giovedì 27 marzo 2014

Anche i 'raccomandati' protestano..

di Eugenio Bonanata

L'assurda vertenza dei precari alla Regione Basilicata  


Lo striscione che si vede nella foto campeggia da alcune settimane all'entrata della Regione Basilicata. Peccato che, molti di quelli che oggi si piangono “disoccupati”, ieri, per lavorare nel Palazzo, si sono affidati ai vecchi metodi della raccomandazione senza passare per le forche caudine del concorso pubblico.
Parliamo degli 87 precari del Po-Fesr. Tra di loro c'è una minoranza di professionisti vincitori di concorso ministeriale nel 2002. Ma la maggior parte sono entrati a far parte del bacino dei precari della Regione Basilicata perché iscritti a specifiche long list. Venivano cioè ripescati da ciascun dipartimento o dalla Giunta senza una logica precisa. In base al libero arbitrio di assessori e direttori di dipartimento. Solo perché figli, nipoti e amici di. Colonie di insediamento partitico.
La legge della chiamata diretta. Per legge, i precari, in questi anni, dovevano rendicontare il modo in cui è stato speso in Basilicata il malloppo europeo trasferito da Bruxelles. Spesso, però, gli stessi 'lavoratori', alcuni dei quali hanno percepito fino a 4mila euro al mese, sono stati impiegati in ufficio per sbrigare pratiche ordinarie che, per legge, spettavano a dipendenti in ruolo spesso spostati per fare posto a loro. Abusi di legge consumati nel silenzio. Anche le chiamate dirette sono proseguite indisturbate fino al 2012, quando un consigliere regionale (Gianni Rosa) chiese che si mettesse fine al sistema di 'cooptazione' e che venissero banditi dei concorsi pubblici per reclutare al lavoro i precari.
Concorso, no, proroga. Il concorso, da aprile, è slittato a novembre 2013. Alla vigilia della prova una gola profonda ha rivelato alla stampa le domande d'esame ancora prima che il concorso avesse luogo. E' seguito l'intervento della Procura, dei carabinieri e il ritiro della Commissione esaminatrice. Di lì la proroga, concessa dall'Autorità regionale responsabile dei Por e di cui hanno usufruito tutti i precari. Indistintamente. A febbraio (2014) è scaduta la proroga. Una delibera di giunta ha fissato a fine marzo i termini per partecipare al nuovo concorso dando un vantaggio in termini di punteggio iniziale a chi già da 5 anni aveva svolto lo stesso ruolo. Cioè proprio a loro. Ma i posti a bando sono solo 50. E' questo il punto.
L'acqua è poca, la papera non ….Solo 50 posti e 87 in cerca di riconferma.Cosìoggi i precari dalle uova d'oro vogliono di più. Cercano una proroga infinita e contro legge. Stendono striscioni in cui parlano di “finta rivoluzione”, facendo il verso, così, al neogovernatore Pittella che alle scorse regionali utilizzò come cavallo di battaglia proprio il motto della “rivoluzione democratica”. Oggi con l'avallo dei sindacati parlano di “vera disoccupazione”, gli 87 precari (vedi striscione nella galleria immagini). Ma quando venivano cooptati negli uffici regionali, senza concorso, allora non battevano ciglio. Mentre i loro coetanei laureati e con master abbandonavano l'amara Lucania, loro da che parte stavano? Semplice. Molti di loro stavano coi padrini politici che li hanno innalzati senza che avessero meriti.
Finti poveri. E così ora si fingono “poveri”, “disoccupati”, perché da un mese a questa parte è scaduto il contratto e non prendono più i 2 o 3 mila euro al mese pretesi non si capisce in base a quale legge sulle 'assunzioni'. Si guardino intorno. Scoprirebbero la miseria economica in cui 'davvero' versano tanti loro coetanei. E invece senza vergogna continuano a pretendere con prepotenza, che la loro chiamata diretta si tramuti magicamente in posto fisso. Non c'è mai fine alla vergogna e all'ipocrisia. Chi tra loro, invece, ha vinto un regolare concorso (qualcuno c'è) alzi la mano e si smarchi dal gruppo. Sarebbe già questa una rivoluzione!
Basilicata24.it