Maledetta crisi! Maledetti politici! Stramaledetti economisti! Mica facile per gente normale raccapezzarsi di questi tempi. Fino alla primavera scorsa, a sentire Berlusconi, l’Italia era un isola felice, ci prometteva addirittura l’abbassamento delle tasse e il rilancio dell’economia. Poi è venuta l’estate e con il caldo sono cominciate le mazzate. E’ scoppiata la crisi della Grecia, come ci sembrava lontana la Grecia…….. Poi è successo il cataclisma. Le Borse sono impazzite, è venuta fuori sta storia dellospread, un termine dell’economia fin’ora sconosciuto che ci mette paura, ed anche l’Italia s’è trovata nel bel mezzo della crisi globalizzata. Anzi l’Italia s’è scoperta l’anello debole di un ingranaggio chiamato Europa. Abbiamo imparato ad odiare Sarkozy ed i francesi che hanno cominciato a dettar “ordini” all’Italia, c’è diventata antipatica anche la leader tedesca Merkel.
Fino a qualche mese fa si cantavano le lodi della moneta (quasi) unica europea, l’euro, ci è stato spiegato mille volte, che se non fosse stato introdotto chissà quali guai avremmo passati. Ora l’euro non serve più a niente e si sussurra che potrebbe scomparire ed ogni nazione tornerà alle sue originarie monete.
Tutti mezzi di comunicazione di massa si sono impossessati di questa crisi, quotidianamente ci propinano bollettini di guerra che evocano scenari inquietanti. Questo o quell’altro economista detta regole o propone soluzioni, quasi tutti sono concordi che per ripianare il pesantissimo debito pubblico italiano occorrono provvedimenti da “lacrime e sangue”, tagliare le spese superflue (e su questo siamo tutti d’accordo), fare risparmi su sanità e welfare (e qua non siamo proprio d’accordo), riformare le pensioni (su questo capitolo ci dobbiamo mettere d’accordo, se si tratta di quelle d’oro, di quelle esageratamente alte dei soliti noti OK, se si vuol randellare i poveri cristi non siamo per nulla d’accordo), qualcuno si premura di specificare che per risollevarci e rimettere in moto l’economia bisognerebbe stimolare i consumi, e qui comincio a non capirci più nulla.
Per il momento prendiamo atto che con la caduta del Governo guidato da Berlusconi non s’è verificato il miracolo evocato da molti. Il Cavaliere ha fatto molti danni in quasi 20 anni di guida del Paese, ma ora che ha tolto il disturbo la situazione non è, come per una sorta di magia, migliorata.
Se, come appare sicuro, sulle famiglie italiane si abbatterà una gragnòla ti tasse e gabelle, di grazia come faranno i poveri italiani a spendere di più se i loro già magri stipendi saranno decurtati in maniera impressionante dalla reintroduzione dell’ICI, dall’aumento dell’IRPEF e forse dell’IVA, se la disoccupazione sarà sempre più alta e se il lavoro precario sarà la regola. E che cosa potranno spendere i pensionati con questi chiari di luna? Mistero. Io sinceramente non ho capito come se ne verrà fuori da questo labirinto. Rigore non si sposa con sviluppo, il primo, necessariamente, fa soccombere l’altro. Ovviamente c’è un’altra Italia che sopravviverà a questo tsunami, l’Italia dellecaste. La classe politica ha fatto solo finta di volersi adeguare al clima di rigore proponendo un “taglietto” alle rendite dei parlamentari, non ho sentito nulla di concreto riguardo alla riduzione del numero dei parlamentari o alla totale eliminazione di tutti i privilegio che nel tempo si sono regalati.
Si continua a spendere cifre spropositate per gli armamenti, non ho sentito nessuna voce levarsi per richiedere il rimpatrio delle migliaia di soldati italiani dalle varie missioni nel mondo: che siano francesi, tedeschi ed americani a sobbarcarsi l’onere di garantire la pace nel mondo! Merkel e Sarkozy ci chiedono di risparmiare? Cominciamo dalle spese militari, che non sono di poco conto e si evita ulteriore spargimento di sangue fra i nostri militari.
Si cominci un’altra guerra, quella agli evasori fiscali che in Italia la fanno franca da sempre. Magari cominciando da tutti quei furbi che non pagano il canone RAI, si dice che sono il 30 % delle famiglie italiane che si sottrae a questa incombenza.
Si lavori a livello internazionale per chiudere i paradisi fiscali dove vengono imboscati, e sottratti al fisco, ingentissimi capitali.
Se la musica è questa non c’è speranza per il SUD di risollevarsi, dopo anni di mancate attenzioni da parte dei governi centrali che hanno devastato le economie delle regioni meridionali e favorito una migrazione biblica verso le regioni del centro-nord, lasciando spesso i territori nelle mani della malavita, non ci si deve aspettare nell’immediato programmi di finanziamento di iniziative che possano creare occupazione.
E fra le regioni del SUD quella messa peggio è proprio la Basilicata se è vero, come purtroppo è vero, che a noi ci tocca la maglia nera della regione più povera d’Italia.
Quale Basilicata dopo la cura Monti? Cosa potranno o sapranno fare i nostri politici per rianimare l’ormai esausta economia lucana? Beh, tanto per cominciare hanno dato un taglio ai loro vitalizi, ma a cominciare dalla prossima legislatura….. chissà se avranno il coraggio di abbassare i favolosi stipendi a manager e dirigenti regionali, di eliminare enti inutili, chiudere l’unica azienda per cui nessuno si dispiacerà, la “fabbrica del consenso”.
Non c’è da dormire sonni tranquilli, la maggioranza di centrosinistra che guida da sempre la RegioneBasilicata mostra segni di sfilacciamento che potrebbe sfociare in una crisi irreversibile, la minoranza di centrodestra numericamente inconsistente, non pare pronta ad una eventuale alternanza. Si prospetta per le genti lucane un 2012 da brividi.
Per intanto vediamo cosa ci riserva la mannaia del governo “tecnico” sostenuto da centro, sinistra e destra.
Astronik Antonio Nicastro