venerdì 18 aprile 2008

Interrogatorio di Altieri su Marinagri

ALTIERI Mario – Come no. Come sindaco sono stato uno dei due protagonisti nella
gestione di questa vicenda, perché la vicenda Marinagri parte dal piano d’ambito Foce Agri. Il piano d’ambito Foce Agri è un piano di gestione intercomunale tra Policoro e Scanzano perché si trova a cavallo del confine tra i due comuni e precisamente per le proprietà fondiarie si trova al 70% nel comune di Scanzano e al 30% nel comune di Policoro. Invece per la progettazione edilizia del piano (incomprensibile) si invertono i valori, 70%-80% in territorio di Policoro e 20-30 in territorio di Scanzano. Però ciò non significa che il piano è unitario e appartiene ai due comuni. Io mi sono subito opposto alla approvazione del piano, infatti avevamo fatto una prima delibera di approvazione del piano, poi ci siamo resi conto che era manchevole di un documento essenziale il piano, che era la tavola di perequazione, per cui abbiamo revocato l’approvazione del piano come Comune di Scanzano e da allora, se vuole le posso citare anche le delibere che le ho portato…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Magari alla fine, se ce le può esibire.
ALTIERI Mario – Poi gliele consegno.
P.M. dott. DE MAGISTRIS - Perfetto.
ALTIERI Mario – E quindi il comune di Scanzano non ha mai approvato il piano perché il piano era pubblico, quindi a gestione intercomunale e da subito invece, sono comparse richieste progettuali della Marinagri e il sindaco di Scanzano, cioè il sottoscritto, si è subito esposto, dichiarando che il piano, per poter passare da pubblico a privato, era necessario seguire una certa procedura. Innanzitutto dovevamo verificare l’iter approvatorio del piano stesso, perché il piano violava tutti i vincoli ambientali presenti in regione Basilicata e cioè il piano SIC; era in piena area SIC e il ministero dell’ambiente è stato sanzionato, attraverso la procedura europea – e il documento glielo lascio perché gliel’ho portato – perché la regione Basilicata ha violato questo piano SIC. Non solo. Il piano si trova all’interno di un vincolo idrogeologico, che è una legge regionale, che definisce l’area di intervento del piano – quindi dell’intervento Marinagri successivo – l’area più a rischio della regione Basilicata da un punto di vista inondazioni. E chi conosce il territorio – chi c’è nato, tra l’altro, come me sul posto – sa che ciclicamente, ogni quindici venti anni, quell’area si completamente allaga perché con forti piogge si ingrossa il fiume, le dighe ammontano, non reggono più e quindi sono costrette a scaricare acqua e tutto quel bacino fluviale si allaga. Ecco perché opportunamente tutti gli studiosi che hanno elaborato il piano idrogeologico l’hanno definita l’area più a rischio della regione. Quindi viola l’area SIC, viola il piano idrogeologico. E qui parliamo di sicurezza delle persone, perché violare un piano dove c’è il più alto rischio di inondazione, significa mettere a repentaglio l’incolumità delle persone che domani possono utilizzare beni immobili in quell’area. Allora, alla luce di questi aspetti. E poi per un fatto sostanziale, perché il progetto mancava della tavola di perequazione, perché nel decreto di approvazione della Regione Basilicata – e precisamente il DPR 762 del 90 approvato – dichiarava di asservire tutte le arre ricadenti nel piano d’ambito alla trasformazioni previste dal piano. Del resto non poteva essere diversamente, perché il piano d’ambito è un piano di protezione ambientale, non è un piano edificatorio. E questo è importantissimo, questo passaggio, perché le dirò poi, la Regione Basilicata, con chi ho dovuto combattere e tutti i miei guai personali da dove scaturiscono. Perché la Regione Basilicata ha completamente, nei suoi atti, diciamo, innanzitutto non ha adempito ad alcuni provvedimenti impostigli dal Tar, ma addirittura, non ottemperando a questo, ha dichiarato il falso in un passaggio fondamentale. Io le voglio, con molta chiarezza però, percorrere tutte le tappe, perché mi rendo conto che la materia è così complessa che a lei necessita una puntigliosa descrizione cronologica degli avvenimenti. Allora, il sindaco di Scanzano si oppone alla approvazione del piano, dichiara pubblicamente, sulla stampa, su atti amministrativi, che il piano violava questi due importanti fattori, per cui non potevamo parlare di approvazione di piano se prima non veniva risolto a monte il problema che si trovava in piena area SIC; e c’è una procedura complessa