L'azione dei governi in questi mesi stanno spogliando il nostro territorio di una serie di servizi. Policoro ne pagherà il prezzo più alto , dopo il catasto e la camera di commercio , anche l'INPS l'ascia la nostra città. In questi giorni i dipendenti dell'ente sono in mobilitazione , noi esprimiamo la nostra solidarietà , la cosa si aggraverà con la perdita della provincia a Matera , perderemo in un solo colpo la questura , il comando provinciale dei carabinieri , la prefettura e cosi via , dagli uffici scolastici provinciali alla tesoreria provinciale , un danno incalcolabile per il territorio.
Segue articolo di Antonio Corrado
E’un “ni”, quello che proviene dalla maggioranza dei sindaci materani nei confronti della proposta di indire un referendum popolare su scala comunale, per consentire ai cittadini di decidere direttamente la loro appartenenza, o meno, alla futura Provincia
unica lucana di Potenza. Ieri
mattina, alcuni primi cittadini interpellati dal Quotidiano,
neppure sapevano di questo
ordine del giorno approvato a tarda sera dal consiglio
comunale del capoluogo. In
tanti hanno istintivamente respinto l’idea, convinti
che si tratti di un mero
braccio di ferro basato sulla fredda logica dei numeri. In effetti,
se così fosse, sarebbe
realisticamente una battaglia impari con i “fratelli potentini”,
notoriamente molto più
numerosi. Invece, nel suo spirito costruttivo, la proposta mira
ad esaltare i
protagonismi delle singole realtà comunali, sganciandole dalla logica,
che oggi appare sempre
più anacronistica, di rientrare in un unico territorio provinciale,
a sua volta incastonato nell’unica
realtà regionale. Niente di tutto questo, almeno
ad immaginare lo scenario
figlio di un eventuale referendum. Ma tra i primi cittadini materani serpeggia
anche un certo malcontento, per come si sta evolvendo la situazione
socio-politica diquesta
regione, unita solo nelle scartoffie e nella visione di una politica
più legata all’apparenza
che alla sostanza. Una gestione territoriale figlia dei campanili,
completamente sganciatada
ogni forma di realismo e pubblica utilità. Sì, perchè
tutti i sindaci appaiono
concordi nel constatare che Matera, e la sua provincia, possono
vivere autonomamente, perchè
forti di un’identità culturale, produttiva e sociale,
in grado di amalgamarsi anche
con altre realtà limitrofe. Potenza, invece, storica e consolidata “sede di
palazzo”, non riuscirebbe a brillare di luce propria, soprattutto se si
appoggiasse alla
Campania. Tra di loro cè anche chi lancia la proposta di una “seconda
Scanzano” (nella foto),
rievocando la storica rivolta del 2003 contro il deposito nucleare
unico. Su questa scia di pensiero
si innestano anche provocazioni, come quella del
sindaco di Nova Siri,
Giuseppe Santarcangelo, che invita a «sfatare il tabù della pseudo identità
lucana», o il collega di Policoro, Rocco Leone, che esorta Potenza ad
abbandonare «le logiche della vecchia Dc, perchè oggi non ci sono più vacche da
mungere e l’economia si deve regge sulla sana imprenditoria, che il Materano
possiede con orgoglio ». Il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, è invece pronto
alla rivolta e bacchetta i parlamentari lucani, che «devono battere i pugni a
Roma per conservare le due Province.
Quotidiano della Basilicata