martedì 27 settembre 2011

Fenice - Bolognetti: Non escludiamo di appellarci al Presidente della Repubblica. La magistratura dov'è?

Inceneritore Fenice - "Mo AVAST!". Bolognetti: le istituzioni si assumano la responsabilità di operare a tutela della salute pubblica. Non escludiamo di appellarci al Presidente della Repubblica. La magistratura dov'è?
Di Maurizio Bolognetti
Non siamo carne da macello, non siamo cittadini di serie B, non vogliamo essere il costo che qualcuno è disposto a pagare per fare carriera, acquisire benemerenze o ingrassare il conto in banca. Da tre anni chiedevo conto dei monitoraggi effettuati dall’Arpa Basilicata tra il 2002 e il 2007. Bene, adesso Raffaele Vita ha deciso di abbattere il muro di omertà e di pubblicare quei dati on-line sul sito dell’Agenzia. Lo sapevo, l’ho detto, l’ho ripetuto come un mantra. Eppure, nel leggere che i signori della monnezza della Edf hanno inquinato le matrici ambientali del vulture-melfese, la falda acquifera fin dal 2002, monta l’angoscia e l’indignazione.

Davanti agli occhi si materializza lo sguardo di Lucia Lenoci, un’ insegnante di Cerignola, che venerdì sera ha partecipato al sit-in organizzato dal Comitato diritto alla salute di Lavello fuori ai cancelli dell’inceneritore.

Lucia, che mi ha detto: “la politica siamo noi, dobbiamo ribellarci”.

Inceneritore e non termovalorizzatore. Questi non valorizzano niente, ma in compenso ci hanno regalato veleni e inquinamento. Hanno appestato l’aria, l’acqua e la terra.

La politica? Quale? Quella di assessori regionali all’ambiente che da mesi lanciano accuse di allarmismo e procurato allarme? Di quale politica parliamo? Di quella espressa da un ceto partitocratico che tenta di distruggere l’immagine di chi chiede il rispetto di leggi e convenzioni internazionali, non limitandosi a protestare, ma avanzando proposte sulla gestione del ciclo dei rifiuti, sulla nomina dei direttori delle Arpa, in materia di trasparenza e diritto alla conoscenza? Parliamo di questa politica?

Solo poche ore fa l’Assessore regionale all’ambiente Agatino Mancusi ha parlato della necessità di tutelare la psiche dei cittadini del vulture. Un tentativo, l’ennesimo, di minimizzare la gravità della situazione. Come quando parlando di pozzi di petrolio da costruire in prossimità di invasi e ospedali, beffardamente si parla di “VIE”(Valutazione d’impatto emozionale). E intanto, alla faccia della “emozionalità” veniamo condannati dalla Corte di giustizia europea per la violazione della direttiva 2008/1/CE che impone il rilascio di un’autorizzazione per tutte le attività industriali e agricole che presentano un notevole impatto inquinante. Fenice opera da anni in assenza di una “Autorizzazione Integrata Ambientale”. Altro che psicologia e emozionalità, qui parliamo di stato di diritto e legalità, di Costituzione(violata) e del diritto alla conoscenza negato. Ma come avrebbero potuto dare l’autorizzazione a quelli della Fenice, se adesso troviamo conferma a ciò che era più di un sospetto: inquinano non da 4 anni, ma da dieci e probabilmente da un minuto dopo l’inizio delle loro attività. Il silenzio omertoso e complice di enti di controllo e istituzioni è durato non un anno e mezzo, ma dieci anni!!!

E continuano a bruciare Rsu e rifiuti speciali e pericolosi, tanti. Ma che importa, tanto a Melfi c’è un procuratore che nel settembre del 2009 ebbe a dichiarare che non aveva sequestrato l’inceneritore perché persona responsabile. Da due anni e mezzo si protraggono indagini, prima a Melfi, poi a Potenza, che al momento hanno portato al nulla. Disastro ambientale, disastro colposo, omissione di atti d’ufficio, violazione del D.LGS 152/2006 e del D.LGS 4/2008, avvelenamento colposo, avvelenamento di sostanze alimentari, violazione di convenzioni internazionali e dell’art. 32 del dettato costituzionale, potrebbero essere queste le ipotesi di reato che una qualche procura potrebbe ipotizzare, formulare, contestare, ma ahimé, al momento nulla di tutto questo è avvenuto e, come al solito, qualcuno ha addirittura provato ad agitare la clava dell’allarmismo e del procurato allarme. Colpirne uno, verrebbe da dire perquisirne uno, per educarne cento.

Leggo i dati dal 2002 al 2007 e mi stropiccio gli occhi. I veleni finiti nella falda, almeno quelli che hanno controllato(chissà come), si chiamano Cromo, Mercurio, Piombo, Nichel, Cadmio e poi l’arsenico, che appare e scompare pochi mesi fa, i Voc, la trielina.

Stanno operando quelli di Fenice con un’ autorizzazione “provvisoria”, rilasciata dalla Provincia di Potenza nelle “more” del rilascio dell’AIA da parte della Regione. Viene da sorridere, ma c’è da piangere. Il gioco delle tre carte, dove nessuno vuole assumersi responsabilità. IDV, ricordi che ha una nutrita pattuglia in Consiglio regionale che certo non ha certo brillato su questa vicenda. Quanti sono quelli che sapevano e hanno taciuto? Non credo che le responsabilità possano essere circoscritte solo a Sigillito(ex direttore Arpab) e Bove(funzionario Arpab).