per potersi svincolare dal vincolo dell’area SIC, non ci possiamo entrare nelle aree SIC a meno che non siamo autorizzati attraverso una procedura che è complessa. Infatti c’è una denuncia della LIPU, la Lega di Protezione degli Uccelli – che io le lascerò qui – che ha portato al sanzionamento del governo italiano per duecento milioni di vecchie lire, eccola qua: “Denuncia alla commissione della Comunità Europea riguardante inadempimenti del diritto comunitario relativo ai siti Natura 2000” (queste sono le aree SIC sulla costa ionica lucana), e poi le lascerò questi documenti. Questo che cosa comporta? Questa disputa comporta alla… Spinge il Presidente della Regione a convocare una conferenza di servizio in data 4 dicembre 2000, che è fondamentale quella tappa, perché in quella conferenza di servizio – io le lascerò il verbale che ho portato opportunamente per lei – in quella conferenza del 4 dicembre 2000, che cosa dice, a quali conclusioni arriva la conferenza? Arriva a queste conclusioni che le voglio leggere. “Piano particolareggiato esecutivo con specifiche considerazioni dei valori ambientali Foce Agri”. Vediamo un po’. Erano presenti l’amministrazione comunale, il sindaco di Policoro e il dirigente dell’ufficio tecnico, il sindaco di Scanzano con il dirigente dell’ufficio tecnico, poi c’era l’ufficio urbanistico della regione nella persona dell’architetto Balsepre e l’ufficio legale della Regione nella persona dell’avvocato SANTORO. Io brevemente, per tre righe, le voglio dire che cosa dichiara il sindaco di Scanzano. “Prende la parola il sindaco di
Scanzano, dottore ALTIERI, il quale dice che nel decreto di approvazione della giunta regionale, c’è la prescrizione di asservire tutte le aree inserite nell’ambito alla trasformazione in esso previste. Chiede di verificare la legittimità delle procedure in ordine all’individuazione del progetto...” Perché? Perché violava quegli aspetti lì. “…Chiede che comunque il progetto venga integrato con la tavola di perequazione per consentire un giusto indennizzo a tutti i proprietari, compresi gli enti pubblici”. Perché io quando tutelo l’interesse pubblico… Perché qui c’è un assurdo. Che il sindaco di Scanzano tutela l’interesse pubblico, la regione e il comune di Policoro tutelano un presunto interesse privato che già c’era negli atti – perché poi vi spiegherò – e che poi è uscito ufficialmente. Perché non accettando la tavola di perequazione, per quale motivo non accettavano in questa fase la tavola di perequazione? Quando la regione aveva dichiarato a pagina 34 del proprio decreto – troviamolo un secondo perché è fondamentale – vediamo che cosa dichiara la regione nel decreto: “Dichiara di asservire tutte le aree ricadenti nel piano d’ambito alle trasformazioni previste nel presente piano” e lo dichiara nel decreto proprio perché si tratta di un piano di tutela ambientale. Perché quando il Presidente BUBBICO poi, successivamente, quando si accorge…, allora io dichiaro questo. Vediamo quali sono state le conclusioni dell’ufficio legale della regione che è importantissimo: “Interviene la dottoressa SANTORO, ufficio legale, dirigente regionale, chiarendo che la giunta regionale, con l’approvazione del piano in questione, ha dettato delle prescrizioni tra cui l’asservimento delle aree intrasformabili alle quali occorre necessariamente uniformarsi perché il provvedimento approvato possa dispiegare i propri effetti”. Perché qui c’è il piano. Giustamente il progettista – lasciamo stare se è stato avvicinato o non è stato avvicinato – ma qualsiasi progettista, se noi quattro abbiamo delle aree confinanti all’interno di un piano regolatore di Catanzaro e diciamo che abbiamo 5.000 metri a testa, non è che solo perché il piano regolatore elenca le percentuali edificatorie – cioè il 30% dell’area deve essere di civile abitazione, il 20% di verde pubblico, il 20% di urbanizzazione secondaria (cioè scuole, uffici pubblici) – non è che in ogni proprietà fondiaria noi possiamo andare a realizzare queste cose, perché esistono piccoli proprietari fondiari di cento metri quadrati, questo è impossibile e poi diventerebbe un accampamento indiano lo sviluppo urbano. Per cui arriva il progettista e dice: “Nell’area di De Magistris ci facciamo case a vendere (perché? perché la logica dello sviluppo urbano porta a questo); nell’area di Altieri ci facciamo una villa comunale”. Non significa che De Magistris si arricchisce e
