domenica 20 marzo 2011

Toche lucane e manifestazione di Libera Frammartino risponde all'articolo di Leporace.


Egregio direttore l’odierna impostazione della prima pagina del tuo giornale è il contenuto del tuo editoriale non mi convincono. Ad una prima lettura mi sembra che tu ponga da una parte la grande manifestazione di Libera e dall’altra la decisione del Gip di Catanzaro di archiviare l’indagine Toghe Lucane. Nel tuo editoriale, poi l’ archiviazione di Catanzaro verrebbe intesa come riedizione della Basilicata come isola Felice con l’ulteriore grave deduzione secondo cui dalla Basilicata sarebberò estranei 2 gravissimi fenomeni , quello della mafia e della corruzione. Per quando riguarda toghe Lucane occorre ribadire prima di tutto che già nella richiesta di Capomolla ,l’accadimento dei fatti accertati da De Magistris non veniva messa in discussione , cambiando solo la valutazione giuridica. Non ho avuto ancora la possibilità di leggere le motivazioni del GIP, ma per il rispetto che porto alla magistratura le leggerò attentamente al fine di comprendere se quella parte delle accuse che a me apparivano fondate siano valutate in maniera da farmi cambiare opinione. Si tratta delle questioni che attengono alla vicenda Marinagri di cui le indagini proseguono per altri aspetti presso la corte d’appello.Più in generale riferito a Toghe Lucane, mi interessa sapere che cosa pensi la magistratura inquirente sui fatti tragici accaduti a Potenza . Nessuno mi convincerà mai che una indagine che avesse i requisiti minimi della serietà non avrebbe ispezionato nell’ immediatezza dei fatti la chiesa della Trinità e le sue pertinenze alla ricerca di quel che era potuto accadere alla povera Elisa Claps. Nessuno mi toglierà dalla testa che una accurata ispezione o perquisizione in pochi minuti avrebbe scoperto l’esistenza di un cadavere ancora caldo. Questo si che chiede vendetta al cospetto di Dio per una giustizia negata, per una verità stuprata violentata. Non mi convince ancora di più la tua presa di posizione nel negare fenomeni gravi di corruttela nel territorio Regionale. I fatti recenti di Policoro dimostrano invece quando il fenomeno sia grave e diffuso. In merito voglio ricordarti che non c’è nessuna etica Politica nessun freno , mentre in Germania un ministro si dimette perchè avrebbe copiato una tesi di Laurea , il sindaco di questa città oggi agli arresti domiciliari si è fatto passare per molti anni come laureato senza esserlo e usava lo jammer senza nessuna conseguenza anzi ad oggi la sua maggioranza regge con i voti di un consigliere Finanziere ed un Poliziotto. Fatte queste precisazioni ritengo che non debbano sottovalutarsi le vicende giudiziarie ancora sotto esame. Si omette infatti di ricordare che la leicita o meno dell’attività costruttiva di Marinagri è sotto esame del giudice compreso la questione della proprietà dei terreni. Qui va ricordata che la illegittimità dell’intervento ipotizzata da De Magisteris era stata fatta propria dal dott.re Capomolla che aveva richiesto il rinvio a giudizio. .Cosa Molto strana nella relativa udienza Capomolla non era presente . Fu sostituito da altro magistrato , il quale a velocità supersonica , in meno di un’ora lesse ed esamino circa 15 faldoni e chiese l’assoluzione contraddicendo sia De Magistris che Capomolla, assoluzione inpugnata dal PM Facciolla che parlo di violazione di norme penali. Con questi precedenti prendiamo atto di questa decisione e la valuteremo, pronti a riconoscere la totale giustezza se gli argomenti ci convinceranno. Pronti invece a criticarne i contenuti per le parti che non ci avranno convinto. Un’ultima osservazione , debbo fare , se il giudice penale ha confermato l’impianto dei fatti e negato l’esistenza dei reati , non per questo vorrà dire che tutto è legittimo. Occorrerà che altri si occupino delle vicende in relazione ai fatti e circostanze amministrativamente illegittime. Per parte mia affermo che rispetto a Toghe Lucane vi possono essere valutazioni differenti e persino opposte , nell’ interesse di tutti occorre che i punti salienti della vicenda vengano conosciuti dai Lucani. Sarà giusto consentire ai cittadini di conoscere gli atti in modo che ogni uno faccia le proprie valutazioni. Per questo proporrò ad alcuni amici di costituire un gruppo di lavoro per raccogliere e pubblicizzare gli atti. A libera chiederò di sostenere questa iniziativa , affinchè i cittadini giudichino raccogliendo cosi anche la richiesta che viene da quella grande manifestazione di Potenza , che è quella di farsi una opinione conoscendo approfonditamente le vicende.


