venerdì 23 maggio 2008

Tutti gli uomini del PAI


La parola P.A.I. è un acronimo che sta per Piano di assetto idrogeologico. Il Pai è un importantissimo strumento di programmazione urbanistica volto a salvaguardare il territorio dal rischio idraulico e idrogeologico. Il Pai Basilicata entra in vigore il 14 gennaio del 2002 e, particolare non irrilevante nella storia che ci accingiamo a raccontare, impone un vincolo di inedificabilità assoluta per l’area interessata dal progetto Marinagri.Insomma, secondo il P.A.I. la zona in cui avrebbe dovuto sorgere il mega-villaggio, fortemente voluto da Vincenzo Vitale e Filippo Bubbico, è a rischio inondazione, in quanto ubicata nell’area golenale del Fiume Agri.Ed infatti, osservando la cartografia prodotta dall’Autorità di Bacino della Basilicata, possiamo vedere che il villaggio si trova esattamente all’interno della Fascia di pertinenza fluviale dell’Agri e nel suo alveo di piena. Ma il progetto non può e non deve essere fermato!! E allora, nello stesso giorno in cui entra in vigore il P.A.I., il Vitale presenta all’ADB un’ istanza volta ad ottenere una variante al Piano.Solo 48 ore dopo, i solerti tecnici dell’ADB, accompagnati a quanto pare da una docente dell’Università degli studi della Basilicata, l’ing. Aurelia Sole, provvedono ad effettuare un sopralluogo dell’area interessata al progetto Marinagri finita inopinatamente sotto il vincolo dell’inedificabilità.Ancora 48 ore e i super solerti tecnici dell’Adb esprimono un parere preliminare favorevole alla proposta di variante avanzata dalla Marinagri, parere, a quanto pare, avallato anche dalla dr.ssa A. Sole dell’Unibas.Ma fermiamoci un attimo, anche per non essere travolti dal susseguirsi degli eventi e dalla incredibile efficienza e rapidità di intervento dell’Autorità di Bacino lucana.In merito a questa vicenda, che vede indagati il segretario dell’Autorità di Bacino Michele Vita e l’ing. Tafuri sempre dell’Adb, lo stesso Tafuri dichiara agli inquirenti: “Non abbiamo proceduto ad un analitico approfondimento della relazione presentata dall’ing. Marco Vitale(figlio del patron di Marinagri) ed allegata alla richiesta di riperimetrazione, ma l’abbiamo sostanzialmente recepita.”Ma come, ci chiediamo, l’Autorità di Bacino della Basilicata, dove lavorano fior di tecnici e che vanta tra i suoi consulenti anche docenti di Unibas, basa le sue decisioni sulla relazione presentata dall’ing. Marco Vitale? Cioè basa le sue decisioni sulle affermazioni di un tecnico che, per quanto bravo e competente, è pur sempre parte interessata all’edificazione del complesso turistico Marinagri(sic!)?Ma adesso, dopo questo intermezzo, andiamo avanti.Il 3 maggio 2002, la Commissione tecnica dell’Adb, che vede tra i presenti l’ing. Mauro Fiorentino del dipartimento DIFA dell’Unibas, esprime parere favorevole alla variante, vincolando questo parere, pena la revoca delle concessioni, al rispetto di alcune prescrizioni.Prescrizioni che, è bene sottolinearlo, non saranno mai rispettate dalla Marinagri, senza che questo comporti l’intervento di chicchessia.Il 28 maggio del 2002, l’Autorità di Bacino, presieduta dall’arch. Filippo Bubbico, recepisce integralmente il verbale della Commissione tecnica e approva la variante.Fermo restando che fino al 28 maggio 2005 non veniva presentata dalla Marinagri nessuna relazione sullo stato degli argini, violando in tal modo palesemente una delle prescrizioni che imponeva la presentazione di una relazione ogni due anni a partire dal 28 maggio 2002, gioverà soffermarsi su una interessante considerazione del Gip Antonio Rizzuti, il quale afferma: …”se un senso logico avevano le