Altieri si impoverisce, significa che il comparto è un comparto edificatorio unitario, tutti quanti concorriamo a quei volumi che sviluppano quelle quattro aree e in modo percentuale rispetto alle proprietà fondiarie. E’ un fatto di diritto urbanistico. Per cui la SANTORO dice attenzione – richiama che il piano già prescrive questo, proprio nella gestione unitaria. “In particolare chiarisce che la prescrizione maggiormente contestata di asservimento delle aree intrasformabili a quelle trasformabili, si spieghi con la caratteristica genetica unitaria del piano in oggetto, il cui ambito, così come previsto dall’articolo 4 della legge regionale 390, è inteso come un insieme di elementi diversi, tra i quali alcuni dei valori eccezionali la cui tutela e valorizzazione richiede scelte progettuali di tipo complesse ed integrate. In proposito l’assembramento va inteso, così come ha chiarito la dottoressa Balsepre, che ha materialmente provveduto alla stesura…, quale assorbimento volumetrico, rapportando, previo accordo tra le due amministrazioni, la gestione delle aree intrasformabili alla gestione delle volumetrie edificabili”. Quindi chiarisce questo. Che cosa avviene? Che quando la giunta regionale si accorge che è stata incastrata dalla propria conferenza di servizio, noi siamo convocati – cioè noi, il sindaco di Scanzano e il sindaco di Policoro – dal Presidente BUBBICO, il quale ci dice: “Ma qui dobbiamo gestire per comparti il piano”. Dico: “Presidente, lei è un architetto, lei sa benissimo che se cambiamo le modalità di gestione del piano, noi trasformiamo, in pratica, il piano di valorizzazione ambientale in un piano di lottizzazione edilizia e se non lo gestiamo per comparti finiremo per costruire solo i comparti edilizi, senza più… Chi spenderà mai? Chi prenderà i soldi per sviluppare il resto del piano, che è solo di spese perché si tratta di valorizzazione ambientale? Ma per fare questo è necessario cambiare il decreto approvativo del piano, se volete raggiungere questo obiettivo, voi dovete cambiare il decreto, perché questa è legge”. Dice: “No, ma possiamo fare una delibera regionale”, etc., etc. “Presidè io le comunico che non firmerò mai questi atti. Siccome mi state accusando che chi sa per quali ragioni non voglio firmare questi atti – ragioni subdole, circolazioni di voci che chiedo tangenti, circolazioni di voci che voglio favorire altri gruppi imprenditoriali, come se questo che riguarda il mio comune non mi dovrebbe interessare – quando io sono per fare le cose, per lo sviluppo e non per ostacolare, però lo sviluppo nella tutela delle procedure amministrative, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Se voi volete gestire in una maniera diversa rispetto a questo decreto, avvaletevi dei poteri sostitutivi che potete applicare, io non li
impugno, perché se li impugno ho ragione e vi distruggo pure – insomma diventa una barzelletta che la giunta regionale, il Presidente mi fa un provvedimento di questo tipo e io glielo faccio stroncare – io non lo impugno e voi firmate gli atti e così mi tiro fuori dalle polemiche che sono accusato per varie ragioni di affossare questa iniziativa”. Così fece il Presidente, cioè applicò i poteri sostitutivi, io non li ho impugnati – come promesso – e nominano quale commissario ad acta il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Matera, l’ingegnere SANTARSIA. SANTARSIA, viene al comune, si legge gli atti, prende carta e penna e si dimette e io le ho portato qui le dimissioni di SANTARSIA, poi gliele darò. Si dimette, la Regione prende due dipendenti, a quel punto – perché SANTARSIA non era dipendente regionale, era Presidente dell’Ordine degli Ingegneri, anche se, devo dire, molto vicino all’area politica della giunta regionale, però evidentemente si è reso conto che non poteva…, non lo so, si è dimesso – nominano due dipendenti regionali. Questi due dipendenti regionali vengono al comune, prendono gli atti, etc., etc., e firmano la convenzione con le concessioni, non rendendosi manco conto che dovevano prima approvare il piano, perché il comune non lo aveva mai approvato. Quindi un grave reato. E devo dire che anche recentemente il comune di Scanzano ha rilasciato una concessione edilizia che è di una gravità unica. Cioè il comune di Scanzano non ha approvato il piano. Prima…, allora, per poter…, deve fare una ricognizione degli atti per procedere alle concessioni, quindi deve approvare il piano, c’è tutta una procedura, deve acquisire le proprietà fondiarie se sono di proprietà, etc., etc., cioè deve fare tutta quella storia che