Tutto in alto mare a una settimana dall’inizio delle lezioni
LUCIA DE GREGORIO
• Nonostante le bizze meteorologiche e un clima quasi autunnale, quelli attuali sono giorni caldi, anzi caldissimi per la scuola. E non solo per gli studenti, ormai vinti dalla nostalgia delle vacanze estive, sempre troppo corte, ma anche per i professori, croce e delizia di tutti gli alunni. Il primo settembre, infatti, è iniziato un nuovo anno scolastico, ma le incertezze per la scuola italiana e quella lucana sono moltissime. Questa volta, però, a togliere il sonno ai docenti non sono i temutissimi risultati Ocse, che ogni
tanto vengono sbandierati a mo’ di spau racchio, nei quali l’istruzione nostrana si piazza quasi sempre agli ultimi posti, quanto a competenze acquisite dagli studenti. Questa volta la questione riguarda proprio i docenti e in particolare coloro che ancora vagano nel limbo del precariato. La situazione, infatti, pare davvero critica e ai tagli dello scorso anno si sono aggiunti quelli attuali, che rischiano di compromettere seriamente il settore dell’istruzione lucana. Le operazioni per individuare coloro che riusciranno ad ottenere una supplenza non sono ancora cominciate e un primo calendario per le convocazioni di quanti, in base ad una graduatoria, sono in posizione utile per scegliere una sede di lavoro verrà reso noto, dopo una falsa partenza, proprio oggi. L’appuntamento per scegliere una sede, in effetti, era previsto per martedì scorso, ma poi, come si legge in un comunicato diramato dall’ufficio scolastico provinciale, «di fronte alle proteste ed alle diffuse intemperanze manifestate dai convocati, che reclamano la necessità di un differimento delle operazioni per attendere l’espletamento delle procedure di assegnazione provvisoria degli altri Uffici a livello nazionale, che potrebbero incrementare ulteriormente le disponibilità, d’intesa anche con i sindacati della scuola, questo ufficio procederà a differire le operazioni predette, riformulando, con le relative disponibilità, un nuovo calendario il giorno 6 settembre». Loro, i docenti, hanno dato una
differente versione dei
fatti. Daniela, docente precaria di filosofia, poco più che quarantenne racconta: «Siamo stai convocati per le 9.30, in una nuova scuola rispetto a quella messa di solito a disposizione. La maggior parte di noi per essere puntuale è arrivata addirittura con un’ora di anticipo, anche da 130 km di di stanza. Ma alle 11 non era cominciato ancora nulla. Né si è visto un funzionario dell’ufficio scolastico. Perciò qualcuno ha fatto timidamente notare che non era giusto essere trattati in questo modo e così, sostenuti anche da alcuni rappresentati dei sindacati, abbiamo proposto un rinvio delle nomine. Alle 13 finalmente il comunicato, diffuso anche alla stampa, in cui si parla di «proteste e diffuse intemperanze». Qualcuno riesce ad immaginare docenti giovani e meno giovani, molti over anta, parecchi con figli e poppanti al seguito, in attesa di sapere «di che morte morire», strepitare in stile hooligans? Verrebbe da dire: «Cornuti e mazziati».
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