giovedì 1 maggio 2008

Marinagri: Dura lex, sed lex



Di Paride Leporace (direttore Quotidiano della Basilicata)


Non abbiamo mai assunto opinioni preconcette su questa vicenda. Abbiamo evidenziato alcune smagliature dell'inchiesta che era meglio non sorgessero. Oggi leggendo con enorme attenzione il provvedimento emesso dal giudice Rizzuto osserviamo che è un atto meditato e valutato su un attento esame dei ponderosi atti prodotti. Un gip che non ha interessi o conoscenze in Basilicata ha giudicato con imparzialità. Ed ha ravvisato ipotesi di reato di non poco conto che è necessario enucleare per comprendere. Il procuratore della Repubblica di Matera con i suoi atti e presunte omissioni ha dall'inizio della vicenda mostrato “di non gradire” questa indagine. A complicare la vicenda ci ha pensato il procuratore Chieco che aveva pensato di acquistare una proprietà a Marinagri. Con il senno del poi era meglio che il procuratore pensasse ad altro territorio per il suo buen retiro evitando ipotesi accusatorie. Lo stesso si deve pensare per il dottor Cannizzaro, marito di un magistrato, e soprattutto per il colonnello Gentili che nel corso degli anni da investigatore diventa capo dei servizi di sicurezza di Marinagri. Al vaglio delle prove un processo dovrà capire se i proprietari avevano avuto una buona idea nel diventare soci di autorevoli rappresentanti delle istituzioni per tenere lontane le mafie confinanti o se questo è stato un disegno criminoso come individuato da De Magistris. Anche il sindaco rieletto Lopatriello, sempre con il senno di poi, non ha fatto un favore alle maestranze senza lavoro, prenotando una casa e un posto barca. Anche perchè il giudice non trova traccia di pagamento. E quindi si mette in allarme il dottor Rizzuto se per il Pai in quel sito esiste un “vincolo assoluto di inedificabilità” che scompare con uno strano tratto di gomma. Perché secondo il giudice terzo a Marinagri esiste un pericolo serio di tipo idrogeologico. Lo scontro sulle perizie tecniche è materia difficile per tutti. Anche per i giudici. Ma nel Sud dei disastri non si può rischiare poi che i giornali scrivano che era un disastro annunciato. Quindi forse Lopatriello ha sbagliato “per svista, dimenticanza, per ignoranza, o per altra ragione”. E se la ragione è altra sarebbe grave per i tecnici, la politica, gli organi competenti non aver vigilato sulle aree demaniali, sulla lottizzazione, i finanziamenti, i cambi repentini di destinazione d'uso che prevedevanoambienti ricreativi come un camping là dove adesso deve sorgere una moderna Dubai che porterebbe benefici a tanti. La vicenda Marinagri è complicata. La giustizia è arrivata troppo tardi e da lontano perché chi era vicino era quantomeno distratto o sembra coinvolto. Chi ha concepito questo grande progetto di sviluppo doveva meglio dialogare con il sindaco di Scanzano, quel Mario Altieri cui viene riconosciuto il ruolo di grande accusatore che ha dato molte spiegazioni agli inquirenti. Non può essere accusato di giustizialismo il dottor Rizzuto. Perché sminuisce il contributo alle indagini di Scarcia. Ridimensiona il ruolo dell'ex presidente della Regione Bubbico, anche se viene indicato come uomo politico che era favorevole al megavillaggio. E questa non è ipotesi di reato. Ma la politica dovrebbe parlare. E' stato chiesto un consiglio straordinario regionale sull'accaduto. Che non risolverà il blocco dei lavori. Che tra riesame e Cassazione vedrà andare avanti la controversia per almeno un altro mese. Il consiglio regionale deve dibattere su come è nata la vicenda Marinagri e su chi non ha saputo creare i presupposti legali lineari per creare una sviluppo da tutti agognato.La famiglia Vitale continuerà a difendersi nelle aule dei tribunali sottoponendosi al giudizio di altri togati. Dal loro punto di vista sono vittima di complotti. E' meglio che spieghino da chi sono stati orditi e per quale motivo. In un paese dei misteri come l'Italia sappiamo che tutto è possibile. Il rischio che questa grande impresa economica non sorga è alto perché altri giudici osservando carte e documentazioni potranno pensare che il sogno di Marinagri è sorto grazie ai benefici di chi ha operato con “sviste, dimenticanze, ignoranze o altre ragioni”. E per i giudici non vale il fatto che una sentenza provoca il licenziamento di 600 operai e maestranze. Perché il diritto romano ci insegna che “Dura lex, sed lex”. Anche in Basilicata.