non si è mai fatta nel comune, proprio perché dall’inizio noi non abbiamo mai assecondato la cosa. E allora i commissari ad acta firmano e parte il progetto. Ma che cosa è avvenuto intanto? Che uno dei privati, che fino a quel punto venivano tutelati dal sindaco di Scanzano… Cioè questa è una di quelle storie dove il pubblico ruba ai poveri per dare ai ricchi. Cioè, attenzione, tutte le aree asservite al piano hanno perso anche la volumetria agricola. Sa che cosa significa? Cioè che c’erano lì quattrocento ettari di gente che non poteva fare manco un capanno per ricoverare gli attrezzi agricoli. Proprio questo! Cioè, il fatto che hanno perso pure la volumetria agricola, ecco come si sposa in pieno l’asservimento. Cioè qui c’è al danno la beffa. Non solo non gli riconosciamo i volumi, ma poi gli abbiamo pure tolto il diritto che avevano fino a prima della partenza del piano, che era quello della volumetria agricola. Allora che cosa fa un privato? (il figlio tra l’altro di un mio assessore proprietario di agri). Fa ricorso al Tar e vince al Tar, il Tar boccia… Ah, perché nel frattempo, per potere attuare questo, la Regione aveva fatto un altro decreto (il Presidente BUBBICO), dicendo che si poteva gestire per comparti, il 15 ottobre 2001…
M.llo MUSARDO – Il 299?
ALTIERI Mario – Sì, il 299. Il 299 non poteva essere emesso, non poteva essere emesso, perché bisognava cambiare l’approvazione del piano. Cioè, il piano è legge, cioè non esiste livello amministrativo o politico che possa derogare dalla legge. Quindi con il decreto questi ti vanno a fare una serie di cambiamenti – soprattutto il cambiamento essenziale che si può gestire per comparti – e quindi partono i comparti edilizi della Marinagri. Poi io faccio una domanda al magistrato: “Ma spiegatemi attraverso quale atto pubblico e quale procedura, il piano da pubblico è passato a privato. Io lo voglio sapere”. Perché io mi sono battuto sempre dicendo che se vogliamo arrivare alla Marinagri, visto che già dal ’99 era Marinagri, quando non c’era nessun…, già presentava progetti timbrati Marinagri. E chi lo autorizzava a presentare questi progetti…?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei prima ha parlato di un presunto interesse privato che già
si vedeva. A chi si riferiva?
ALTIERI Mario – Alla Marinagri che…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Vogliamo spiegare come lo ha collegato?
ALTIERI Mario – L’ho collegato perché…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questa volontà di realizzare questo piano?
ALTIERI Mario – Un giorno mi vedo arrivare al comune – e parlo del 99, 99-2000, adesso non ricordo – tutti i progetti del piano Marinagri che voi conoscete attualmente, timbrati Marinagri, compresa una lettera del sindaco di Policoro che aveva convocato il consiglio comunale per il giorno…
M.llo MUSARDO – Chi era sindaco? LOPATRIELLO
ALTIERI Mario – No, era DI SANZA. Fino al maggio, aprile - maggio del 2000, il sindaco era DISANZA, dopodiché è cambiato ed è diventato LOPATRIELLO, però io sto parlando nella fase che era fine 99 inizi 2000, ma forse fine 99. Mi arriva tutto il plico, un metro cubo di progetti Marinagri, con una lettera del sindaco di Policoro, questa la potete acquisire, che aveva convocato per il giorno dopo il consiglio comunale per l’approvazione dei progetti Marinagri. Io, quando mi sono visto arrivare sti plichi con sta lettera, mi metto in macchina e vado dal segretario comunale di Policoro, gli sottopongo l’ordine del giorno e dico: “Che mi sapete dire di questo?”. Dice: “No, tutto normale”, etc., etc. E dico: “Dottò, ma spiegatemi, da quando il piano da pubblico è diventato privato?” “Madonna mia!” Ha chiamato il sindaco, ect, etc. Revocano il punto all’ordine del giorno, infatti non l’hanno discusso, perché, cioè, non era possibile! Poteva essere Marinagri, ma poteva essere pinco pallino a quel punto lì. Allora quando parlo già di costruzione di un presente…, di atteggiamenti e quindi quando gente che…, quando gente come la giunta regionale, come l’amministrazione di Policoro, non tutela l’interesse pubblico… perché a quel punto lì tutelare la tavola di perequazione significava tutelare l’interesse pubblico… anche perché c’erano delle particelle pubbliche dentro che appartenevano ad un ente pubblico che si chiamava Alsia e alla agenzia delle entrate, che avevano diritto ai volumi che sviluppava i piani.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E perché c’è questa volontà di andare avanti ad ogni costo?
