venerdì 7 marzo 2008

I primi nomi per le politiche

P OT E N Z A . Chi chiude si brucia. Dietro gli equilibrismi per definire le candidature, si raccoglie qualche soddisfazione e molti malumori e delusioni. Dopo i giorni caldi del Partito democratico, ora tocca alla Sinistra Arcobaleno. Fra mal di pancia e insofferenze dentro e fra i partiti alleati (Rifondazione comunista, Verdi, Comunisti italiani, Sinistra democratica). L’arcipelago rosso-verde lucano doveva ricominciare da tre. Tre sono infatti i parlamentari uscenti: il senatore Piero Di Siena (Sd), la deputata Angela Lombardi (Prc), la senatrice Anna Maria Palermo (indipendente Prc). La discussione è cominciata con un’uscita del sen. Di Siena, e ripresa dal coordinatore regionale di Sinistra democratica, Antonio Califano, che diceva più o meno così: «Se vengono confermate le due parlamentari uscenti, sono disposto a fare un passo indietro. Se questo non dovesse accadere, anche Sinistra democratica avanzerà le proprie candidature». Candidature alle quali non intendevano rinunciare gli altri alleati, Pdci e soprattutto Verdi (con un aggueritissimo Franco Mollica in campo). Ieri il colpo di scena: i numeri uno, candidati dalla Sinistra Arcobaleno alla Camera e al Senato in Basilicata, sono due donne, entrambe esponenti del Prc, ma non coincidenti esattamente con le parlamentari uscenti. Al Senato viene riconfermata Anna Maria Palermo (in quota Prc), seguita da Raffaele Soave (Pdci). Alla Camera dei deputati viene invece candidata, in testa di lista, Titti De Simone (Prc), proposta dal tavolo nazionale. Dietro il suo nome ci sarà quello di un esponente di Sinistra democratica (tra i papabili, Gianni Rond i n o n e, Antonio Placido, Giannino Rom a n i e l l o,Antonio Califano). A seguire un esponente dei Verdi e poi Giuseppe Tedesca (Pdci). Si deciderà, tra mugugni e delusioni, non prima di venerdì. Più che Arcobaleno si respira aria di tempesta. Ore decisive intanto per la definizione del patto di desistenza tecnica fra Popolari uniti, in Basilicata, e Socialisti. L’ipotesi di alleanza - sulla quale oggi dovrebbero sciogliersi i nodi - potrebbe essere la seguente: alla Camera viene presentata una lista dei Socialisti; al Senato una dei Popolari uniti. Ieri il colpo di scena: i numeri uno, candidati dalla Sinistra Arcobaleno alla Camera e al Senato in Basilicata, sono duedonne, entrambe esponenti del Prc, ma non coincidenti esattamente con le parlamentari uscenti. Al Senato viene riconfermata Anna Maria Palermo (in quota Prc), seguita da Raffaele Soave (Pdci). Alla Camera Da stabilire se ciascuno candiderà i propri uomini o se, in entrambe le liste, saranno presenti esponenti delle due formazioni. E in casa del Partito democratico, dopo la durissima reazione del sottosegretario all’Economia, Mario Lettieri («sono stato fucilato senza processo») e le critiche di Antonio Boccia (c’è stata «qualche scelta disdicevole e baronale» e «sarebbe stato meglio candidare Mazz occo e Adduce» a fronte di «candidature esterne»), da registrare il commento entusiasta dell’europarlamenta - re del Pd, Gianni Pittella: «È stato un risultato eccellente quello ottenuto dal segretario regionale del Pd lucano, Piero Lacorazza, nella formazione delle liste. Un risultato che garantirà alla Basilicata una forte e qualificata rappresentanza parlamentare, equilibrata sul piano territoriale, della presenza di genere e in grado di rispondere all’esigenza di continuità e di innovazione ». Risultato ottenuto grazie alla coesione dell’intero partito, ma anche «alla
responsabilità, alla generosità, alla lealtà che ha animato il comportamento di tutti, in particolare di coloro che, avendo ben operato in Parlamento e nel Governo, avrebbero meritato la riconferma». Maurizio Bolognetti, consigliere dell’Associazione Coscioni e segretario dei Radicali lucani, riprende l’ammonimento già lanciato al Pd da Marco Pannella: «Pacta sunt servanda». E, con riferimento alla candidatura della radicale Elisabetta Zamparutti al terzo posto nella lista della Camera in Basilicata, dietro Salvatore Margotta e Antonio Luongo, rinnova l’ap p e l l o a «non nascondere i radicali». Ma, poiché la collocazione della Zamparutti, appare, dal punto di vista dell’elezione, «tutt’altro che certa», per Bolognetti così si mette a rischio il rispetto dell’impegno assunto dal Pd: l’ele - zione di nove radicali in Parlamento. Intanto altri sommovimenti, più o meno sotterranei, agitano le acque politiche. I boatos danno per rotto il breve sodalizio che ha portato i consiglieri regionali Nino Carelli e Prospero De Franchi in Italia dei valori. Una crisi di rapporto che, a leggere i segni, sarebbe confermata dall’assenza dei due esponenti politici, ieri, in occasione del sopralluogo lucano del leader del partito e ministro Antonio Di Pietro. La situazione, ovviamente, è in divenire ma si sussurra di un avvicinamento di De Franchi e Carelli all’area centrista (Rosa bianca?). Salvo ritorni di Carelli a casa Pd. Infine la vicenda della vicepresidente del consiglio regionale, Rosa Mastrosimone, ultima esponente del partito di Mastella nell’assemblea dopo che tutti i suoi ex colleghi udeurrini hanno deciso di non seguire il capo Clemente che si trasferiva dal centrosinistra al centrodestra (ma che adesso nessuno vuole neanche là). Dinanzi alle voci relative a possibili riposizionamenti della Mastrosimone, la stessa consigliera ha inviato una precisazione di complessa decifrabilità che consegniamo all’intelligenza (e capacità di comprensione) dei lettori: Mastrosimone fa sapere di aver organizzato, per venerdì e sabato prossimi, «un incontro con gli amministratori e le persone che in ogni singolo comune della Basilicata vedono in lei un punto di riferimento politico». E non è finita qui: «Nel corso dei due incontri la Mastrosimone - prosegue la nota sulla scia delle indicazioni che giungono dalla propria base politica, delineerà il percorso politico che, in assoluta coerenza con il progetto politico fin qui portato avanti, rappresenterà la linea politica con cui si affronteranno le prossime consultazioni elettorali amministrative e politiche. Si smentiscono pertanto tutte le ipotesi che in questi giorni hanno trovato spazio sulla stampa locale». Non sappiamo se qualcuno riesca a intendere il significato profondo della dichiarazione. Possiamo però azzardare una banale e superficiale interpretazione: si tratta di un annuncio chiaramente «politico» (almeno a giudicare dal numero di citazioni del termine). Per il resto, Mastrosimone si è convinta che a questo punto deve pur buttarsi (politicamente) da qualche parte. Ma non ha ancora deciso dove. ( M. Sammartino Gazz. Mezz.)