L'EDITORIALE DI LEPORACE DIRETTORE QUOTIDIANO DELLA BASILICATA

Non dimenticando che alle porte dell'Italia si combatte una guerra che coinvolge noi tutti ieri in Basilicata abbiamo vissuto una giornata molto particolare. Neanche il regista più fantasioso poteva immaginare che, proprio nel giorno che a Potenza in quarantamila partecipavano alla XVI giornata dell'impegno e del ricordo delle vittime di mafia promossa da Libera, nel primo pomeriggio, dopo mesi di attesa, arrivasse il provvedimento del Gip di Catanzaro che ha decretato che la cosiddetta inchiesta Toghe lucane con trenta indagati molto eccellenti del potere locale non merita di avere processo e attenzione nonostante le ponderanti accuse edificate dall'ex pm Luigi De Magistris. I due avvenimenti si fronteggiano contrapposti ma offrono
una lettura comune. Una premessa sulla manifestazione. La città di Potenza ha raggiunto un grande risultato. Il capoluogo ha dimostrato di saper accogliere e gestire grandi eventi. La macchina comunale, le forze dell'ordine, nuove opere urbanistiche come il Ponte attrezzato, la capacità degli organizzatori, il senso comune dei cittadini hanno dimostrato un'efficienza dal sapore svizzero che gratifica e inorgoglisce tutti. I contenuti e la partecipazione alla manifestazione meritano una prima, sommaria, ma serrata analisi. Il primo dato è la forza di Libera nazionale. Nel tempo, grazie ad un leader carismatico come Don Ciotti, nell'Italia dei misteri e delle mafie, si è diffuso un movimento di massa animato da mondo cattolico, scoutismo, associazionismo di base, professori democratici, sinistra senza partito. Concentrazioni nelle tre regioni del Sud a fortissima densità criminale
ma la militanza è molto diffusa in Piemonte, Lombardia, Lazio e regioni rosse dell'Italia centrale. E' un movimento in crescita molto collegato a ben individuate correnti della magistratura. Un problema è stato segnalato dal giornalista antimafia siciliano Gianfranco
Criscenti che in un recente articolo ha sottolineato che il movimento della legalità non può pensare con le categorie del centralismo democratico. Scrive Crescenti: “Non c'è spazio per le minoranze, o abbracci la linea madre oppure sei un nemico da
combattere”. Un assioma molto presente e militante in Libera Basilicata. La grande manifestazione è stata preparata benissimo.
E le parole d'ordine calibrate con cura e fatte passare con generale acquisizione. La Basilicata è stata riconosciuta terra di
mafia. Fedele al suo ruolo di investigatore di lungo corso, il questore di Potenza, Romolo Panico, che pistola in pugno ha affrontato camorra e 'ndrine, ha fatto presente che i Basilischi sono stati sconfitti. Aggiungiamo noi che Scarcia e bande materane
lo furono già in passato. La mafia è così globale che ha qualche addentellato lucano in forzieri di banca e finanziarie ma non può dirsi che la Basilicata sia governata dalle cosche. Molte componenti sociali e politiche locali hanno preferito abdicare nel difendere la diversità della regione. Schiacciati da un'intemerata dal gran banchiere Draghi che da Milano ha tuonato di un calo del Pil del venti per cento causa mafia in Lucania. Innanzitutto il dato è aggregato alla Puglia (quali le due misure?) e poi nessuno ha mai letto il discorso di Bob Kennedy del 18 marzo 1968 all'università del Kansas in cui si mette a nudo l'inadeguatezza del Pil come indicatore del benessere? Qualche sessantottino passato a venerare i banchieri ricorda ancora quelle parole? Dicevano:
“Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere
vissuta”. A parte l'economia, la mobilitazione di Libera in Basilicata ha avuto grande presa. Circa diecimila lucani hanno preso parte al corteo. Ognuno ha tirato dal versante che gli sta più a cuore. Ambiente, corruzione politica, mancanza d'alternanza, concorsopoli, malapolitica sono diventati segnale di protesta e malcontento. Ne tengano conto coloro che amministrano e che hanno cercato di mettere una toppa sfilando nel corteo. Pochi i politici che hanno avuto un netto atteggiamento di contrarietà
a questa visione: la destra del senatore Digilio e del consigliere Napoli insieme ad Alessandro Singetta dell'Api. Un grande fattore emotivo e collante sociale sul piano locale è rappresentato dalla vicenda degli scomparsi considerati morti per mafia con a capo l'inquietante e non risolta vicenda di Elisa Claps. Don Ciotti in testa, in nome di un impegno mai lesinato da Libera, ha rivendicato
questa vicenda come elemento scatenante dal potere oppressivo e occulto lucano. Lasciando quasi intatto, come una sorta di ossimoro, le pesanti contraddizioni vissute dalla Chiesa che quel cadavere ha occultato per anni. Al punto che la mamma di Elisa non ha partecipato alla grande veglia delle vittime probabilmente per non incontrare il vescovo di Potenza. C'è voluta tutta la capacità di don Ciotti per un pallido momento di riconciliazione a distanza tra famiglia e vescovi alla manifestazione finale.
Tutti aspettano certezze le risposte chiare su chi ha depistato indagini, nascosto cadaveri, omesso verità.
ieri nel corteo c'erano anche il presidente della Regione, Vito De Filippo, e il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero. Sempre ieri
i loro nomi sono comparsi nel lungo elenco dei prosciolti di Toghe lucane che segna altre 28 persone per anni esposti alle peggiori accuse come cricca che aveva fatto sprofondare la Basilicata nel malaffare calpestando tutto e tutti. Tuona parole di fuoco l'ex procuratore generale Tufano, quasi si commuove in privato il senatore Bubbico. Il gip Maria Rosaria Di Girolamo in una cinquantina di pagine demolisce quell'inchiesta che Luigi De Magistris bene avrebbe fatto a non sommare a questioni già troppo complesse come Why not. Punto per punto, con certosina applicazione, il gip evidenzia “impianto lacunoso”, “quadro frammentario”, “totale assenza di prove”. E anche i testimoni di quello schieramento avverso che diedero vita ad una guerra civile a bassa intensità in Basilicata vengono sconfitti dalla penna del Gip. C'è anche don Marcello Cozzi di Libera tra loro. Il protagonista principale della manifestazione della mattina riceve giudizi non felici dal magistrato nel pomeriggio.
Ora quale sarà il prosieguo? Che il magistrato non era giusto, non era quello naturale? Si opporranno tesi berlusconiane considerato che la bilancia della Giustizia non è andata nel verso giusto? Speriamo di no, ma sappiamo che il conflitto giace latente dietro l'angolo. Rafforzato da quella grande partecipazione popolare, trasversale e occasionale, della manifestazione
che può trovare nuovi leader nella revanche sulla politica locale che non trova opposizione alla sua incontrastata legittimità elettorale. Resta debole chi è fuori dalla politica e che ha subito vessazioni personali e punizioni non dovute che sarà difficile risarcire. Resta molto da capire e far comprendere all'opinione pubblica. Lo faremo con serenità e dando voce a tutti.

