POTENZA
- «Per il terzo bonus idrocarburi non si sa come andrà a finire per via del
Consiglio di Stato, ma quando avrò quei 140,25 euro del secondo bonus che il
Ministero dello Sviluppo economico ha riconosciuto che mi spettavano, come ho
verificato collegandomi al sito?». Domanda ancora senza risposta. Perché se è
certo che quella somma sarà riconosciuta a tutti quei cittadini che ne avevano
diritto (verifica che è possibile ancora fare fino al 30 settembre accedendo
alla pagina web del Ministero dello sviluppo economico
http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/bonus/verifica/verifica.asp), non è
ancora certo cosa succederà dopo la nuova ripartizione del Fondo idrocarburi
lievitato a 172 milioni di euro per le produzioni del 2011 e del 2012 dopo i
versamenti di Eni e Shell nel 2012 di 78,9 milioni e di 93,2 milioni nel 2013.
Ferragosto è passato e dalla prossima settimana al Ministero dello sviluppo
economico si ricomincerà a lavorare per sbrogliare quella difficile matassa:
includere nel beneficio del bonus idrocarburi le regioni dove si trovano i
rigassificatori. Come fare? Dopo la notifica della decisione del Consiglio di
stato Il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’Economia e
Finanze provvederà a riformare il Decreto ministeriale prevedendo il ristoro
nei confronti delle attività di rigassificazione. Ma non sarà cosa facile,
perché gli uffici predisposti dovranno chiarire esattamente in cosa consiste la
produzione di un rigassificatore, che tecnicamente è costituita dalla
trasformazione di stato da liquido a gassoso. Questioni di natura tecniche per
determinare quanto spetta in percentuale, alle regioni dove c’è attività
estrattiva e a quelle dove ci sono rigassificatori. Questioni sostanziali per
decidere se dimezzare il bonus dei lucani a beneficio di veneti o liguri o
attribuirgli, togliere solo una piccola percentuale. Salvo poi, fatti salvi gli
effetti dei primi due bonus, trovare un modo per compensare con il nuovo Fondo
le mancate entrate nei due anni precedenti alle regioni dei rigassificatori. Ma
nella ridda di numeri per quantificare il terzo bonus, che nella peggiore delle
ipotesi sarebbe ridotto a meno di 80 euro e nella migliore a circa 160 euro
contro i previsti circa 170 euro, si perde di vista lo spirito della norma. E se
il coordinatore regionale del Pdl Guido Viceconte, intervistato alla Gazzetta
sul bonus ricorda «è una storia antica.... C’è un piccolo blocco, con una
sentenza del Consiglio di Stato che lo ha ridimensionato... È un sacrosanto
diritto e faremo, in tempi rapidi, provvedimenti legislativi per averlo». Ma
questa storia antica vale la pena di ricordarla. E proprio mentre arrivava la
bozza del decreto di ripartizione del primo Fondo nel 2010, anche allora
sull’ammontare del bonus si discuteva. Era il 30 luglio e la Gazzetta titolava
: «Sconto sulla benzina ma è guerra sulle cifre. De Filippo: solo 70 euro.
Latronico e Taddei: no, 100 euro». E se il Pd tuonava «decreto contro la
regione... mossa propagandistica, ma il governo non si occupa degli ultimi e
mostra la sua scarsa sensibilità sociale». «E la vecchietta che non guida e non
ha l’auto? La famiglia con un solo patentato?» Non è un’elemosina replicava,
infatti, il Pdl. «Abbiamo vinto una battaglia cominciata nel 2006 a cui non
credeva nessuno puntando sull’art. 45 che ha aumentato di 3 punti le royalty
portandole dal 7 al 10 per cento». E poi ricordava: «ci fu un attacco del
centro sinistra che paventò il dirottamento dei soldi al Veneto. I fatti
dimostrano che avevamo ragione noi». Ma al di là dei «botta e risposta» che
continuano, sono quei 172 milioni per fare benzina che dovrebbero far
riflettere. [l.ier.]
Tratto dalla gazzetta del mzzogiorno