalla stampa nazionale ( Espresso).La fusione dell'ente della protezione ambientale APAT con altri istituti come ICRAM, INFS in IRPA (Istituto per la Ricerca e la Protezione Ambientale) permetterà di ottimizzare i fondi delle varie agenzie per canalizzarli in appropriati progetti di ricerca. Smembrando l'APAT è anche molto meglio controllare chi fino a adesso ha controllato il decommissioning e chi farà il nucleare. Ma la cosa grave che purtroppo riguarda anche questo centro è la missione che l'Enea ha accettato con il suo presidente Paganetto, quella di formulare il nuovo piano nucleare nazionale. Paganetto ha a sua disposizione un patrimonio che si chiama Enea(Ente Nazionale per l'EnergiaAlternativa).Paganetto non ha mai nascosto le sue intenzioni nucleariste ed è fondatore con Chicco Testa dell'associazione PYMBY ,ossia uno studio mediatico per far digerire le discariche alle amministrazioni e ai cittadini (contro NYMBY, ossia compensatemi e potete fare tutto quello che volete nel mio giardino). Un patrimonio come l'Enea con i suoi finanziamenti su innumerevoli studi e ricerche e le sue vere teste pensanti come i ricercatori possono essere canalizzati o meglio ancora messi da parte per favorire la ricerca e le attività sul nucleare .L'Italia dopo l'America cerca partner sulla produzione nucleare anche in Russia( vedi la costruzione nella ligure Fincantieri di una nave per il decommissioning russo di Sogin pagata dal Ministero dello Sviluppo Economico).Un futuro inquietante è prospettato sulle maestranze dei centri Enea che hanno progetti e ricerche sulle vere energie del futuro, quelle pulite e rinnovabili. Nello specifico non possiamo accettare che il centro della Trisaia dopo tanti programmi e finanziamenti investiti (per citare ad esempio gli ingenti fondi Legge 64 e perfino il Patto dei Giovani )sia dirottato sulla ricerca nucleare.Non possiamo accettare che dopo anni di danni urbanistici arrecati al Comune di Rotondella a causa della posizione di questo centro, non siano restituiti al territorio i frutti di tanti investimenti, che non sono i posti di lavoro, ma un contributo valido per lo sviluppo del territorio, che si chiama agricoltura avanzata, nuove tecnologie ed energia pulita. NO Scorie ha un progetto per Trisaia che si chiama scuola per l'energia rinnovabile, propedeutica ad una filiera industriale sulle nuove tecnologie e alle energie pulite. Non è un progetto utopico, basta ottimizzare le risorse in positivo al contrario di come fa il governo sul nucleare. No Scorie ha sempre chiesto una riconversione del centro in facoltà universitaria e la restituzione delle barre di Elk River all'America.Creare una scuola oltre a generare valore aggiunto alle conoscenze attuali attiverebbe un volano economico per difendere gli attuali posti di lavoro e per svilupparne altri indotti all'esterno. Dopo le istituzioni ora chiediamo a voi dipendenti di difendere voi stessi da programmi e attività che possono distruggere le vostre professionalità e che invece potrebbero essere utili allo sviluppo economico delle generazioni future e del territorio che vi appartiene. SUBITO RICONVERSIONE DI TRISAIA IN UNIVERSITA' DELL'ENERGIA PULITA NO SCORIE TRISAIA

3 commenti:

  1. Da noi accadrebbe mai una cosa del genere?
    Dalla Stampa di Torino

    Il provvedimento dopo l'indagine interna
    MARCO ACCOSSATO
    TORINO
    E’ stato sospeso dal 118 il medico anestesista che era a bordo dell’elisoccorso giunto senza farmaci salvavita a Rivarossa, il 29 agosto scorso, per tentare di salvare un bimbo di 2 anni caduto nella piscina di casa. Il dottor Gennaro Noè, in forza all’ospedale Santa Croce di Moncalieri, da ieri non fa più parte dell’équipe dell’emergenza sanitaria. Un provvedimento lampo. Gli viene contestata - secondo quanto trapela dalla serratissima indagine interna - non solo la negligenza di non aver caricato quei farmaci a bordo, ma anche di non aver segnalato l’accaduto al termine di un intervento purtroppo inutile. Non una riga sull’«incidente» comparirebbe sulla cartella dell’intervento.

    «Rilevanti incongruenze - dice un comunicato della direzione generale del Cto, che gestisce il sistema provinciale del 118 - sono emerse tra il tipo di intervento effettuato e quanto desumibile dal rapporto clinico redatto al termine dell’intervento». Stando a quel foglio, l’équipe di «Tango Eco» avrebbe seguito le procedure previste. Medico e infermiere sull’elicottero avrebbero fatto tutto il possibile per strappare alla morte Lorenzo Appierto. Senza l’ombra di un dubbio che invece, ora, sorge.