12 commenti:

  1. Frammartino io non so chi sei e per chi scrivi, so solo che molto del tuo dire, anche se da portavoce... e verità!!Comunque tutto verrà fuori,bisogna avere solo pazienza...

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  2. Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano.
    (Giovanni Giolitti)

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  3. Ottavio sindaco senza se e senza ma

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  4. Come esempio Giolitti non è proprio appropriato , Salvemini, dopo aver combattuto una lunga battaglia politica contro il leader
    liberale, di cui divenne emblema l'opuscolo Il ministro della mala vita (1910)

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  5. Giolitti non era citato quale esempio, sembra evidente!
    E' solo una sua frase che risulta incredibilmente attuale!

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  6. sono un attimino sconcertato da alcuni commenti e dalla posizione dell'amministratore del blog. nasce un' inchiesta e si rovesciano tonnellate di fango sugli indagati e gia' non va bene perche' esiste la presunzione di innocenza costituzionalmente garantita. poi l'inchiesta viene chiusa dopo gli approfondimenti di chi ha la responsabilita' di farlo e si grida allo scandalo. ora, si possono anche avere antipatie, rancori o non so che cosa verso gli ex indagati ma occorre un minimo di civilta' giuridica e amore verso lo stato di diritto. dissentire e' lecito ma pretendere che la propria opinione debba per forza coincidere con l'operato dei giudici e' pura presunzione! ...... il silenzio e' l'unico modo di uscirne con dignita'.

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  7. Frammartino Complimenti

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  8. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  9. la questione Morale non è una questione solo penale. Enrico Berlinguer , non crede che sia meglio di Giolitti.

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  10. Per questi soggetti De Magistris in testa ci vorrebbe Alberto Manzi!!!
    (per chi non lo sapesse quello che attraverso la televisione contribuì a combattere l'analfabetismo in Italia) Purtoppo oggi molti fanno i saputelli ma la disinformazione il gossip e la stupidità regnano sovrane. Quanto sarebbe bello legere delle notizie che riportano i fatti e solo quelli senza elucubrazioni mentali o commenti inappropriati!!!
    Il giornalista (anche quello non professionista come Frammartino dovrebbe dare sempre e solo risalto ai fatti anche quando, come nella fattispecie di toghe lucane si sono conclusi col solito flop di De Magistris. Questo per onestà intellettuale!!!!! Meditate gente meditate

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  11. OTTAVIO come si dice:

    CANE NON MORDE CANE

    AVEVATE DUBBI CHE TUTTO SI SAREBBE RISOLTO CON UNA ARCHIVIAZIONE?
    IO PER NULLA

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  12. QUESTIONE MORALE................
    MA QUALCUNO SI E' ACCORTO CHE VOTIAMO
    VECCHI PROFESSIONISTI DELLA POLITICA, MAESTRI DEL MIRACOLO DELLA MOLTIPLICAZIONE DELLE POLTRONE, E AVVEZZI SOLO A FARSI GLI AFFARI PROPRI E DEL PROPRIO "AFFARE"....
    e noi qui a discutere............
    spero possano trarre un monito dalle vicende africane...
    (Tanto va la gatta...)

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