di Eugenio Bonanata
L'assurda vertenza dei precari alla Regione Basilicata
Lo
striscione che si vede nella foto campeggia da alcune settimane all'entrata
della Regione Basilicata. Peccato che, molti di quelli che oggi si piangono
“disoccupati”, ieri, per lavorare nel Palazzo, si sono affidati ai vecchi
metodi della raccomandazione senza passare per le forche caudine del concorso
pubblico.
Parliamo
degli 87 precari del Po-Fesr. Tra di loro c'è una minoranza di professionisti
vincitori di concorso ministeriale nel 2002. Ma la maggior parte sono entrati a
far parte del bacino dei precari della Regione Basilicata perché iscritti a
specifiche long list. Venivano cioè ripescati da ciascun dipartimento o dalla
Giunta senza una logica precisa. In base al libero arbitrio di assessori e
direttori di dipartimento. Solo perché figli, nipoti e amici di. Colonie di
insediamento partitico.
La legge della chiamata diretta. Per legge, i precari, in
questi anni, dovevano rendicontare il modo in cui è stato speso in Basilicata
il malloppo europeo trasferito da Bruxelles. Spesso, però, gli stessi 'lavoratori',
alcuni dei quali hanno percepito fino a 4mila euro al mese, sono stati
impiegati in ufficio per sbrigare pratiche ordinarie che, per legge, spettavano
a dipendenti in ruolo spesso spostati per fare posto a loro. Abusi di legge
consumati nel silenzio. Anche le chiamate dirette sono proseguite indisturbate
fino al 2012, quando un consigliere regionale (Gianni Rosa) chiese che si
mettesse fine al sistema di 'cooptazione' e che venissero banditi dei concorsi
pubblici per reclutare al lavoro i precari.
Concorso, no, proroga. Il concorso, da aprile,
è slittato a novembre 2013. Alla vigilia della prova una gola profonda ha
rivelato alla stampa le domande d'esame ancora prima che il concorso avesse
luogo. E' seguito l'intervento della Procura, dei carabinieri e il ritiro della
Commissione esaminatrice. Di lì la proroga, concessa dall'Autorità regionale
responsabile dei Por e di cui hanno usufruito tutti i precari. Indistintamente.
A febbraio (2014) è scaduta la proroga. Una delibera di giunta ha fissato a fine
marzo i termini per partecipare al nuovo concorso dando un vantaggio in termini
di punteggio iniziale a chi già da 5 anni aveva svolto lo stesso ruolo. Cioè
proprio a loro. Ma i posti a bando sono solo 50. E' questo il punto.
L'acqua è poca, la papera non ….Solo 50 posti e 87 in
cerca di riconferma.Cosìoggi i precari dalle uova d'oro vogliono di più.
Cercano una proroga infinita e contro legge. Stendono striscioni in cui parlano
di “finta rivoluzione”, facendo il verso, così, al neogovernatore Pittella che
alle scorse regionali utilizzò come cavallo di battaglia proprio il motto della
“rivoluzione democratica”. Oggi con l'avallo dei sindacati parlano di “vera
disoccupazione”, gli 87 precari (vedi
striscione nella galleria immagini). Ma quando venivano cooptati
negli uffici regionali, senza concorso, allora non battevano ciglio. Mentre i
loro coetanei laureati e con master abbandonavano l'amara Lucania, loro da che
parte stavano? Semplice. Molti di loro stavano coi padrini politici che li
hanno innalzati senza che avessero meriti.
Finti poveri. E così ora si fingono “poveri”,
“disoccupati”, perché da un mese a questa parte è scaduto il contratto e non
prendono più i 2 o 3 mila euro al mese pretesi non si capisce in base a quale
legge sulle 'assunzioni'. Si guardino intorno. Scoprirebbero la miseria
economica in cui 'davvero' versano tanti loro coetanei. E invece senza vergogna
continuano a pretendere con prepotenza, che la loro chiamata diretta si tramuti
magicamente in posto fisso. Non c'è mai fine alla vergogna e all'ipocrisia. Chi tra loro, invece, ha vinto un regolare concorso
(qualcuno c'è) alzi la mano e si smarchi dal gruppo. Sarebbe già questa una
rivoluzione!
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