Nel giugno del 2009, il direttore dell’Arpab rispose alla richiesta radicale, finalizzata ad ottenere l’accesso agli atti, con un no motivato dall’inchiesta aperta dalla procura di Melfi. Sigillito disse che c’era il segreto istruttorio. Rispondemmo che i dati ambientali non possono essere sottoposti a nessun segreto. Dopo mesi di pressioni, ad ottobre del 2009, l’Arpa quei dati li tirò finalmente fuori. Da settimane, non chiedetemi come, noi quei dati li avevamo già. Dissero che era venuto meno il segreto. Un mese prima un funzionario dell’agenzia aveva dichiarato: “Sapevamo dell’inquinamento, ma non era nostro compito denunciarlo”.

Pubblicarono i dati, ma solo a partire dal dicembre 2007. Gli altri, quelli che leggiamo oggi, dissero che non c’erano.

A novembre 2009, il direttore Sigillito, audito presso la III Commissione regionale, dichiarò: “In data 16 ottobre sono venuto a conoscenza del fatto che l’Arpab non ha effettuato analisi sulle acque di monitoraggio di Fenice dal 2002, cioè da quando ha avuto l’incarico da parte della Giunta regionale.”

Tutto finito? Macchè, in questa storia un po’ kafkiana e un po’ surreale, i colpi di scena non finiscono mai. Sono gli effetti speciali prodotti dalla costola lucana de “La Peste italiana”.

A giugno 2011, il solito funzionario Arpab, il solito Bove, dichiara in un’intervista rilasciata a “Stato Quotidiano” che i dati ci sono, ma che non può prendersi la responsabilità di azioni di cui non conosce le ripercussioni. Bove afferma: “Se mi danno l’autorizzazione a diffonderle, le diffondo”. Eppure, la foglia di fico del segreto istruttorio era caduta due anni prima. Eppure, avevano detto che non c’erano. Domande: Quali ripercussioni? Può un funzionario pubblico arrogarsi il diritto di negare dati ambientali? Di fronte a tutto questo, leggere frasi del tipo “la Regione detta le regole” è davvero ridicolo. Qui le regole sono diventate carta straccia e di certo se qualcuno ha dettato qualcosa non credo si tratti di coloro che avrebbero dovuto governare e tutelare questo territorio. Sul mio spazio Facebook, Giuseppe Festa ha scritto: “E ora all’attacco”. Si caro Giuseppe, all’attacco per chiedere legalità, giustizia, rispetto dello Stato di diritto e del dettato costituzionale, delle leggi della Repubblica e delle convenzioni internazionali. Tutti i ministri interrogati, ad iniziare dalla signora Prestigiacomo, su questa vicenda non hanno mai inteso rispondere. Non una risposta alle interrogazioni presentate da Elisabetta Zamparutti e dal gruppo radicale alla Camera. Muti anche loro. Muti come i pesci del Pertusillo, che, si sa, si sono suicidati. E muta pure la Commissione ambiente, che vanta tra le sue fila l’on. Salvatore Margiotta.

Lo confesso, a questo punto mi aspetto dalle istituzioni lucane e in primis dal governatore Vito De Filippo uno scatto di reni. La “ricreazione” è finita e deve finalmente prevalere il senso dello Stato, della difesa della Res pubblica.

Ai sindaci del Vulture, invece, voglio ricordare che un qualche margine è loro concesso dagli articoli 50 e 54 del D.LGS 267/2000.

Abbiamo davvero bisogno che qualcuno torni a governare il nostro territorio. Abbiamo bisogno che qualcuno si decida a far rispettare le regole. Ora, subito, è necessario anteporre la tutela della salute pubblica e dell’ambiente ad interessi altri. Perché non è stata una pagina edificante quella scritta fino ad oggi e si è scherzato fin troppo sulla salute dei cittadini lucani. Fare il “profeta di sventure” può essere sgradevole, ma, ahimè, ogni giorno andiamo sempre più convincendoci che quanto affermato da Marco Pannella è assolutamente vero: “La strage di legalità ha sempre per corollario, nella storia, la strage di popoli”.Per dirla con Lucia, la politica, quella buona, quella che si interessa della polis era in piazza a Melfi, davanti ai cancelli di Fenice. La politica partitocratica ne segua l’esempio. Se nulla cambierà, non resterà che appellarsi al Presidente della Repubblica in quanto garante del dettato costituzionale e a quella Europa, che anche in materia di tutela dell’ambiente e della salute, così come sull’amministrazione della giustizia, ci ha ripetutamente condannati.A chi ci accusa di spargere “veleno sociale”, rispondiamo che l’unico veleno è quello di un regime che fa del potere un fine anziché un mezzo. La Edf deve pagare i danni prodotti, ad iniziare da quello di immagine. L’inceneritore va immediatamente chiuso.Con il Comitato Diritto alla salute dico: “Mo Avast” e confido nella capacità del governatore De Filippo di saper ascoltare le istanze delle popolazioni del Vulture.


1 commento:

  1. Continuiamo ad INDIGNARCI a gridare VERGOGNA-VERGOGNA ma di più non sappiamo fare???? Non è un incitamento alla rivolta ..ma all'organizzazione di forme di protesta eclatanti , personalmente non sopporto vedere che per distruggere il nostro territorio le noste vite prendono fior di quattrini... ci giudicano emozionalmente sensibili (pazzi),danno un calcio al futuro dei nostri figli ,perchè qui futuro non c'è ne gia più.Il lavoro non esiste se non in maniera clientelare,la sanità è stata smembrata anch'essa da gravi forme clientelari, se non sei amico di nessuno fai la fame......ADESSO BASTA

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