ALTIERI Mario – Perché tutto il piano è stato pensato, concepito, ideato, dall’amministratore delegato della Marinagri.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cioè ?
ALTIERI Mario – Cioè non è stata una volontà pubblica…, non è stata una volontà pubblica, i comuni non si sono mai riuniti per dire: “Beh, facciamo questo piano, etc., etc.”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Anche perché lei, non solo lei, ma anche quello che abbiamo ricostruito noi, ci fa emergere, appunto, questo concreto e grave rischio per l’incolumità pubblica, quindi ci deve stare una volontà veramente ferma se si vuole superare…
ALTIERI Mario – Vi posso dire io, per poter toccare il piano idrogeologico ci vuole una procedura che dura tre quattro anni, perché ci sono pubblicazione, contropubblicazione, approvazione, delibere di consigli comunali, ripubblicazioni… Questo è stato fatto…, cioè è stato… non modificato, non si è potuto modificare perché nessun professionista si mette nelle condizioni di andare ad azzerare quell’area che ha dichiarato, perché prima o poi c’è una alluvione, muoiono decine o centinaia di persone e non so che succede. Però sono andati a modificare a monte dell’area, sono andati a prevedere un argine che tra l’altro io dico, per essere cittadino di Scanzano nato a due chilometri da questo intervento, che è di grave incolumità per i cittadini di Scanzano che abitano quell’area. Perché sono andati a prevedere eccolo qui – sono andati a prevedere un argine… questo è il piano idrogeologico… un argine qui per evitare che il fiume… vede il fiume storicamente è stato sempre così, poi, per costruire l’Ittica Val D’agri qui, venticinque anni fa, trenta anni fa, hanno deviato – adesso questo lo dico… non ho nessuna prova, però è così, io sono nato qui, immagini un po’ che sono vissuto qua fino a venticinque anni fa… – ad un certo punto il fiume è stato deviato per cui ha preso quest’altro corso, non ha più seguito questo per creare questo bacino e quindi per proteggere questo intervento. Adesso siccome il fiume… – come sempre la natura tende sempre di riappropriarsi delle proprie cose – …hanno fatto una variante sul piano idrogeologico per fare un argine qui, alzare un argine qui, per evitare che il fiume prima o poi tagli questo e naturalmente questo argine, prima o poi, può portare il fiume – vede qui, dove ci sono tutti questi alloggiamenti queste case? – cioè facendo una diga con un argine qui, prima o poi con una grande alluvione può sfociare qui mettendo a repentaglio l’incolumità di questi cittadini.
M.llo MUSARDO – Che lei sappia quest’argine è stato fatto o è stato solo previsto?
ALTIERI Mario – Penso che finora sia stato ancora solo previsto, penso che si faccia ancora in tempo. Tra l’altro voglio dire una cosa. Che attenzione, questa è una di quelle cose dove c’è il ripristino dello stato dei luoghi per le violazioni che hanno fatto, però come sempre accade in Italia, il ripristino dello stato dei luoghi può avvenire fino a quando non c’è gente dentro, sennò diventa pure difficile. Chiaro?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Vediamo i rapporti con VITALE.
ALTIERI Mario – Poi ci torniamo un po’ meglio sopra, perché io non ho nessun motivo di rancore verso VITALE. Cioè io dico soltanto che il piano è stato sollecitato… Noi abbiamo tanti piani d’ambiti, cioè solo Scanzano, ad esempio, ne ha tre, ogni comune ne ha due, tre di media, ma non ci sogniamo mai di partire per dire: “Lottizziamo, normiamo un piano d’ambito”, a meno che non c’è un interesse particolare o l’interesse che ci può venire dal privato. Questo piano non è stato mai concepito come una volontà pubblica, è stato il VITALE a suggerire un intervento, ecco dove c’è a monte la volontà di gestire il piano. Dove sono state fregate tutte queste previsioni? Dal decreto… che numero è il decreto? 711…
M.llo MUSARDO – 711 del 97.
