giovedì 23 febbraio 2012

Istigazione alla corruzione e corruzione aggravata sono le pesante accuse dei PM nei confronti di Lopatriello e Ierone

Il 28 Febbraio davanti al Gup di Matera si discuterà la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione e corruzione aggravata ed altri reati contestati dalla procura di Matera nei confronti di Lopatriello ed altri 13 Persone. Noi chiederemo al commissario prefettizio che il comune si costituisca parte civile nel procedimento , in caso contrario ci costituiremo noi e lo chiederemo alle altre forze politiche in virtù del decreto legislativo 267/200 che consente ai cittadini elettori di costituirsi in sostituzione degli enti locali.

Pubblichiamo l'articolo apparso ieri sul quotidiano della basilicata a firma di A. Corrado

Sono quattro di cui tre particolarmente gravi, i capi d’accusa contenuti nella richiesta di rinvio a giudizio, formalizzata dai pubblici ministeri Rosanna De Fraia e Celestina Gravina, nei confronti dell’ex sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, dell’ex assessore ai Lavori pubblici, Cosimo Ierone, e di altre tredici persone, tra dirigenti dell’ufficio tecnico comunale e imprenditori, coinvolti in un giro di presunte tangenti, concordare e versate per la fornitura di lampade a led della pubblica illuminazione. Il prossimo 28 febbraio, la richiesta dovrà essere vagliata dal Giudice per l’udienza preliminare, Rosa Bia. Le accuse sono divise in quattro capi, che vanno dall’istigazione alla corruzione, fino alla corruzione aggravata ed al falso ideologico.

Le motivazioni dei pubblici ministeri sono particolarmente circostanziate. In particolare, all’ex sindaco Lopatriello ed all’ex assessore Ierone, di cui tre particolarmente gravi, i capi d’accusa contenuti nella richiesta di rinvio a giudizio, formalizzata dai pubblici ministeri Rosanna De Fraia e Celestina Gravina, nei confronti dell’ex sindaco

di Policoro, Nicola Lopatriello, dell’ex assessore ai Lavori pubblici, Cosimo Ierone, e di altre tredici persone, tra dirigenti dell’ufficio tecnico comunale e imprenditori, coinvolti in un giro di presunte tangenti, concordare e versate per la fornitura di lampade a led della pubblica illuminazione. Il prossimo 28 febbraio, la richiesta dovrà essere vagliata dal Giudice per l’udienza preliminare, Rosa Bia. Le accuse sono divise in quattro capi, che vanno dall’istigazione alla corruzione, fino alla corruzione aggravata ed al falso ideologico.

Le motivazioni dei pubblici ministeri sono particolarmente circostanziate. In particolare, all’ex sindaco Lopatriello ed all’ex assessore Ierone, insieme ai dirigenti del Primo settore, FeliceLatronico, e del terzo settore, Viceconte, si contesta il fatto che: “...con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso”, avrebbero instaurato con gli imprenditori Sandro Gigante, Colamarino e Rotunno, “...un’illecita trattativa privata, intesa alla conclusione, a vantaggio delle imprese collegate a Gigante, di un

contratto da 3,5 milioni per la fornitura di armature a led per pubblica illuminazione”. I pm argomentano precisando che gli ex amministratori avrebbero “...sollecitato Gigante a corrispondere la somma di 50 euro per ogni armatura, da versare in anticipo sulla conclusione contrattuale, per una somma complessiva di 50mila euro”. Il 31 marzo 2010, secondo la pubblica accusa, l’ex sindaco Lopatriello avrebbe chiesto a Gigante di versare “una tangente da 3.000 euro per le 26 armature a led di viale Salerno e 6.000 per la villa comunale, con versamento anticipato di 2.000 euro”. Questi fatti sarebbero stati commessi a Policoro da marzo 2009 al 13 aprile 2010. L’accusa di corruzione aggravata riguarda ancora Lopatriello, Ierone, Latronico, Viceconte e gli imprenditori Bendetto, Colamarino e Rotunno, i quali “in concorso tra loro” avrebbero stretto una accordo “...in base al quale, Colamarino e Rotunno, dovevano versare nelle mani di Ierone la somma di 4.000 euro” nella famigerata scatola di sigari, “quale anticipazione della tangente richiesta per i led di viale Salerno e la villa comunale. Somma immediatamente consegnata da Ierone a Lopatriello”. Secondo l’accusa, si sarebbero accordati, in quella occasione, anche sul pagamento di una tangente da 150 euro per ogni armatura installata presso la zona artigianale. Tutti i fatti, che si sarebbero consumati il 19 aprile 2010, sono aggravati dalla natura dell’oggetto, ovvero l’interesse della pubblica amministrazione.

