martedì 6 marzo 2012

Fanghi tossici. La Regione sotto accusa

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, e No Scorie Trisaia, denunciano la grossolana superficialità della politica regionale in tema di tutela dell'ambiente e l'assenza di rispetto del ruolo istituzionale e delle conseguenze che un grave episodio di cronaca nera degli anni '90, responsabile la Total Mineraria, titolare all'epoca assieme ad altre compagnia, della concessione Corleto Perticara, oggi Gorgoglione.
L'episodio riguarda l'interramento di sostanze altamente tossiche in un campo di orzo che ha causato la morte di persone ed animali che ignari hanno continuato a pascolare per anni in quel campo. A distanza di 20 anni la Regione Basilicata scopre il grave inquinamento determinato da un comportamento scellerato della Total in una vasta area di campagna di Corleto Perticara, con il dipartimento regionale all'ambiente che oggi – e non 20 anni fa – tramite il suo neo assessore Vilma Mazzocco, ha chiesto alla Provincia di Potenza di «accelerare il procedimento di caratterizzazione in corso e contemporaneamente di potenziare le necessarie attività di vigilanza e controllo» che «dovranno riguardare sia lo stato dei luoghi (con riferimento alle condizioni di ammasso dei fanghi, alla presenza di eventuali corpi idrici superficiali e alla regimazione delle acque meteoriche) sia le potenziali ricadute in aree limitrofe ai siti sui quali sarebbe avvenuto lo smaltimento illegale, provvedendo ad eseguire controlli e verifiche ambientali per accertare lo stato ambientale dei luoghi».Tutto ciò secondo un macabro copione mediatico: accorgersi oggi di un episodio di 20 anni fa e chiedere oggi l'applicazione di una procedura di bonifica che sarebbe dovuta andare in porto anni fa attraverso un controllo dell'area della discarica da parte degli uffici regionali e provinciali autorizzata dalla Regione Basilicata, invece assente per tutti questi 20 anni, per evitare conseguenze sui cittadini. Anni fa e non oggi, in tal modo l’area sarebbe stata già bonificata. Leggendo invece la nota ufficiale della Regione, scritta come se il grave fatto di cronaca nera che riguarda la multinazionale francese fosse accaduto ieri, viene spontaneo chiedersi il perché un dipartimento pubblico arrivi ad assumere posizioni ed espressioni così tragicomiche?
Per la Ola e No Scorie, c'è una sola spiegazione: la Regione si sta preparando ad una nuova comunicazione di propaganda per il prossimo avvio del terzo e inquinante centro olio lucano, quello di Corleto Perticara, che tratterà 50 mila barili al giorno di un petrolio di scarsa qualità, pieno di idrogeno solforato e mercaptani, sostanze altamente nocive e cancerogene. Vendendo mediaticamente un'operatività che per il suo aspetto da «comédie italienne», conferma la svendita del territorio alle Compagnie minerarie, la complicità di certe scelte economico-ambientali, il disinteresse verso la tutela del patrimonio ambientale e dei suoi abitanti e la continuità del nuovo assessore all'ambiente, Vilma Mazzocco, con tutte le precedenti gestioni del delicato dipartimento regionale.
Comprese quelle un po' naïf dell'ex assessore all'ambiente, Agatino Mancusi, visto lo stucchevole e tardivo impegno fatto dell'assessore Mazzocco, vent’anni dopo il delitto, ad «attivarci per evitare conseguenze per le persone e l’ambiente» e il paradossale encomio alla «posizione espressa dal presidente De Filippo in relazione alle responsabilità la Regione sarà pronta a fare tutto quanto in suo potere per perseguire chi si fosse reso responsabile di un crimine di questo tipo».

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