    Sospeso il medico, resta invece in servizio l’infermiere professionale Daniele Marchisio che, insieme all’anestesista, controfirma la documentazione e deve - sempre insieme al medico - verificare il rispetto della check-list all’uscita della base dell’elisoccorso: su un foglio bianco è indicato che cosa deve esserci a bordo dell’elicottero in partenza.

    I responsabili del «118» ritengono evidentemente più grave il comportamento dell’anestesista, poiché la documentazione è un «atto medico» compilato sotto la responsabilità diretta del dottore. Ma è giudicato «gravissimo alla stessa stregua» anche il comportamento della «talpa» che ha denunciato la cosa spedendo una lettera persino ai genitori del bimbo, anziché segnalare l’accaduto ai responsabili del servizio o alla procura.

    La procura di Ivrea ha acquisito la lettera anonima che ieri ha scatenato il terremoto nel 118. La direzione del Cto intende procedere anche contro la «talpa», e ha chiesto di verificare se sia possibile risalire a un responsabile: «Lo strumento della segnalazione anonima è sintomo di seria patologia di comportamento nei rapporti civili e di lavoro che va combattuto e perseguito alla stessa stregua di eventuali rilevanti omissioni od inadempienze nello svolgimento della prestazione lavorativa», dichiara in una nota il dottor Alberto Andrion, direttore generale del Cto.

    Medico e infermiere coinvolti preferiscono non rilasciare dichiarazioni nel merito. Indipendentemente dalla conferma o meno della relazione causa-effetto tra la dimenticanza dei farmaci e la morte del piccolo Lorenzo, il dottor Andrion annuncia comunque possibili provvedimenti disciplinari. L’errore c’è stato.

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  2. Quando vedremo a Policoro la festa di Rifondazione?
    Dalla Stampa di Torino
    La festa di Rifondazione
    finisce a insulti e pugni

    Aggredito Vallero, presidente del Consiglio provinciale di Torino.
    MASSIMILIANO PEGGIO
    CANDIOLO
    «Festa in Rosso» movimentata, a Candiolo, al centro incontri di via Roma. La penultima serata della decima edizione della festa di Rifondazione è finita in rissa, con alcuni contusi e minacce di querele. Tra gli aggrediti, il presidente del consiglio provinciale Sergio Vallero e un suo amico, finito all’ospedale con tre denti rotti e un taglio in bocca. Tutto per colpa di un «malinteso» organizzativo, all’insegna di vino e costine. Le traversie politiche, per una volta tanto, non c’entrano nulla.

    «Che batosta. Mi sono preso un ceffone in faccia di tutto rispetto. Non ho avuto nemmeno il tempo di parare il colpo. Poi ho reagito anch’io, non sono mica tipo da farmi intimorire» dice sorridendo Vallero, scherzando sull’età: «Fosse successo qualche anno fa non sarebbe finita così...». A 55 anni il fisico non gli manca, né un certo aplomb da politico navigato, cordiale ma sempre pronto a buttarsi nella mischia. La militanza insegna a sopravvivere.

    A scatenare la rissa sarebbero stati alcuni avventori, sopraffatti più dai fumi dell’alcol che dal fervore della lotta politica. Uno dei collaboratori, un operaio di una cooperativa, si sarebbe presentato alla festa per riscuotere il suo compenso di costine e vino per aver lavorato all’organizzazione della festa. Ma con sé ha portato un manipolo di parenti e amici, confidando di poter consumare a sbafo.
    Così la «Festa in Rosso», allestita la settimana scorsa nei locali del centro incontri e animata da torneo di calcio a cinque dedicato a Peppino Impastato e ballo liscio, è stata guastata da un match da saloon. Una rissa in piena regola.

    «Era già mezzanotte. Eravamo tutti seduti ai tavoli per concludere la serata. Quelle persone, in tutto sette o otto, dopo aver consumato si sono alterate. Non volevano pagare. Ci hanno insultati e all’improvviso è scoppiata la lite. Delle furie. Il mio amico è caduto ed è stato preso a calci in faccia, più volte» racconta Vallero. Anche il sindaco di Candiolo, Antonio Costanzo, è intervenuto chiamando i carabinieri. «Nonostante la presenza dei militari - continua il presidente del consiglio provinciale - quelli continuavano a insultarci. Anzi, se la sono presa anche con i carabinieri. Prima di andare in ospedale, ci hanno minacciati, dicendoci che ci avrebbero raggiunti al pronto soccorso. Una cosa inaudita».

    Nonostante la colluttazione e le contusioni nessuno al momento ha formalizzato le querele. «Preferirei che la cosa finesse qui. Un solo rammarico. La sera dopo alcuni di loro sono tornati alla spicciolata alla festa. Non so con quali intenzioni. L’ho detto ai carabinieri. Mi hanno risposto di chiamare subito il 112 in caso di problemi».

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  3. Secondo te ci potrebbere essere un nesso tra le peripezie di trenitalia e la creazione di società private di trasporto per ferrovia?

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