Incontro con i giornalisti per “sgomberare il campo” da Presa diretta e Kilimangiaro
di Eugenio Bonanat
a Basilicata 24
Qualche lucano si era illuso che “l'operazione trasparenza
sul petrolio” illustrata
stamani dal Governatore Pittella ai giornalisti, fosse
il momento delle verità scomode finalmente svelate.
Qualcuno pensava che finalmente Pittella potesse pronunciare
a voce alta i lemmi Pertusillo, invaso di acqua potabile. E idrocarburi. Oppure
Centro Oli e Tecnoparco. Qualcuno immaginava che Pittella potesse parlare senza
timori dei danni collegati allo smaltimento degli scarti petroliferi che in
questi ultimi anni hanno castigato le terre del pecorino e le acque del
Basento. Qualcuno pensava che finalmente si potesse far chiarezza su cosa sputa
quella lingua di fumo e fuoco che si leva alta sopra l'impianto di trattamento
petrolifero di Viggiano (il Cova). Che stupore se addirittura avesse fatto
riferimento agli affari della Total. Alle discariche di veleni in attesa di
bonifica lasciate in eredità dopo le perforazioni degli anni '90. Un bel
lascito farcito di idrocarburi nei terreni e manganese nelle acque. Il comune
di Corleto, due settimane fa, ha posto il divieto di utilizzo delle acque al di
sotto del pozzo Perticara 1 proprio perché ancora custodiscono quei veleni. Ma
parlare di tutto ciò non era conveniente. E allora il coniglio tirato fuori dal
cilindro di Pittella è stato un altro. C'è bisogno di un “sussulto di
responsabilità per rilanciare la Basilicata”. E così il Governatore ha
convocato la stampa “per sgomberare il campo dai dati erronei alimentati da
trasmissioni nazionali che non hanno detto la verità”. Il riferimento, chiaro,
va al Kilimangiaro e a Presa diretta. Come hanno osato sporcare il bianco di
Matera col nero del petrolio? Già. Quello che i lucani devono sapere, al
massimo, è che “in Basilicata ci sono 40 pozzi attivi” dell'Eni più i “10” di
Total che entreranno in funzione a partire dal 2017. Poi tanti numeri
ragionieristici su “coltivazione di idrocarburi e istanze di permessi di
ricerca”. Tutto funzionale a smontare l'idea di regione gruviera e a seminare
sul campo la vera verità. “Sull'articolo 38 avevamo ragione noi”. Tradotto vuol
dire che saranno i dipartimenti lucani a decidere sulle nuove concessioni 'fin
a quando' il ministero dello Sviluppo economico, sentito quello all'Ambiente, e
previa consultazione di Regione, Province e Comuni, non redigerà un piano delle
aree destinate ad estrazioni. Questione di tempo. Poi la palla sarà
definitivamente nel campo dei ministeri e del premier. Fine della sovranità
territoriale. Ma ciò non si può raccontare. E soprattutto fate attenzione,
perché se per “operazione verità” qualcuno, legittimamente, dovesse ancora
pensare ai danni del petrolio (presenti e futuri) sulla catena alimentare,
compresa l'acqua che beviamo, ha sbagliato Palazzo. Non cerchi risposte a via
Anzio (sede della Regione).