venerdì 19 settembre 2014

MA UNA SCANZANO PUÒ VALERE 85 EURO?

DI GIOVANNI RIVELLI – Domani mi recherò alle poste a effettuare un versamento di 85 euro sul conto della
Regione Basilicata. Non sono impazzito ma 85 euro sono, più o meno, la quota spettante ad ogni lucano per i 50 milioni liberati dal patto di stabilità che in questo momento sembrano il prezzo per consentire mano libera all’aumento delle estrazioni petrolifere in regione.
Lo faccio come moto di dignità nei confronti di chi, appena qualche giorno prima, ventilava “una nuova Scanzano” contro i progetti di aumentare le estrazioni contro il volere dei lucani. A Scanzano la reazione fu forte e non perché i lucani chiedevano 85 euro a testa, ma perché chiedevano futuro. E anche nella vertenza petrolio la forza della rivendicazione può esserci, ma solo se collegata al futuro di questa terra e non a 85 euro.
Quando si parlava di memorandum si parlava di altro. Si parlava di un piano finanziato con miliardi di euro (6?) aggiuntivi e fuori dal patto di stabilità, non gestiti dalla regione e non utilizzati per la sagra del cipollotto o la manifestazione turistica di vicolo stretto, ma inseriti in un programma di sviluppo concordato da Regione e Governo in base ad assi di sviluppo prioritari europei tra strade, treni, banda larga, infrastrutture e altri fattori di sviluppo. Si parlava di futuro, non di 85 euro che, peraltro, a leggere le cronache sembrano essere destinati a pagare cose che in passato pure venivano pagate e che, quindi, alla fine, in chissà quale sagra verranno effettivamente investiti.
E si parlava di un ruolo delle compagnie che ora sembrano essere scomparse proprio dalla scena. A loro si chiedevano localizzazioni produttive per migliaia di posti in settori strategici, da sostenere a loro cura. E si chiedeva, comunque, di limitare le attività solo ad alcune zone, perché il petrolio può garantire un futuro di 20 anni che basta alla mia generazione, ma non a quella che seguirà che ha bisogno di uno sviluppo più duraturo e sostenibile.
Per questo, sono certo, in molti sarebbero pronti agli scioperi, i blocchi stradali, le manifestazioni da oltre 100mila persone che ci furono per la vicenda del deposito di scorie nucleari. Per 85 euro l’anno, forse per tre anni, non vale la pena nemmeno di fare un giorno di sciopero.
Ho votato centrosinistra e resto fermo su questa convinzione. Ma credo che sia oltremodo miope approvare qualunque cosa faccia uno chiunque di centrosinistra, sia perché per chi non crede nella logica dell’ “uomo solo al comando” e si radica nella convinzione della buona fede di tutti il dibattito e il contraddittorio servono a fare scelte migliori, sia perché accodarsi tutti agli sbagli (come il caso Potenza insegna) porta a non avere più credibilità quando ci si presenterà agli elettori anche con persone diverse rispetto a chi ha fatto scelte sgradite. Nella dialettica devono emergere anche le diverse visioni. E, sinceramente, quella di chi esalta per la possibilità di spendere 85 euro dopo aver evocato Scanzano per la lotta sul petrolio non è la mia.
Anche perché (ma non è nemmeno rilevante nel discorso complessivo) non si tratta nemmeno di 85 euro reali, ma 85 euro di possibilità di spesa di soldi già esistenti. Per cui anche il mio versamento alla regione non servirebbe a nulla. Motivo per il quale il versamento lo farò, ma in favore dell’Ant.
Giovanni Rivelli
tratto da  HYPERBROS