sabato 2 marzo 2013

Lo chiamano tsunami, ma è vento di cambiamento


Beh,, stavolta è il caso di dirlo: tanto tuonò che piovve. I risultati del voto del 24 e 25 febbraio hanno annichilito tutti, perfino chi ne è uscito vincitore. Forse l’Italia è in presenza di quella svolta di cui si sente tanto il bisogno.
Lo hanno fatto in tanti e mi avventuro anch’io nell’analisi dei risultati di questa tornata elettorale che ce la ricorderemo per molto tempo. Tanto per cominciare cresce il numero di italiani che si rifiuta di votare, è arrivato al 75% il numero di astensionisti, aggiungiamoci un 4% di votanti che annullano la scheda, quasi tutti  lo fanno scrivendo ingiurie, e di chi la lascia immacolata nell’urna.  Quindi quasi il30% degli aventi diritto al voto si rifiuta di essere “complice” del sistema, togliamoci un fisiologico 10%  di astenuti “giustificati”, sono circa 9.000.000 i disertori del voto, mica roba da niente e già questo dato assume un significato ben chiaro circa la fiducia degli italiani nella partitocrazia.
Se poi ci addentriamo dentro i numeri si ha la conferma che la fiducia nei due principali partiti italiani è quasi del tutto svanita: 6 milioni di elettori in meno per il PDL e 3 per il PD rispetto alle elezioni del 2008.
Il PD mantiene 5 punti percentuali nei confronti del PDL ma le coalizioni, in termini percentuali, si equivalgono, la composizione del Parlamento viene stabilita dalla stramba legge elettorale per cui con il premio di maggioranza la Camera è saldamente in mano al centrosinistra, il Senato, invece, è senza una maggioranza definita.
Spariti partiti e personaggi che hanno fatto la storia delle ultime legislature, Fini e Di Pietro su tutti, di molto ridimensionata la Lega Nord, pochi i partiti rappresentati in Parlamento (8 al Senato e 8 alla Camera) mentre quelli che sono scesi in campo erano centinaia, a scorrere i dati del Ministero dell’Interno ci si accorge che la stragrande maggioranza dei partiti che hanno preso parte alle elezioni ha racimolato poche migliaia di voti per cui sarebbe bene trovare il modo di limitare la partecipazione alle formazioni che realmente rappresentano un consistente numero di cittadini.
Irrompe, ed è la prima volta, una nutrita pattuglia (54 senatori e 108 deputati) del Movimento 5 Stelleche ha come capo carismatico Beppe Grillo. Sovvertiti tutti i pronostici e i sondaggi che davano il Movimento al massimo intorno al 15% ed invece questi neofiti della politica sono il primo partito alla Camera ed il secondo al Senato! Tutti i media sono impegnati a cercare di spiegare i motivi di questo clamoroso pronunciamento degli italiani. All’estero commentano l’ingovernabilità dell’Italia.
Il segnale, a mio parere, è chiaro è forte, la gente s’è stufata per davvero del modo di fare politica in Italia, non serve più semplicemente indignarsi o lamentarsi, la valanga di voti dirottati sul Movimento 5 Stelle è un chiarissimo invito ai partiti a cambiare registro.
La misura è stata colmata con l’ultimo anno di governo tecnico che per salvare l’Italia dal baratro, ha fatto pagare la risi alle classi più deboli, trascinando nella povertà e nella disperazione tantissime famiglie. Nel mentre Monti si accaniva con nuove tasse l’economia andava a puttane, calo dei consumi e tantissime imprese medie e piccole fallite sotto i colpi delle tasse e della recessione. Gli Italiani stavolta non si sono fatti incantare dalle vergognose promesse elettorali ed hanno punito i venditori di fumo, hanno firmato in massa una cambiale in bianco ai seguaci di Beppe Grillo, affidando ai giovani ed “incontaminati” parlamentari delle 5 stelle la missione di cambiare.
In Basilicata il voto è stato ancora più fragorosamente ed incredibilmente clamoroso! La regione “rossa” per eccellenza, quella che Bersani additava quale modello di governance per le altre Regioni ha sonoramente bocciato il Partito e la coalizione che da sempre stanno sul ponte di comando.
Il PD ha subito una batosta di quelle che non si dimenticano facilmente, prendiamo ad esempio i voti al Senato, quest’anno il partito di Bersani ha raccolto circa 75.000 voti pari al 27%, nel 2008 i voti furono 117.000 con una percentuale del 38%! Una perdita di consensi di oltre l’11% che ha tolto il sonno ai dirigenti del partito anche se, per effetto della legge elettorale conservano i 6 parlamentari che avevano preso nel 2008.
Ancora più tragica la performance del PDL, partito destinato a fare opposizione a vita in Basilicata che è stato capace di passare dal 36,49% del 2008 al misero 19,63% di quest’anno, con una perdita del 17% che certifica il dimezzamento dei consensi! Che scoppola! L’intera coalizione del centrodestra lucano, ben 12 partiti, non è riuscita a superare la percentuale del Movimento 5 Stelle!!!!
Secondo me i lucani si sono svegliati ed hanno, giustamente, individuato nel Partito Democratico, in quanto capofila della coalizione che governa da sempre la Regione e nel PDL, partito che ha governato quasi ininterrottamente negli ultimi 20 anni in Italia, i responsabili della tragica situazione economica e sociale che vive la Basilicata, regione fra le più povere, che si sta spopolando, con un inarrestabile flusso migratorio che porta lontano la quasi totalità dei giovani lucani, con una economia asfittica, un sistema industriale al disfacimento, l’agricoltura in perenne crisi, il lavoro nel terziario svanito; una Regione che ha speso un mare di fondi pubblici, per lo più di provenienza dall’Europa, senza produrre benefici in termini di occupazione. Una regione ricca di risorse energetiche svendute alle multinazionali senza alcun riscontro in termini di posi di lavoro e dove le misere royalties vengono impiegate per tenere in piedi l’Università e per tappare i buchi del sistema sanitario. Una regioneviolentata irrimediabilmente dalle trivelle, e destinata a diventare una mega pattumiera di rifiuti speciali e pericolosi. Una regione con tanti lucani con seri problemi di salute. Con tutti questi problemi la Basilicata è stata governata da una casta politica sprecona e spendacciona e forse pure mariuola, lo stabilirà la Magistratura impegnata nelle indagini sulle spese dei Consiglieri Regionali. Una Regione con tanti Enti inutili che servono a dare uno stipendio spropositato a politici trombati o a fine “carriera”, una Regione che si permette di tenere in piedi carrozzoni che producono solo debiti che vengono continuamente ripianati con fondi sottratti alla Sanità.
Ora che i lucani hanno preso coscienza e che hanno cominciato a votare in modo diverso da come facevano in precedenza ci si augura che l’attuale classe politica prenda coscienza della volontà degli elettori e che si cambi registro, in attesa del sicuro stravolgimento che avverrà nelle prossime elezioni amministrative.
Post scritto dal mio grande amico Astronik Antonio Nicastro su 

http://www.astronik.it/