giovedì 22 ottobre 2015

Il gioco delle tre carte

Tratto da Karakteria
La vogliamo finire con il gioco delle tre carte in mezzo all'assedio?
O meglio: vogliamo finirla di caderci ogni volta?
Pittella ed Emiliano, sotto una pioggia incessante di fischi a Policoro, avevano dichiarato che che ci "avrebbero messo in ginocchio con la forza della ragione". Come se i nemici fossimo noi - che chiedevamo di prendere una posizione vera e decisa -  e non quei petrolieri che stanno occupando la Basilicata e inquinando anche le acque dalle quali si abbeverano anchei pugliesi, i due governatori ci avevano cantato contro  "Bella Ciao", equiparando noi agli invasori dai quali bisogna invocare la liberazione. Loro, i sostenitori di un governo petroliere definivano i No Triv invasori e si facevano paladini della ragione, mentre - a dispetto di ogni logica - inscenavano manifestazioni pro dialogo con Renzi e non sprecavano una parola sulla devastazione petrolifera già in atto in Basilicata.
Da quel giorno di luglio qualcosa è cambiato: innanzitutto è risultato chiarissimo che sono stati loro a finire in ginocchio, schiacciati dal peso della loro incapacità e della pavidità di gerarchi di partito più che di governatori  (sono stati costretti ad ammettere che quel dialogo - che noi definivamo impossibile - si è rivelato veramente IMPOSSIBILE); in secondo luogo hanno, se non altro, deliberato per il referendum proposto dai No Triv.
Ma è chiaro che ancora non basta!
Da quel giorno di luglio ad oggi siamo passati da zero a tre autorizzazioni nel golfo di Taranto; dal timore della minaccia al bruciore per lo schiaffo ricevuto. Ora ci manca solo la trivella a perforarci per stare al completo e grazie allo Sblocca Italia, l'operazione potrebbe non richiedere molto tempo.
E intanto continuano ad imbrogliarci con il gioco delle tre carte: si alza la carta di una dichiarazione infuocata del gladiatore a Potenza sui giornali amici, ma non fa in tempo ad abbassarsi che già se ne solleva un'altra a Capri, nella quale lampeggia l'asso di Confindustria con la quale gladiatori, pretoriani e indistriali plaudono insieme agli introiti del petrolio lucano; la mano sinistra mostra fulmineamente la carta di una Lepolda a Matera, per alzare la voce contro la devastazione petrolifera in atto, ma non fa intempo a toccare il tavolo che già l'altra mano mostra Roma, dove si fanno le fusa a Renzi e si vota prima per lo Sblocca Italia, poi per la modifica del Tit. V della Costituzione, ossia proprio per la devastazione petrolifera della Basilicata.
Carta vince, carta perde, ma dove sta l'asso di cuori? Dove stanno i vostri cuori? Con chi stanno?
Carta vince, carta perde: quello fa lo sciopero della fame di un giorno, quell'altro si dimette dalla commissione sanità, quell'altro ancora e quell'altro pure scrivono e scrivono sui giornali che "non ci stanno".
Carta vince e carta perde: intanto si ritorna a mangiare e ad allearsi con chi fa piovere contribiuti e si continua a votare e a stare dentro gli ingranaggi che contano, senza mai opporsi veramente, senza mai scegleire veramente: uno ci tiene a precisare che il governo continua a fare tanto per noi, l'altro - che non si sentiva da un pò, sprofondato nella bambagia di un ministero regalatogli - già mette le mani avanti e dice che "le trivellazioni in mare potrebbero essere inevitabili, dovremmo vedere come ridurre i danni".
"Carta vince, carta perde", ripetono i furfanti nei pressi di Piazza Garibaldi a Napoli, aspettando il pollo (lì sempre più raro ormai) che cada nella trappola; "carta vince, carta perde" fanno eco sindaci, consiglieri e presidenti per tutta la Basilicata.
L'asso di cuori non c'è.
Non hanno un progetto per questa terra, il loro lavoro è attirare contributi e finanziamenti per ampliare le clientele. La loro politica è campare alla giornat, un pò come i lestofanti di Piazza Garibaldi che passano mattinate intere e fanno capannello sul marciapiede per attirare il pollo. L'obiettivo è rimanere in piedi e avanzare di carriera.
L'asso ci cuori non c'è in nessuna delle carte: non hanno una preferenza reale, non hanno un sogno, una posizione chiara e definita, perchè non hanno un'idea e men che meno un ideale di ciò che può e dovrebbe essere questa terra. L'asso di cuori non può esserci per chi bada solo agli assi e ha perso i cuori.
Se le associazioni e i lucani stanno fermi e zitti, state sicuri che continueranno a giocare così.
Se domani dovessimo scendere in strada, rioccupare la 106, correre incazzati da Renzi, state sicuri che loro verrebbero dove siamo noi... per attrezzare un nuovo banchetto per il gioco delle tre carte.
Al contrario di ciò che accade in Piazza Garibaldi, quì il pollo non lo aspettano, lo rincorrono.