martedì 6 novembre 2012

Leone non fare la Volpe (3). L'ombra del voto di scambio e la realtà del Familismo Amorale


Tratto da Karakteria
Esistono solo due tipi di voto: quello libero e di opinione che costruisce la democrazia e quello di scambio e di interesse che la soffoca.
Il voto di opinione da origine ad una classe politica preparata, selezionata in base all'affidabilità, all'onestà e alla solidezza del programma; soprattutto affida il governo a politici liberi da lacci e liberi di prendere decisioni in direzione esclusiva del Bene Comune.
Il voto di scambio o clientelare, invece, premia i personaggi peggiori, incapaci di farsi valere per le loro idee e i loro programmi e produce politici imbrigliati in una serie di favori da restituire, di interessi particolari da tutelare e li rende continuamente ricattabili da parte di chi ha fornito loro un pacchetto di voti.
E' pare che proprio di una rivendicazione del genere si tratti quella dell' imprenditore che, sentitosi privato "dell'occhio di riguardo" che pretendeva o per motivi che solo lui conosce, ha accusato un assessore di aver prelevato decine di rumeni e accompagnati ai seggi elettorali. Lo ha dichiarato sui giornali con il candore amorale di un infante, con quella mancanza di cultura democratica e di consapevolezza civile che si può permettere solo chi vive lo scambio di voti come un qualcosa di assolutamente naturale. E dalle nostre parti non sono certo in pochi a pensarla così: è il Sistema Basilicata o se preferite il Sistema Policoro. E' la causa della mediocrità della nostra classe politica e dell'arretratezza sociale, economica e politica della nostra Terra.
Di fronte ad un'accusa tanto grave, che delegittima l'intera amministrazione comunale perchè ne svela aspetti torbidi, antidemocratici e corrotti di acquisizione del consenso, avevamo chiesto al sindaco Leone di dare un segnale importante alla città.
Se quello che ha affermato l'imprenditore è Vero, allora chieda le dimissioni dell'assessore coinvolto in questa "tratta di voti"; se invece l'imprenditore ha mentito, allora il nostro primo cittadino non può permettere che si leda così l'immagine degli amministratori della nostra città e di conseguenza dell'intera realtà socio-politica policorese. In questo caso deve querelarlo, per fare in modo che si arrivi fino in fondo alla Verità.
Ad oggi il sindaco non ha mosso un dito nè in una direzione nè in un'altra, lasciando dunque in sospeso l'accertamento della Verità e con essa i valori di giustizia, di buona politica, di democrazia e di rispetto della persona umana.
Sì, rispetto della Persona Umana! Perchè, non solo i nostri politici non si preoccupano affatto delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini policoresi di nazionalità Rumena e degli stranieri in generale, che a volte sono al limite del rispetto dei normali diritti umani, ma si ricordano di loro solo in campagna elettorale, quando si tratta di Utilizzarli: allora chiedono al loro “padrone” prima di iscriverli nelle liste elettorali, poi di caricarli in furgoni diretti ai seggi.
Una classe politica che considera così le persone straniere, non molto diversamente terrà in considerazione le persone del posto che non hanno un gran potere elettorale. L'affermazione dell'imprenditore, se falsa, dovrebbe suscitare una reazione ancora più forte da parte di un'amministrazione che si è fatta eleggere con lo slogan "Prima di tutto l'uomo".
Invece è silenzio.
La disumanità o se si preferisce la mancanza di sensibilità e attenzione alle condizioni di vita dei cittadini (stranieri o del posto che siano) la dice lunga su una certo modo di concepire e di fare politica.
Eppure, mentre altrove si sarebbe gridato allo scandalo, quì da noi la notizia non ha suscitato gran clamore. Nessuna delle forze di opposizione del Consiglio Comunale, solitamente così prodighe di comunicati stampa ad ogni foglia che cade, ha sprecato una dichiarazione di sdegno, di indignazione, di reazione... di speranza.
Probabilmente non ritengono l'argomento di grande importanza, oppure è troppo compromettente. Probabilmente la tratta dei voti è un fenomeno trasversale e se qualcuno aveva sperato che almeno i giovani di questa amministrazione fossero diversi, oggi deve ricredersi e accettare la realtà dei fatti che dichiara, senza possibilità di smentita, che l'unicaNuova Politica l'avevamo rappresentata noi.