ALTIERI Mario – Sì, da questo decreto è stato fregato, quando in questo decreto nessuno si è accorto che c’è stato un professionista eventualmente illuminato che ha detto: “Tutte le aree sono asservite al piano”, perché se avesse detto che le aree sono asservire per comparto, il gioco era fatto, cioè non staremmo qui oggi a discutere di questo. Perché il comparto poi il progettista glielo aveva comunque disegnato su un’area, siccome il piano di area vasta sviluppa un metro cubo o un metro quadro, quindi nel comparto, asservendo le aree per comparto il gioco era fatto. Invece chi ha stilato questo decreto ha messo che tutte le aree del piano sono asservite al piano e quindi è li che si sono trovate… Del resto devo aggiungere però che se attuiamo, come la legge vuole, l’asservimento delle aree, il piano diventa ingestibile, cioè non diventa più economicamente vantaggioso, perché quel metro quadro di volume che sviluppa il piano dovrebbe costare cinquantamila euro al metro quadrato, cioè una cosa impossibile per i costi che ha la complessità della perequazione, cioè il piano non ha più un interesse economico. Ecco perché non è stato accettato. Qualcuno potrebbe dire: “Ma come, ma alla fine, da una perequazione su un investimento di questo tipo, perché non si è fatto?”. Perché non ha più un interesse, non ha valenza economica, di interesse economico il piano. Ma le voglio dire – perché ancora non siamo arrivati alla cosa più importante – dopo questa conferenza di servizio e dopo che il TAR ha bocciato, ha accolto in pieno il ricorso del TUCCI: “Per questi motivi annulla l’atto impugnato con ricorso introduttivo” – annulla l’atto, tutto, non c’è più niente, annulla non in una parte l’atto, tutto l’atto, quindi annulla tutto questo decreto 299 – che succede? Che la Marinagri e la Regione Basilicata fanno ricorso al Consiglio di Stato… in Cassazione… fanno ricorso in Cassazione… va bene?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Al Consiglio di Stato.
ALTIERI Mario – Sì, pardon, al Consiglio di Stato, sì, ho fatto confusione io. Fanno ricorso al Consiglio di Stato. Nel luglio 2006 il Consiglio di Stato si esprime sul primo ricorso della Marinagri e glielo boccia, glielo respinge. Il 7 ottobre 2006 si doveva discutere quello della Regione Basilicata. Giustamente gli avvocati – qualcuno illuminato della Regione – dice: “E’ inutile andare a prendervi pure voi una bocciatura dal Consiglio di Stato, fate un atto…” Così ti fanno un atto che è uno dei reati più gravi che io abbia mai verificato! Qui rincorrete reati, ma più reato di questo! Che cosa fa la Regione? Fa un nuovo decreto. E come lo giustifica? Dicendo il falso. Quindici giorni prima che si dovesse discutere – il 7 ottobre si doveva discutere del 2005 quello della Regione, quello della Marinagri si era già discusso a luglio e aveva perso, quindi perdeva la Regione – il 19 vanno lì e ti fanno una nuova delibera in pratica, come quella di prima, dichiarando una cosa falsa totalmente, sulla scorta degli argomenti: Il giudicato si riferisce alla sola parte relativa all’attribuzione della volumetria… cioè noi abbiamo visto la sentenza che ha annullato tutto, non una sola parte – … per cui viene confermata in tutte le sue parti la vecchia delibera”. Ma questo è falso ed è un tentativo di aggirare vergognosamente la legge. Attenzione, qui la Giunta Regionale ha aggirato la legge inducendo in errore tutte quelle pubbliche amministrazioni, quei professionisti che non avevano tutti gli atti a disposizione per fare una cronistoria, pensando che questo avesse sanato, dato, pensando che questo nuovo decreto avesse dato ottemperanza ad una sentenza del TAR e nello stesso tempo sanato i vizi che conteneva il primo decreto, senza sapere che è totalmente falso questo. Ed è chiaro, è lampante. Per cui, alla luce di questo decreto, Policoro si mette a rilasciare – e i commissari ad acta di Scanzano – le relative concessioni. Adesso il TUCCI che ha vinto questa, ha impugnato e ha notificato, anche di recente, alla Regione e al comune di Policoro e al comune di Scanzano, la revoca delle concessioni date relative a questo. Mi sono spiegato? Le ha notificate e mi è giunta voce – io ho parlato pure con l’avvocato del TUCCI, che è la figlia poi gli segue le cose – che pare che sia stata fatta una riunione in Regione dove dicono che hanno bloccato tutte le concessioni relative ancora che ci sono… Però come se ne devono uscire non lo so a questo punto, cioè non esiste una via d’uscita, perché l’unica via d’uscita, preso atto della cosa, è quella della revoca totale di tutte le concessioni fatte, se c’è buona fede, però è chiaro che qui poi la commistione tra politica etc… Allora, torniamo un pochettino ai rapporti. Innanzitutto cominciamo a sapere che cosa è successo al sindaco di Scanzano…
M.llo MUSARDO – Scusate, prima di passare a questi fatti qua, lei ha mai avuto corrispondenza con il Ministero dello Sviluppo Economico relativamente ai fondi di cui stiamo parlando (incomprensibile).
