sabato 22 dicembre 2012

Prosegue lo spopolamento del territorio lucano


Cresce in maniera spaventosa il numero dei disoccupati in Basilicata

Una recente indagine ha reso noto che l'Italia ha superato la soglia dei 60 milioni di residenti. Il dato emerge dall'annuale bilancio demografico dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Un dato confortante se non fosse che l'incremento di oltre 400mila residenti è stato determinato dalle migrazioni dall'estero. Un dato in controtendenza è, invece, quello fatto registrare dalla regione Basilicata che negli ultimi anni fa segnare un totale sotto la soglia dei 600mila residenti, comprendendo in questa cifra una buona fetta di immigrati da altri Paesi. La regione Basilicata piano piano  insomma sta morendo, non solo perché fa registrare una diminuzione della popolazione o perché le nascite sono inferiori alle morti. Il sistema economico non decolla e non garantisce prospettive future. Soprattutto per le nuove generazioni. La regione non attrae e i giovani se ne scappano. Su 100 giovani lucani che si iscrivono all'università 80 si iscrivono ad università fuori regione. E, magari, una volta conseguita la laurea preferiscono rimanere lì, dove trovano opportunità di lavoro e condizioni più agevoli di vivibilità. Grandi risorse per valutare i giovani lucani non mancherebbero di certo al territorio lucano. Il fatto è che non si intravedono capacità progettuali in grado di mobilitare l'attenzione pubblica. Spesso si è propensi a favorire il mercato degli affari di chi sa come approfittare dei vantaggi gravitanti intorno all'economia di sostegno della regione. Le iniziative create attorno a grandi investimenti (settore automobilistico, estrazioni petrolifere, insediamenti turistici, ecc.) non hanno portato giovamento all'impiego di personale indigeno. Le aziende interessate hanno scelto altre soluzioni a partire dalla manovalanza e per finire alla classe dirigente, non intendendo valutare le capacità professioni dei giovani lucani. Nemmeno di coloro che pur manifestando l'intenzione di rientrare nella loro regione, dotati anche di referenze del tutto rispettabili. Sono stati regolarmente ignorati. La "scappatoia", seppure non sempre gradita è, allora, quella di andare a cercare fortuna altrove. All'estero per lo più. Dove riescono persino ad affermarsi ad elevati livelli. Sono i cosiddetti "cervelli in fuga", sottovalutati in patria ed esaltati in altri Paesi. In Basilicata dalla Regione alcuni anni fa, l'allora ed attuale presidente (Vito De Filippo ndr) formulò un suggestivo "Patto con i giovani" che si proponeva  di dare organicità alle politiche giovanili della Regione Basilicata volte - era detto-  ad invertire un trend che registra una forte migrazione delle forze più attive e dinamiche della popolazione lucana. Obiettivo del progetto era creare le condizioni affinché i giovani potessero avere in Basilicata, oltre al diritto fondamentale e imprescindibile all'occupazione, anche risposte alle giuste esigenze che guardano al miglioramento della propria qualità della vita. I giovani lucani stanno ancora aspettando. Per di più, di recente si stanno vedendo sfilare sotto gli occhi un intervento che appariva provvidenziale, data la precaria situazione lavorativa esistente, ossia l'Avviso Pubblico del Dipartimento Formazione, lavoro, Cultura e Sport, noto come dei 1.000 tirocini formativi. Sembra così svanire qualche risicata opportunità d'impiego per i giovani lucani. La situazione diventa così tragica non solo per i giovani meno dotati, sul piano culturale, ma ancor più per quei "cervelli in fuga" che potrebbero rientrare e partecipare ad un armonico sviluppo della regione lucana. Ma per far questo occorre creare le condizioni che li invoglino a tornare. Occorrerebbe un serio piano di sviluppo a lungo termine, un cospicuo investimento di risorse, che tocchi tutti i settori chiave per la crescita del territorio. I giovani laureati emigrati all'estero potrebbero tornare se fossero messi in condizioni di lavorare bene anche nella regione lucana. Riconoscendo e premiando i meriti che hanno acquisito. Liberando, però, la regione da quel sistema di privilegi e clientele che blocca il territorio lucano, così come l'intero Paese. E' un compito non certo facile, considerando l'attuale sistema politico-affaristico che attanaglia ogni buona eventuale intenzione, ma è certamente una battaglia da combattere con ostinazione, superando gli ostacoli che si frappongono. Se la Basilicata avrà il coraggio di affrontarla i "cervelli in fuga" potrebbero diventare solo un lontano ricordo!
Nino Grilli