Le dichiarazioni dell’imprenditore raccontano di un Sistema consolidato che si regge sul clientelismo, sul familismo amorale, sul voto di scambio; un sistema che si nutre dello stesso corrotto consenso sociale di cui si nutre ogni tipo di criminalità: scavalcare le regole per ottenere facili guadagni attraverso un collante di interessi nascosti e reciproci, che uniscono i protagonisti in un unico gruppo di potere, che fa interessi e comanda sul territorio.
Purtroppo questo sistema è radicato nella cultura della stragrande maggioranza dei lucani e se ci lasciamo fregare ancora dalle facce giovani di corpi decrepiti, se non intervengono con decisione le avanguardie politiche, veramente estranee ai partiti tradizionali che hanno spadroneggiato con il clientelismo in questi decenni, le forze intellettuali, le associazioni culturali e la magistratura a spezzare questi legami, noi non potremo mai sperare in uno sviluppo reale.
Il nostro voto è la nostra scelta. E' la nostra responsabilità. Forma la classe di governo e in un contesto culturale come il nostro occorre lavorare duro su questo fronte se si vuole crescere. Occorre avere la consapevolezza che non è vero che occupandomi solo dei miei interessi personali e dando il voto con questa propensione ottengo un guadagno. E' vero l'esatto opposto! Solo se progredisce tutta intera la città e si creano le condizioni per lo sviluppo economico e sociale, allora anche il mio interesse personale cresce e la mia vita migliora.
Questo è un compito del quale i nostri amministratori, non sonlo si stanno mostrando del tutto incapaci ad affrontare, ma -ahi noi - stanno mostrando di essere la continuazione etica del Sistema Policoro e del Sistema Basilicata. Altro che nuovo, altro che cambiamento!
Come ci sono solo due tipi di voto, così esistono solo due modi di fare politica: quella che si adegua ai vizi del popolo e li sfrutta per il proprio tornaconto personale e quella che invece si impegna a combatterli per costruire il Bene Comune e per dare altre opportunità.
D’altra parte Banfield, nell’elaborazione della teoria del Familismo Amorale e nel suo libro "Le basi morali di una società arretrata", non fece altro che fotografare la sub cultura lucana, che da allora è rimasta identica, producendo i ben noti danni a tutti i livelli della vita in Basilicata. http://it.wikipedia.org/wiki/Familismo_amorale
Citiamo qualche estratto della sua opera che vi consigliamo di leggere, se non altro per vederlo da oggi in poi in ogni parola e in ogni gesto di tanti nostri amministratori e di tanti nostri vicini.
Nella cultura del familismo amorale – sosteneva Banfield - ognuno agisce nella sfera sociale, cercando esclusivamente di massimizzare i vantaggi materiali e immediati della propria famiglia ed è convinto che tutti gli altri si comportino allo stesso modo […] Il familista amorale non ha senso civico, non sviluppa comportamenti improntati verso il bene comune, ha sfiducia verso la collettività e non è disposto a cooperare con gli altri se non in vista di un proprio tornaconto […] si serve del voto per ottenere il maggior vantaggio a breve scadenza. Per quanto egli possa avere idee ben chiare su quelli che sono i suoi interessi a lunga scadenza, i suoi interessi di classe, o anche l'interesse pubblico, questi fattori non influiscono in maniera determinante  sul voto […] In una società di familisti amorali l'elettore ha poca fiducia nelle promesse che gli vengono fatte dai partiti. Egli dà il voto in cambio di benefici già ricevuti (nell'ipotesi, naturalmente, che esista la prospettiva di riceverne altri per il futuro) piuttosto che per vantaggi promessi.
D’altra parte in questo tipo di società il politico non garantisce diritti, ma favori; non crea sviluppo, ma incarichi che possano conservare o allargare il suo bacino elettorale. Come ha detto Alfio Squillaci il candidato familista amorale diventa una potenza elettorale di cui nessun politico (anch'esso amorale, anzi immorale) può fare a meno nella sua lista, perché non è con le opinioni che si raccolgono i consensi ma con i voti sonanti, e i voti come il denaro non puzzano.
Qui è l’origine della crisi etica, quì è l'origine del nostro mancato progresso e della malapolitica. Qui sta la matrice dei nostri guai economici, politici e sociali. Questa è la porta culturale e politica che apre la strada ad ogni tipo di criminalità.