sabato 2 aprile 2011

Toghe lucane: Non è vero

Ivano Farina
L'archiviazione di Toghe lucane potrebbe condurre al silenzio o al miserevole ruolo di una pazza Cassandra tutta una serie di movimenti, di argomentazioni e di speranze, che hanno animato la nostra Terra negli ultimi anni. Per ilmomento non ci sta riuscendo, ma lo scotto è ancora troppo recente per dirlo. Bisognerà aspettare che i riflettori sul caso si spengano, per poterlo sapere.
Di sicuro questa archiviazione fustiga i sogni di cambiamento della Basilicata, che ancora ansima e si spopola per mancanza di aria pura e di possibilità e di sicuro riabilita l'intera classe dirigente e il suo sistema.
Non mette certo a tacere tutti i dubbi, ma i dubbi hanno la stessa consistenza del fumo e da soli non bastano, se non si sposano alla fiducia e alla forza di una solida argomentazione. Anzi possono essere deleteri se ad accompagnarli ci sono solo lo sconforto e la solitudine.
Personalmente non mi stupisce l'archiviazione e nemmeno trovo particolarmente originale il dibattito di questi giorni sui vari giornali e sui vari blog. E' un film italiano già visto troppe volte e noi siamo troppo italiani per non sapere come vanno le cose nel Bel Paese.
Siamo o non siamo la nazione delle stragi di stato, dei misteri oscuri e irrisolti, siamo o non siamo la patria della Mafia, siamo o non siamo abituati ad assistere allo spettacolo dell'impunità dei potenti?
Non siamo quelli che hanno assistito - allora sì veramente stupiti - al funerale della corrotta prima Repubblica, per poi capire che stava solo inscenando una finta morte per costruirsi una nuova vita?
Non ci stupiscono più le inchieste sulla corruzione e ancora meno ci stupiscono le loro archiviazioni: lo scandalo, da noi, è routine.
Accuse e assoluzioni, dibattiti e dubbi, scoramenti ed urla sono il sale della democrazia italiana. Quel sale con cui noi condiamo il piatto che loro cucinano e mangiano. Alla fine verrà digerito ed espulso. Tutto tornerà come prima.

Larchiviazione di "Toghe lucane" vorrebbe dire che non è vero che in Basilicata esiste una consorteria trasversale che unisce professionisti, amministratori, magistrati, imprenditori, in unico granitico blocco di potere che decide il buono e il cattivo tempo e al quale bisogna rivolgersi per qualsiasi affare. Non è vero che il sistema di potere lucano è tenuto da una serie di amicizie, di sotterranei collegamenti e di reciproci piaceri fra il potere politico, la magistratura e il potere economico.
Non è vero che l'economia lucana è retta dalle nomine e dai beneplaciti della politica e dalla miopia (se non dalla cecità quando occorre) degli organi di controllo e non è vero che questo sistema di corruzioni e concussioni si estende a maglie, via via più larghe, sull'intera società.
Non è vero che quì da noi i giovani in cerca di lavoro non si impegnano nemmeno più a mettere a frutto le proprie capacità per realizzare la loro libertà e lo sviluppo della Terra, ma si rivolgono alla grazia del politico di turno, da bravi figli obbedienti di padri codardi e incoscienti. Non è vero che chi rimane fuori da questo giro - e per fortuna sono in tanti - ha come unica alternativa la rassegnazione o la fuga.
Non è vero che si è costruito dove non si doveva costruire, si è dato a chi non meritava e si è tolto a chi non aveva protezioni. Non è vero che c'era un sistema clientelare, che si è chiuso col tempo in una vera e propria massoneria - o arrogante e strafottente oligarchia se preferite.
E, andando oltre, non è nemmeno vero che quì si è potuto uccidere e farla franca con facilità; non sono veri i depistaggi, gli inquinamenti delle prove, le coperture dal basso e dall'alto, dai padri e dai figli, a Potenza come a Policoro.
Nemmeno i traffici di rifiuti, i misteri dietro il sito unico di scorie, nemmeno lo scempio del petrolio in Val d'Agri sono veri.
Toghe Lucane aveva aperto la via al cambiamento e alla speranza, aveva dato voce, fiducia e coraggio ad una nuova generazione, ma era tutto falso.
"Noi viviamo in un'isola felice", come dice il senatore Ayala; "la Basilicata è una piccola Svizzera", come dice De Filippo. Niente è vero di quello che hanno detto un manipolo di magistrati (epurati) e di giornalisti faziosi.
Non è vero! Ve lo volete mettere in testa? Da bravi, chiudete gli occhi, barricatevi nel silenzio e mettevelo in testa.

www.karakteria.org.

