Qualcuno avrebbe dovuto pur dirlo a Roberto Speranza che ad alzare l’asticella qualche rischio c’era; a pensarci bene, però, forse qualcuno gliel’ha detto, perché l’asticella del centrosinistra lucano non si è mossa affatto dal giorno di quel suo fatidico discorso, eppure i suoi compagni ( oddio, compagni! Questa parola non se la meritano proprio) stanno tutti là stracollati, inciampati miseramente nel livello raso terra che nemmeno sono riusciti a superare. La massima espressione di buonsenso e di etica del nostro governo regionale si è concretizzata al più in qualche minzione tempestiva, arrivata giusto in tempo per non stare ( e rubiamo le parole al Consigliere Autilio) né con i buoni, né con i cattivi. Se qualcuno ha osato di più, è stato prontamente attaccato a iniziare dal suo stesso partito, perché in questo immondo regno caecorum nemmeno ad esser monoculi si è tollerati. La delibera 1623 del giorno 8 novembre scorso è l’epigrafe sul sepolcro verminoso che è il Palazzo Regionale; Vincenzo Sigillito viene promosso ancora dai suoi compagni di merende ( ecco, magari qui la parola compagni ci sta) con un incarico dirigenziale che non solo è atto a confermargli una posizione di potere, ma tende evidentemente anche a spianargli la strada per una eventuale scarcerazione. Vincenzo Sigillito, accusato di disastro ambientale ed omissione di atti d’ufficio, viene nominato dirigente della struttura "Ufficio monitoraggio, sistemi informativi, banche dati, supporto alla programmazione" del Dipartimento Agricoltura Sviluppo Rurale Economia Montana della Regione Basilicata; sarà forse perché Vincenzo Sigillito il suo buon contributo all’agricoltura e allo sviluppo rurale lo ha già dato facendo in modo che le nostre migliori produzioni agroalimentari rischiassero ( ma è soltanto un rischio?) di essere danneggiate in modo irreversibile. Ed eccolo ancora presente nei nostri incubi di cittadini, perché un manipolo di signorotti ha deciso di non creare anelli deboli nella catena che li lega stretti gli uni agli altri. Ma non è stato fatto un processo, non c’è una sentenza? Intanto ci sono dati inconfutabili di un inquinamento che è stato colpevolmente taciuto, ma poi perché tanta fretta in certi “aggiustaggi”? Perché, se ritenuto innocente, Sigillito non è stato lasciato all’Arpab? E, ancora, perché il tenente Giuseppe Di Bello ha subito un trattamento ben diverso per aver, lui sì, svolto appieno il proprio dovere professionale e morale? E che dire della successione per via dinastica che si attende per Restaino, altro sospettato eccellente? In quale legge, di grazia, è scritto che l’assessore che va via può fare testamento della sua poltrona?
Presidente De Filippo, ho persino pudore a dirle che si dovrebbe vergognare per l’arroganza con cui sta trattando la sua gente, per l’indifferenza che sta dimostrando al bene comune, per l’impudenza con cui sta gestendo una regione come se fosse un suo feudo. Ho pudore a dover dire al mio Presidente che i cittadini non ne possono più, che si sono sentiti abbandonati prima, vessati adesso, strumentalizzati sempre dal cumulo di menzogne che gli si versano addosso per blandirli, ingannarli, ricattarli. Presidente De Filippo, mi duole dover far notare a lei, che ama professarsi cattolico praticante, che il rispetto per la vita è venuto completamente meno in questa regione e con esso ogni barlume di giustizia sociale, e che non è con i rimpasti che si risolveranno le cose, bisognerebbe avere l’umiltà di ricominciare da zero. Se tornare indietro è impossibile, insomma, che si abbia almeno il coraggio di fermarsi per poi provare a ripartire.
Anna R.G. Rivelli
da IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA del 19 novembre 2011
i pacchetti di voti decidono tutto. I pacchetti. Mille, duemila, tremila, anche cinquemila. Stanno lì. Granitici. Inamovibili. Sicuri. Voti comprati in qualunque maniera, ma comunque voti fedeli. Nulla può la democrazia contro questo fenomeno. I pacchettari di voti governano, sfruttano, stuprano, svendono, comprano e rottamano. I clientes eseguono gli ordini e riparte la giostra. Il fatalismo ignavo che si intreccia con la constatazione pratica, concreta. Non mi sento un buon cittadino, quando ragiono sulla situazione. E allora mi distraggo, e penso che cambiare si può. Ma mica perchè ci credo davvero, è un contentino per la coscienza, elaborare una volontà di cambiamento. Poi, appena esci di casa e ne parli con qualcuno, ti guardano come i glutei guardano la siringa prima dell'intramuscolare,e capisci che le tue constatazioni sono giuste. Non sono bei momenti. Per niente.
se parla Sigillito sono guai per tutti, allora è meglio dare un premio, così sono tutti contenti.
RispondiEliminacontinuate a votarli, siamo una massa di pecoroni.
indecenza pura, i giovani del pd lucano non sono più giovani ....perchè hanno perso la speranza ...di cambiare il mondo.
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