L’altro capo d’accusa è di “corruzione aggravata in concorso”, a carico di Ierone e gli imprenditori Livio, Leo, Felice D’Amato, Rocco Larocca e Pascale, poichè Ierone, “...in qualità di assessore ai Lavori pubblici, riceveva da Livio e Leo, operatori economici privati, nella commercializzazione delle armature, una tangente di 2.700 euro, a fronte di 26 armature fornite per viale Salerno, con la promessa di altre forniture”. Anche questo fatto è aggravato dalla stipulazione di contratti in cui era interessato il Comune. L’ultimo capo d’accusa dei pm De Fraia e Gravina riguarda il presunto falso ideologico, commesso da alcuni amministratori nell’aver attestato un’ora non corretta della riunione di una Giunta, per confutare la famosa consegna della scatola di sigari con i soldi, che sarebbe avvenuta nella stanza dell’allora sindaco Lopatriello in municipio. Accuse piuttosto gravi e circostanziate, ora il Gup dovrà decidere se prenderle in considerazione e rinviare tutti a giudizio.

Non resta che attenderesi contesta il fatto che: “...con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso”, avrebbero instaurato con gli imprenditori Sandro Gigante, Colamarino e Rotunno, “...un’illecita trattativa privata, intesa alla conclusione, a vantaggio delle imprese collegate a Gigante, di un contratto da 3,5 milioni per la fornitura di armature a led per pubblica illuminazione”. I pm argomentano precisando che gli ex amministratori avrebbero “...sollecitato Gigante a corrisponderela somma di 50 euro per ogni armatura, da versare in anticipo sulla conclusione contrattuale, per una somma complessiva di 50mila euro”. Il 31 marzo 2010, secondo la pubblica accusa, l’ex sindaco Lopatriello avrebbe chiesto a Gigante di versare “una tangenteda 3.000 euro per le 26 armature a led di viale Salerno e 6.000 per la villa comunale, con versamento anticipato di 2.000 euro”. Questifatti sarebbero stati commessi a Policoro da marzo 2009 al 13 aprile 2010.

L’accusa di corruzione aggravata riguarda ancora Lopatriello,Ierone, Latronico, Viceconte e gli imprenditori Bendetto, Colamarino e Rotunno, i quali “in concorso tra loro” avrebbero stretto una accordo “...in base al quale, Colamarino e Rotunno, dovevano versare nelle mani di Ierone la somma di 4.000 euro” nella famigerata scatola di sigari, “quale anticipazione della tangente richiesta per i led di viale Salerno e la villa comunale. Somma immediatamente consegnata da Ierone a Lopatriello”. Secondo l’accusa, si sarebbero accordati, in quella occasione, anche sul pagamento di una tangente da 150 euro per ogni armatura installata presso la zona artigianale. Tutti i fatti, che si sarebbero consumati il 19 aprile 2010, sono aggravati dalla natura dell’oggetto, ovvero l’interesse della pubblica amministrazione.L’altro capo d’accusa è di “corruzione aggravata in concorso”, a carico di Ierone e gli imprenditori Livio, Leo, Felice D’Amato, Rocco Larocca e Pascale, poichè Ierone, “...in qualità di assessore ai Lavori pubblici, riceveva da Livio e Leo, operatori economici privati, nella commercializzazione delle armature, una tangente di 2.700 euro, a fronte di 26 armature fornite per viale Salerno, con la promessa di altre forniture”. Anche questo fatto è aggravato dalla stipulazione di contratti in cui era interessato il Comune. L’ultimo capo d’accusa dei pm De Fraia e Gravina riguarda il presunto falso ideologico,commesso da alcuni amministratori nell’aver attestato un’ora non corretta della riunione di una Giunta, per confutare la famosa consegna della scatola di sigari con i soldi, che sarebbe avvenuta nella stanza dell’allora sindaco Lopatriello in municipio. Accuse piuttosto gravi e circostanziate, ora il Gup dovrà decidere se prenderle in considerazione e rinviare tutti a giudizio. Non resta che attendere

Tratto dal quotidiano della basilicata di A. Corrado

3 commenti:

  1. ecco per esempio, tre cose che lopy & soci hanno fatto per il paese

    RispondiElimina
  2. caro ottavio attenzione serafino vuole farti fuori dalla coalizione.

    RispondiElimina
  3. che grande pagliaccio quest'uomo

    RispondiElimina