lunedì 4 luglio 2011

Alla catena umana non c’erano, ma i sindaci sono contro le trivelle


“Ma i sindaci dove sono?”. Nel giorno dei 5 mila della catena umana di Policoro lido “contro le trivelle a mare e in terraferma e contro il raddoppio delle estrazioni minerarie in Basilicata”, in molti hanno registrato l’assenza dei sindaci del Metapontino. Convenienza politica e voglia di non esporsi? Nicola Lopatriello, Pdl, sindaco del comune dove si è tenuta la catena umana, conferma alla Gazzetta di aver aderito a titolo pieno come amministrazione “perché Antonio Mastrosimone ha partecipato come assessore all’ambiente di Policoro e come proprietario del Lido La Capannina. Non facciamo qui che chi era assente è favorevole e chi era presente è contrario alle trivelle: la mia contrarietà alle estrazioni petrolifere in terra e mare è nota da tempo”. Il sindaco fa riferimento ad una ordinanza di sgombero dei fusti di avapoly imposta alla Gas Plus per il pozzo Morano in contrada Bosco Soprano e alla richiesta, condivisa coi colleghi di Nova Siri e Rotondella, di non consentire estrazioni minerarie nei pressi dell’Itrec in contrada Trisaia, per possibili rischi sismici ed eventuale contaminazione radioattiva.

“Come amministratore – dice Lopatriello – non ho bisogno delle royalties per farmi i marciapiedi e le panchine della villa. Preferisco preservare l’ambiente del mio territorio e sviluppare, come abbiamo finora fatto, le vocazioni naturali di Policoro”. Più tecnico il sindaco appena rieletto di Scanzano Jonico, Salvatore Jacobellis, Pd. “Non ho partecipato, ma – afferma – sono contrario all’energia fossile sia estratta in mare che in terra. Sul piano energetico ho delle mie convinzioni che prevedono un sempre minore ricorso allo sfruttamento del fossile, per estrarre il quale si usano molte sostanze tossiche in un’attività invasiva che può alterare anche la sismicità del territorio”. Firmerebbe una moratoria per le nuove estrazioni in Basilicata? “Credo che occorra ridiscutere tutto in tema di estrazioni minerarie in terraferma, a partire dalla convenienza per finire ai rischi spesso sottovalutati, alle condivisioni che non esistono e ai piani di sicurezza per i cittadini che vivono intorno alle aree estrattive”. Assolutamente contro le perforazioni off-shore, i sindaci di Rotondella, Vincenzo Francomano, Pd, di Bernalda, Leo Chiruzzi, Pd, e di Nova Siri, Giuseppe Santarcangelo, Pdl, tutti e tre fuori comune per impegni istituzionali (Chiruzzi impegnato per l’emergenza alluvione), “contro le quali – affermano – abbiamo già firmato due anni fa un documento di opposizione. Anche perché – dicono – vanno valorizzati gli investimenti fatti per il turismo”. Sono però tutti e tre più possibilisti verso le perforazioni in terraferma. “Se c’è una risorsa – è il loro pensiero comune – va sfruttata, chiaramente preservando l’integrità del territorio, anzi, siamo per una riflessione sulla disciplina della materia affinché si alzi al massimo l’attenzione all’uso del territori”. Francomano e Santarcangelo, confermano, comunque, la loro contrarietà ai pozzi di gas vicino all’Itrec e, in generale, vicino ad ogni area sensibile della Basilicata.

Arrabbiato contro le royalties che non ha trovato come neo sindaco appena eletto, “nonostante qui si perfori dal 1950”, Vito Di Trani si dichiara contrario ad ogni perforazione e convinto di una moratoria necessaria che porti a discussioni tra gli enti locali prima di “calare dall’alto altre perforazioni. Tra l’altro, avere zero royalties con ciò che dà Pisticci in termini energetici al Paese, è un vero paradosso”. E poi aggiunge che “da medico credo che dobbiamo prima cercare una spiegazione all’alto incremento di alcune patologie”. Enzo Palazzo

Comuni Jonici tutelino il territorio

Sono 5, tutti della Gas Plus i pozzi “rischiosamente vicini” all’Itrec e al suo contenuto radioattivo. L’allarme di un rischio di subsidenza che potrebbe determinare un pericolo di contaminazione, è stato rilanciato in questi giorni dall’intervista al sismologo Leonardo Seeber, che ha confermato la pericolosità delle attività minerarie vicino a siti sensibili. Tre sono nel territorio di Policoro, estraggono 7 milioni circa all’anno di mc. e distano dall’Itrec un paio di km. in linea d’aria; due sono tra Nova Siri e Rotondella ed estraggono 189 mila mc. di gas a circa 200 metri dall’Itrec. Al rinnovo della concessione di questi due pozzi si opposero i tre comuni dell’area. Il Dipartimento ambiente negò ogni possibilità di rischio perché il pozzo era “attivo dal 1987”. Nonostante il cambio di assessore, da Vincenzo Santochirico ad Agatino Mancusi, i pozzi restano attivi. La Ola, Organizzazione lucana ambientalista e No Scorie Trisaia chiedono da tempo le dimissioni dell’assessore e del dirigente all’ambiente per omissioni di informazioni e sottovalutazione. [e.p.]

* Articolo di Enzo Palazzo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 3/7/2011

1 commento:

  1. La presenza di Lopyrom non è scontata... Era impegnatissimo... Stava in Romania nella Roulotte di una..........

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