giovedì 26 maggio 2016

Smantellamento ferrovie in Basilicata, i vertici regionali non vedono il disastro

Da più di sette mesi cerchiamo di portare i vertici regionali a discutere del problema trasporti e in particolar modo della rete ferroviaria lucana ed è da più di sette mesi che il presidente Pittella e il suo assessore ai trasporti, Aldo Berlinguer, declinano l'invito adducendo ogni volta le scuse più fantasiose e, per certi versi addirittura vergognose, come nel caso delle ultime scusanti addotte dell'assessore toscano, che è arrivato ad escludere i fine settimana come tempo da dedicare al pubblico confronto per motivi di week end e ritorno a casa: 

l'assessore all'ambiente e ai trasporti della Basilicata, comportandosi come un qualsiasi impiegato che a fine giornata timbra il cartellino e via, rifiuta di affrontare un discorso così cruciale per la nostra regione, principalmente perché non è casa sua. 

Invece fra i maggiori esperti nazionali di ingegneria e logistica dei trasporti come il professor Domenico Gattuso, parlamentari e senatori che vanno dai 5 Stelle a Forza Italia, sindacalisti di ogni sindacato, sindaci e vertici di Trenitalia hanno subito accettato l'invito a sedersi intorno ad un tavolo di confronto e proposta volto a comprendere se esiste e qual è la linea politica del governo nazionale e di quello regionale per questa regione, per affrontare una situazione che altrimenti ci condannerà sempre più all'isolamento.

 Perché il presidente della regione e l'assessore ai trasporti, con i loro diniego, hanno fatto saltare questo tavolo? Le recenti inchieste di Potenza, fra gli altri fatti, hanno fatto emergere la scandalosa celerità della costruzione e manutenzione di strade quando queste sono utili alle compagnie petrolifere, mentre assistiamo da anni al decadimento delle nostre infrastrutture e al vero e proprio smantellamento dei nostri assi ferroviari e dei treni. 

In tutta risposta, mentre si firma a Matera in pompa magna un patto per il sud che riduce di un terzo (38 miliardi per tutto il sud Italia) la somma iniziale prevista dal Fondo di Sviluppo e Coesione (inizialmente prevista di 58 miliardi di euro), l'idea stessa di un sistema di trasporti adeguato e di una ferrovia al passo con i tempi viene dimenticata e fatta dimenticare: Pittella non smette di ripetere che i materani la ferrovia se la possono e se la devono scordare, mentre cala un gelido alone di silenzio sulla disastrosa situazione infrastrutturale esistente (Ricordo velocità commerciali sulle tratte Salerno – Potenza Centrale e Potenza Centrale – Metaponto rispettivamente a 55 km/h ed a 76 km/h – Bernalda - Nova siri 44 km/h). 

E’ del tutto evidente, infatti, che se non si procede a renderla piu’ moderna, veloce e comoda, si condanna il sistema ferroviario lucano e della Basilicata nord-occidentale a non essere vettore competitivo, con un lento ma inesorabile declino. E’ altrettanto evidente che le azioni governative in merito alla liberalizzazione senza regole del trasporto su ferro non avevano solo finalità di aprire un segmento produttivo sino ad oggi soggetto a monopolio, ma quelle di ridurre il treno ad un mezzo per pochi eletti, avvantaggiando una concorrenza nella quale i privati operano solo sulle tratte dove si guadagna, lasciando alla collettività il costo del servizio sociale che, così concepito, diventa sempre più difficile garantire con le ristrettezze dei bilanci e dei finanziamenti. Infatti, già oggi in varie Regioni d’Italia sono state chiuse linee ferroviarie regionali, sostituendo i servizi con l’autobus, più economico in termini di costo diretto ed ampiamente più “caro” per i cittadini e le collettività in termini sociali e ambientali. 

Ma in via Anzio sembra quasi che nessuno si accorga dello smantellamento in atto della rete ferroviaria, e intanto si sprecano soldi per l'acquisto di treni anacronistici (a diesel) in un contesto nazionale che viaggia ad alta velocità e che ci ha letteralmente segato fuori dai suoi assi. Noi riteniamo che il problema delle ferrovie e dei treni sia imprescindibile per lo sviluppo della nostra regione, per questo (a meno che non si voglia attuare un meticoloso e congeniale piano di sottosviluppo per queste terre) andiamo avanti, lanciando un ultimo pubblico appello al presidente e all'assessore Berlinguer. 

L'ultima occasione per decidere se continuare a far mettere la testa sotto la sabbia ai lucani oppure se aprirsi al confronto e alla proposta democratici. Entro la prima decade di giugno, infatti, l'incontro si farà in ogni caso, con o senza i vertici politici regionali, dunque senza i diretti responsabili. Va da sé che a questo punto la loro presenza o assenza assumerà inevitabilmente un significato politico. A loro la scelta politica e civile: se aprirsi al confronto e iniziare un dibattito democratico su questo tema o se abbandonare il campo e lasciare dunque la creazione di altri blocchi di opposizione su questi temi e la creazione di altri 4, 5, cinquecento comitatini che a questo punto dovrebbero sorgere in ogni paese per ricordare ai nostri governanti che siamo ancora in democrazia e che i lucani al loro sviluppo non vogliono rinunciarci.

Ivano Farina - Antico circolo culturale Karakteria

Davide Mecca – I non pendolari di Basilicata