4 commenti:

  1. Farina....non sò chi 6, ma comunque bravo.vorrei solo aggiungere una cosa a questi (signori) che:nella vita tutto finisce,ma forse toghe lucane no!!

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  2. O.K. Archiviazione...
    Ma noi non dobbiamo demordere, NON POSSIAMO ARRENDERCI! Per noi e per i nostri figli. Ti guardi intorno e vedi marciume... ne senti il puzzo.
    E' UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA...

    Proprio stamani ho letto un pezzo bello e preoccupante (sul Metapontino.it) che la dice lunga su quello che ci accade e da chi siamo amministrati...: ne copio uno stralcio.
    "Sono due le zone d'ombra su cui la Sogin deve con urgenza fare chiarezza per evitare "paura individuale" e "rabbia collettiva": perché un capannone di tali dimensioni e degli ingressi indipendenti?
    Nella Provincia di Matera le neoplasie alla tiroide, al midollo osseo, all'intestino, ai reni e al sistema nervoso sono in continuo aumento, come dimostrano i dati forniti di recente dai vari presidi sanitari e dai medici di famiglia; si promette da tempo un adeguato sistema di monitoraggio ambientale senza passare dalle parole ai fatti; la compensazione ambientale e qualche assunzione di favore possono servire a fare abbassare la testa ai tanti politici locali in cerca di "potere" e vantaggi personali, ma non potranno mai bastare per contrattare il futuro di un territorio che, nonostante tanti limiti, spesso è capace di guardare molto lontano.

    Il silenzio assordante della società che gestisce gli impianti nucleari è inconcepibile almeno quanto le parole del primo cittadino di Rotondella, Vincenzo Francomano, che in occasione della recente visita del Procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, ha dichiarato pubblicamente che “rispetto al 2003 l’attuale dirigenza della Sogin offre più garanzie”. Bisognerebbe capire a chi offre più garanzie".

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  3. ivano quello che fai è la strada giusta. ma non sono le aule di giustizia a poter restituire la dignità a chi ancora ne ha. sono le persone come te che non demordono, e che sono guardate nel silenzio da chi si è stancato di combattere, a fare da traino delle coscienze oggi sopite. quando sarà il momento, saranno con voi. non sono i giudici a dover sovvertire gli esiti del voto democratico. perchè solo quando a farlo sarà la gente comune, allora starà definitivamente in piedi la rivoluzione che ognuno di noi spera. per ora sono ancora tanti ad avere gli occhi socchiusi. ma pian piano, vedrai, le coscienze si risveglieranno. fateli parlare, fateli venire allo scoperto, così che tutti possano ascoltare le loro parole. così si potranno misurare con la loro stessa merce: le parole. hai ragione toghe lucane non esiste. non esiste nelle aule giudiziarie (anche se mi pare sia ancora in secondo grado), ma esiste nelle teste della gente comune. sono sempre gli stessi nomi che si ripetono. gli stessi atteggiamenti. le stesse ingiustizie.ivano, fateli parlare. fateli parlare. con stima, un osservatore attento

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  4. ..."i dubbi hanno la stessa consistenza del fumo e da soli non bastano, se non si sposano alla fiducia e alla forza di una solida argomentazione. Anzi possono essere deleteri se ad accompagnarli ci sono solo lo sconforto e la solitudine"...

    Tutto vero e condivisibile, caro Ivano, però a me sembra di percepire
    una novità, un sentimento diffuso, finora controllato ma che, ogni giorno di più scalpita e urla:
    LA RABBIA!! La rabbia della gente comune che non ce la fa più, che è stufa dei soprusi dei soliti arroganti....
    Ovvio che non siamo la Libia e neppure la Tunisia, tuttavia, fossi in loro, qualche piccola riflessione la farei: scherzare con FRUSTRAZIONE E RABBIA POPOLARE è un pò come SCHERZARE COL FUOCO.

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