lunedì 4 ottobre 2010

Non si archivi Toghe Lucane. Oggi il giorno dei ricorsi

A Catanzaro si discutono oggi, davanti al gip, quattro opposizioni alle archiviazioni
FILIPPO MELE
• P O L I C O R O. Da «Toghe lucane» a «Toghe lucane»? Potrebbe essere il responso dell’udien - za, in programma domani nel tribunale di Catanzaro dove, davanti al gip Maria Rosaria Di Girolamo si discuteranno quattro opposizioni all’archiviazio - ne della inchiesta disposta dal pm Vincenzo Capomolla il primo luglio 2009. Udienza che doveva svolgersi il 18 giugno scor so ma che fu rinviata per un difetto di notifica. Alla città calabrese, dunque, domani guarderà tutta la Basilicata. L’esito di una udienza, infatti, non è mai scontato.

Poi, ha destato qualche apprensione in coloro che avevano salutato con soddisfazione l’ar - chiviazione quanto avvenuto il 22 settembre per il «filone Marinagri». Il sostituto procuratore, Eugenio Facciolla, ha presentato ricorso alla Corte di ap
pello avverso alla sentenza che aveva assolto l’11 dicembre 2009 gli indagati Vincenzo Vitale e Marco Vitale, titolari della «città portuale» alla foce dell’Ag ri; Nicolino Lopatriello, sindaco di Policoro; e Felice Viceconte, dirigente del settore urbanistica del Comune del Metapontino. Tutto da rifare, dunque, per Marinagri.

E su «un tutto da rifare» punta chi ha presentato opposizione all’archiviazione disposta da
Capomolla. Si tratta di due personaggi «di peso» della magistratura lucana, come l’ex procuratore capo della Dda, Giuseppe Galante, e l’ex gip, Alberto Iannuzzi, ora consigliere di Corte di appello, a Potenza, e di altre parti lese, Nicola Piccenna, di Matera, e Michele Francesco Zito, anche lui di Matera. Di un’altra «appendice» delle «Toghe», quella riguardante l’ex pm di Potenza, Claudia De Luca, accusata di peculato per un uso considerato «eccessivo» del cellulare di servizio, si svolgerà il 7 ottobre 2010 il relativo processo.

L’attesa per l’udienza di domani, dunque, è notevole. Alla prima, ad esempio, quella rinviata il 18 giugno, erano a Catanzaro un nugolo di vip lucani. Tra gli altri, citiamo i ricorrenti Galante e Zito; Vincenzo Montagna, legale di Galante e Iannuzzi; Emilio Nicola Buccico, ex componente del Csm ed ex
sindaco di Matera; Giuseppe Labriola, ex presidente dell’Or - dine degli avvocati di Matera ed ora sindaco di Tursi; Marco Vitale, contitolare di Marinagri; Michele Cannizzaro, ex direttore generale dell’azienda sanitaria San Carlo di Potenza; Felicia Genovese, ex pm della Dda di Potenza, poi a Roma; il sen. Filippo Bubbico (Pd), ex sottosegretario allo Sviluppo economico; Pietro Gentili, ex ufficiale dei carabinieri; Felice Viceconte, dirigente del Comune di Policoro. Sono solo alcuni dei 33 indagati dall’ex pm del tribunale calabrese, Luigi De Magistris, oggi eurodeputato Idv, che, aprì il 27 febbraio 2007 e chiuse «Toghe lucane» l’8 agosto 2008. Per De Magistris, magistrati, politici, imprenditori, esponenti delle forze dell'ordine, avrebbero costituito un comitato di affari per gestire sanità, turismo, banche, di Basilicata. Le accuse nei confronti dei 33 vip, a vario titolo, associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa aggravata ai danni dello Stato, corruzione, corruzione in atti giudiziari, rivelazione di segreto d’ufficio, minacce a pubblico ufficiale. Poi, le archiviazioni di Capomolla ed i ricorsi di cui si dibatterà oggi

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