ALTIERI Mario – Sì, mi pare che ho avuto.
M.llo MUSARDO – Ma si ricorda qual’era l’oggetto?
ALTIERI Mario – L’oggetto è sapere se era cantierabile l’opera. E io ho fatto una lettera molto dettagliata su questi temi, dicendo che l’opera non era cantierabile perché violava questi siti, etc., etc. e quindi la potete avere agli atti la lettera – non so se ce l’avete già – cioè una lettera molto dettagliata dove ho segnalato lo stato dei fatti, perché quelli, per avere l’anticipazione, per potere approvare tutto il finanziamento, avevano la necessità che qualcuno dichiarasse… che si dichiarasse da parte dei due comuni la cantierabilità dell’opera.
M.llo MUSARDO – Quindi lei, in qualche maniera, “ostacolava” l’emissione di questi
finanziamenti…
ALTIERI Mario – Io per natura non ostacolo… – chiedo scusa non è una polemica con lei, è una precisazione, non è una polemica con lei.. – non ostacolo per natura le iniziative, io tendo solo di tutelare, di agevolare tutte le iniziative nell’interesse pubblico e quindi nella tutela delle procedure. Al Ministero dello Sviluppo Economico…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ministero delle Attività produttive.
ALTIERI Mario - …ho fatto una lettera molto dettagliata sullo stato dei fatti, però, nonostante tutto, non so come l’hanno giustificata e come se ne sono usciti, non so…
M.llo MUSARDO – Lei ha avuto risposta a quella lettera?
ALTIERI Mario – Nessuna risposta.
M.llo MUSARDO – E lei ha idea, nelle aree del comune di Scanzano, quali opere erano previste?
ALTIERI Mario – Sì, sì, certamente, ma c’è il piano poi che è molto dettagliato. Ma nel comune di Scanzano venivano prevalentemente…, c’era una parte delle opere di urbanizzazione che ricadevano… che è questa concessione che è stata data di recente e che non poteva essere data anche se (…parole incomprensibili…) proprio perché non è stato mai approvato il piano e c’era poi, per esempio, un grosso campo da golf che ricadeva come infrastruttura e poi c’era tutto l’intervento di natura ambientale.
M.llo MUSARDO – In parte anche un Hotel?
ALTIERI Mario – Adesso non ricordo, penso di sì, perché…
M.llo MUSARDO – Hotel Palace.
ALTIERI Mario – C’è il comparto F)…
M.llo MUSARDO – Era a metà diciamo?
ALTIERI Mario – No, per una parte ricadeva nel comune di Scanzano, quindi automaticamente… Poi io perché ho dovuto sempre sostenere sta cosa? Pure per un fatto di giustizia nei confronti dei cittadini interessati, ma poi anche per tutelare gli interessi del mio comune, perché la tavola di perequazione prevede che tutti gli oneri al 70% vengano al comune di Scanzano e al 30 al comune di Policoro. Cioè forse non ci capiamo! Cioè immaginate fino a che punto io ho dovuto sostenere una cosa. Che cosa è successo?
…………………………………..OMISSIS……………………………………….
Nel prosieguo delle dichiarazioni l’Altieri, poi, ricollegava tutte le sue vicende giudiziarie ed il suo arresto ad un disegno posto in essere da Vitale, Genovese,Galante e Gentili per “toglierlo di mezzo” in quanto si opponeva a tale progetto