Beh,, stavolta è il
caso di dirlo: tanto tuonò che piovve. I risultati del voto del 24
e 25 febbraio hanno
annichilito tutti, perfino chi ne è uscito vincitore. Forse l’Italia è in
presenza di quella svolta di cui si sente tanto il bisogno.
Lo
hanno fatto in tanti e mi avventuro anch’io nell’analisi dei risultati di
questa tornata elettorale che ce la ricorderemo per molto tempo. Tanto per
cominciare cresce il numero di italiani che si rifiuta di votare,
è arrivato al 75% il numero di astensionisti,
aggiungiamoci un 4% di votanti che annullano la scheda,
quasi tutti lo fanno scrivendo ingiurie, e di chi la lascia immacolata
nell’urna. Quindi quasi il30% degli aventi diritto al voto si
rifiuta di essere “complice” del sistema, togliamoci un fisiologico 10%
di astenuti “giustificati”, sono circa 9.000.000 i disertori del
voto, mica roba da niente e già questo dato assume un
significato ben chiaro circa la fiducia degli italiani nella partitocrazia.
Se
poi ci addentriamo dentro i numeri si ha la conferma che la fiducia
nei due principali partiti italiani è quasi del tutto svanita: 6 milioni di elettori in meno per il
PDL e 3 per il PD rispetto alle elezioni del 2008.
Il
PD mantiene 5 punti percentuali nei confronti del PDL ma le coalizioni, in
termini percentuali, si equivalgono, la composizione del Parlamento viene stabilita dalla stramba legge
elettorale per cui con il premio di maggioranza la Camera è saldamente in mano al
centrosinistra, il Senato, invece, è senza una maggioranza definita.
Spariti
partiti e personaggi che hanno fatto la storia delle ultime legislature, Fini e Di Pietro su tutti, di molto ridimensionata la Lega Nord, pochi i partiti rappresentati in
Parlamento (8 al Senato e 8 alla Camera) mentre quelli che sono scesi in campo
erano centinaia, a scorrere i dati del Ministero dell’Interno ci si accorge che
la stragrande maggioranza dei partiti che hanno preso parte alle
elezioni ha racimolato poche migliaia di voti per cui sarebbe bene trovare il modo
di limitare la partecipazione alle formazioni che realmente rappresentano un
consistente numero di cittadini.
Irrompe,
ed è la prima volta, una nutrita pattuglia (54 senatori e 108 deputati) del Movimento
5 Stelleche ha come capo carismatico Beppe
Grillo. Sovvertiti tutti i pronostici e i sondaggi che davano
il Movimento al massimo intorno al 15% ed invece questi neofiti della
politica sono il primo partito alla Camera ed il secondo al Senato!
Tutti i media sono impegnati a cercare di spiegare i motivi di questo clamoroso
pronunciamento degli italiani. All’estero commentano l’ingovernabilità
dell’Italia.
Il
segnale, a mio parere, è chiaro è forte, la
gente s’è stufata per davvero del modo di fare politica in Italia, non serve
più semplicemente indignarsi o lamentarsi, la valanga di voti dirottati sul
Movimento 5 Stelle è un chiarissimo invito ai partiti a
cambiare registro.
La
misura è stata colmata con l’ultimo anno di governo tecnico che per salvare
l’Italia dal baratro, ha fatto pagare la risi alle classi
più deboli, trascinando nella povertà e nella disperazione
tantissime famiglie. Nel mentre Monti si accaniva con nuove tasse l’economia
andava a puttane, calo dei consumi e tantissime imprese medie e piccole fallite
sotto i colpi delle tasse e della recessione. Gli Italiani stavolta non si sono
fatti incantare dalle vergognose promesse elettorali ed hanno punito i venditori di fumo,
hanno firmato in massa una cambiale in bianco ai seguaci di Beppe Grillo,
affidando ai giovani ed “incontaminati”
parlamentari delle 5 stelle la missione di cambiare.
In Basilicata il voto è stato ancora più
fragorosamente ed incredibilmente clamoroso! La regione “rossa” per
eccellenza, quella che Bersani additava quale modello di governance per le
altre Regioni ha sonoramente bocciato il Partito e la coalizione che da sempre
stanno sul ponte di comando.
Il PD ha subito una batosta
di quelle che non si dimenticano facilmente, prendiamo ad
esempio i voti al Senato, quest’anno il
partito di Bersani ha raccolto circa 75.000 voti pari al 27%,
nel 2008 i voti furono 117.000 con una percentuale del 38%! Una perdita di consensi di oltre l’11% che ha tolto il sonno ai dirigenti del
partito anche se, per effetto della legge elettorale conservano i 6
parlamentari che avevano preso nel 2008.
Ancora più tragica la performance del PDL, partito destinato a
fare opposizione a vita in Basilicata che è stato capace di passare dal 36,49% del 2008 al misero 19,63% di quest’anno, con una perdita del 17% che certifica il dimezzamento dei consensi! Che scoppola! L’intera
coalizione del centrodestra lucano, ben 12 partiti, non è
riuscita a superare la percentuale del Movimento 5 Stelle!!!!
Secondo
me i lucani si sono svegliati ed hanno, giustamente, individuato nel Partito
Democratico, in quanto capofila della coalizione che governa da
sempre la Regione e nel PDL,
partito che ha governato quasi ininterrottamente negli ultimi 20 anni in
Italia, i responsabili della tragica situazione economica e
sociale che vive la Basilicata, regione fra le più povere, che
si sta spopolando, con un inarrestabile flusso migratorio che porta lontano la
quasi totalità dei giovani lucani, con una economia asfittica, un sistema
industriale al disfacimento, l’agricoltura in perenne crisi, il lavoro nel
terziario svanito; una Regione che ha speso un mare di fondi pubblici, per lo
più di provenienza dall’Europa, senza produrre benefici in termini di
occupazione. Una regione ricca di risorse energetiche svendute alle
multinazionali senza alcun riscontro in termini di posi di lavoro e dove le
misere royalties vengono impiegate per tenere in piedi l’Università e per
tappare i buchi del sistema sanitario. Una regioneviolentata irrimediabilmente dalle trivelle, e
destinata a diventare una mega pattumiera di rifiuti speciali e pericolosi. Una
regione con tanti lucani con seri problemi di salute. Con tutti questi problemi
la Basilicata è stata governata da una casta politica sprecona e spendacciona e
forse pure mariuola, lo stabilirà la Magistratura impegnata nelle indagini
sulle spese dei Consiglieri Regionali. Una Regione con tanti Enti
inutili che
servono a dare uno stipendio spropositato a politici trombati o a fine “carriera”,
una Regione che si permette di tenere in piedi carrozzoni che producono solo
debiti che vengono continuamente ripianati con fondi sottratti alla Sanità.
Ora
che i lucani hanno preso coscienza e che hanno cominciato a votare in modo
diverso da come facevano in precedenza ci si augura che l’attuale classe
politica prenda coscienza della volontà degli elettori e che si cambi registro,
in attesa del sicuro stravolgimento che avverrà nelle prossime elezioni
amministrative.
Post scritto dal mio grande amico Astronik Antonio Nicastro su
http://www.astronik.it/