Nelle parole di Renzi, dell’altro ieri
non vi era alcuna traccia di quei
quei riconoscimenti che
la Basilicata stava chiedendo infatti nel decreto
consegnato alla firma del presidente della Repubblica , non vi è nessuna ma
nessuna delle richieste avanzate dal suo amico Pittella, anzi solo delle prese
in giro. aLLE PROPOSTE di mediazione pur sconsiderata del governatore Lucano , Renzi non
solo fa orecchio da mercante ma umilia la Basilicata. In pratica quel “me ne
fotto dei voti Lucani “ e mi prendo costi quel che costi il loro petrolio , è stato messo in pratica, senza se
e senza ma .
Questo uscirebbe dalla bozza Sbocca Italia ,
che noi potremo chiamare l’AVVELENA BASILICATA , infatti il quotidiano della
basilicata riporta indiscrezioni il cui decreto ignorando le richieste di
Pittella , parlerebbe di : Nell'articolo 37 del decreto che firmerà Napolitano è
specificato che «per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, delle spese sostenute
dalle regioni per la realizzazione degli interventi di sviluppo
dell’occupazione e delle attività economiche, di sviluppo industriale e di
miglioramento ambientale nonché per il finanziamento di strumenti della
programmazione negoziata nelle aree in cui si svolgono le ricerche e le
coltivazioni di idrocarburi, subordinatamente e per gli importi stabiliti con
decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze da emanare entro il 31 luglio di ciascuno anno,
sulla base dell’ammontare delle maggiori entrate riscosse dalla Regione,
rivenienti dalla quota spettante alle stesse Regioni dall’applicazione
dell’articolo 20, commi 1 e 1-bis del decreto legislativo 25 novembre 1996, n.
625, per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 nel limite delle aliquote di
prodotto relative alle produzioni incrementali realizzate negli anni 2014, 2015,
2016 e 2017 rispetto all’anno 2013».
Al di la del linguaggio propriamente tecnico, è precisato che in caso di aumento delle estrazioni petrolifere (dato oramai per assodato) per gli anni che vanno dal 2015 al 2018, i ministri dello Sviluppo economico e quello dell'Economia - entro il 31 luglio di ciascun anno - stabiliranno le royalties che “usciranno” dal patto di stabilità spettanti alle regioni interessate (e quindi anche alla Basilicata). Royalties che possono essere utilizzate solo ed esclusivamente per investimenti. Ma c'è dell'altro. Per l'anno corrente la quota di royalty fuori dal patto, indipendentemente dall'aumento o meno delle estrazioni, saranno contenute all'interno della legge di stabilità 2015.
Ma c'è di più. Il tutto non è nemmeno certo perchè il governo si riserva di inserire gli eventuali benefici nella prossima Legge di Stabilità con una postilla che lascia tutto in forse: «...compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica...». Tanto più che fuori dal patto di Stabilità vanno le risorse del 2014. Non quelle di prima. Non fino al 2013. Insomma nella migliore delle ipotesi andranno esclusi dai paletti dell'austerity le royalties che stanno maturando in questo anno solare.
Con l'aggravante - sempre secondo la bozza modificata che è sul
tavolo del Presidente della Repubblica – che le risorse aggiuntive da
scorporare dal patto di stabilità non possono essere utilizzate per appianare i
debiti e pagare i creditori. I soldi delle royalties hanno un vincolo che deve
restare: possono essere utilizzate solo per ricerca e innovazione non per spesa
corrente. Insomma il nodo dei 200 milioni in cassa per ossigenare l'economia
lucana, non si scioglie.
Una caporetto per
Pittella , una condanna ambientale per la basilicata , una condanna a morte per
i cittadini Lucani che gli è stato tolto
il diritto di scegliere come morire, una violazione della attuale costituzione
, perche Renzi agisce con questo decreto come se il titolo V della costituzione
fosse abolito e con essa i poteri della Regione sulle scelte energetiche. Se la
nostra classe politica avesse le palle , chiamerebbe alla rivolta , ma esse non
servono il popolo , adesso la parola passa ai cittadini , solo noi possiamo
difendere la nostra terra il suo futuro.