prescrizioni, occorreva, dapprima, verificarne il rispetto, e, soltanto in un secondo momento, considerare operante la variante…”Come dar torto al dott. Rizzuti?! De Magistris, ravvisa l’illegittimità dell’incauto provvedimento emanato dall’Adb e, aggiungiamo noi, la successiva mancanza di controlli? Sempre nel dispositivo del Gip calabrese, tra l’altro, è dato leggere: “l’approvazione della variante si fonda su una valutazione tecnica basata su uno studio dell’ing. Marco Vitale recepito senza approfondimenti…”Noi ci consentiamo di aggiungere che l’accettazione da parte dell’AdB Basilicata della richiesta di variante avanzata dalla società Marinagri s.p.a., in merito alla riduzione della Fascia di Pertinenza Fluviale del F. Agri, è in netta contrapposizione allo spirito con cui le AdB sono state istituite, volto cioè alla tutela dei corsi d’acqua, a contenerne la regimazione e l’artificialità e a tutelare le aree preposte al deflusso delle piene fluviali. Infine, ma non ultimo, sarebbe interessante poter conoscere un documento prodotto dall’Adb nel luglio 2005, intitolato, ironia della sorte, “Attività di Polizia Idraulica e controllo del territorio. Analisi delle criticità riscontrate”.Il documento, di cui conosciamo solo 3 pagine, fu curato dal dipartimento di ingegneria e fisica dell’ambiente(DIFA) dell’Università degli studi della Basilicata sotto la supervisione dell’ex prorettore dell’Unibas, ing. Rosa Viparelli, e dell’attuale direttore del DIFA prof. Aurelia Sole.Nella pagina di presentazione è dato leggere: “I rilievi, che hanno interessato i fiumi Sinni, Agri, Cavone e Basento, non si sono limitati ai casi contrassegnati in condizioni di rischio elevato, ma sono stati effettuati sulle diverse opere precedentemente censite, evidenziando situazioni di rischio non adeguatamente segnalate nella precedente campagna di rilievi”.Da inguaribili ottimisti, quali siamo, chiediamo all’Unibas e al Difa di divulgare i risultati del sopra citato studio ed in particolare quanto fu rilevato in relazione al fiume Agri.Gioverà sottolineare ancora una volta che nel luglio 2005 la Marinagri non aveva affatto rispettato le prescrizioni imposte dall’Adb con la delibera del 28 maggio 2002. Gioverà altresì sottolineare che la prof. Sole, la stessa che partecipò al sopralluogo del 16 luglio 2002, ebbe poi ad esprimere valutazioni che mal si conciliano con la sopra citata delibera, che, a nostro avviso, viene ritenuta giustamente illegittima dal dott. De Magistris.Saprà Unibas, almeno questa volta, far partire un’ operazione trasparenza?E saprà l’ottimo sindaco di Policoro, Lopatriello, spiegarci come abbia potuto il 15 gennaio del 2002 certificare al CIPE e al Ministero delle Attività Produttive la cantierabilità dell’opera?E visto che c’è, l’ottimo Lopatriello potrebbe spiegarci come mai il Comune di Policoro in quel periodo preferiva inviare documenti ufficiali attraverso i fax della “Et&M” di Marco Vitale?All’ottimo sindaco che ebbe a distinguersi in quel periodo anche per un’altra decisione che desta non poche perplessità, quale il cambio di destinazione d’uso di sette sub-comparti del comparto “A”, teniamo a dire che siamo disposti ad avviare una colletta per dotare il comune di Policoro di un fax nuovo di zecca con tanto di toner e qualche decina di risme di carta.Ma questa è un'altra storia che ci porterebbe lontano e ci costringerebbe a parlare di piani urbanistici e di strane delibere, ma, se avremo tempo, parleremo anche di questo.Intanto dedichiamo questo intervento a “Tutti gli uomini del Pai”, protagonisti di una storia che andrebbe raccontata e approfondita e che non può essere taciuta. M.Bolognetti