Ieri i funerali sotto una pioggia battente che non ha fermato la solidarietà dell’intero paese. I risultati dell’autopsia tra 25 giorni
Un volo di colombe bianche e un intenso applauso al termine dei funerali hanno salutato ieri, a Bernalda, Rosalba Pascucci di 32 anni, morta mercoledì scorso nell’ospedale di Policoro dopo un parto cesareo gemellare. Il rito funebre è stato celebrato da don Mariano Crucinio nella chiesa del Convento. Lacrime e commozione ai funerali della donna di 32 anni
ANGELO MORIZZI
• L'ultimo saluto. Rosalba Pascucci se n'è andata, per sempre, in un grigio pomeriggio di settembre. La comunità bernaldese si è stretta attorno ai familiari della giovane madre, morta subito dopo aver dato alla luce due meravigliosi gemellini, Rocco e Cristiano. La pioggia incessante, che per tutta la giornata ha imperversato sulla cittadina jonica e il cielo grigio, color cenere, hanno contribuito a rendere ancora più mesto e desolante il rito dell'addio. La salma di Rosalba era arrivata in tarda mattinata nella Chiesa del Convento, nella centralissima piazza Plebiscito, direttamente dall'ospedale di Policoro, dove il giorno prima era stata effettuata l'autopsia. Una processione incessante di gente si è alternata a omaggiare le spoglie di Rosalba, tra il pianto e la disperazione dei suoi familiari. Particolarmente toccante la testimonianza sulla figlioletta Lidia che, piangendo, chiedeva informazioni sulla mamma e i due fratellini. Lidia è ancora troppo piccola per capire il senso della vita e della morte, ma certo non quello fraterno dell'abbraccio a Rocco e Cristiano, ricoverati presso il reparto di neonatologia dell'ospedale «Madonna delle Grazie» di Matera. È qui che la bimba è stata condotta per esaudire almeno uno dei suoi due desideri.
Per l'altro, quello dell'incontro con la mamma, di cui ricorda ancora l'ultimo bacio, prima della fatale partenza per Policoro, saranno il tempo e la fede a fornirle le risposte più giuste.
Nel primo pomeriggio, all'interno di una Chiesa davvero troppo piccola per accogliere un tributo tanto grande di solidarietà, don Mariano Crucinio ha celebrato i funerali di Rosalba, cercando di lenire, con spirito cristiano, il dolore fortissimo, incancellabile, del marito Andrea, della figlioletta Lidia, del padre Berardino, della madre Flora, dei fratelli Giuseppe e Raffaele, della sorella Anna Maria, dei suoceri Rocco e Lidia e del cognato Donato. Una messa coralmente partecipata, scandìta dall'omelìa ferma, decisa di don Crucinio: «In questi momenti - ha detto il parroco - solo il silenzio può sciogliere tanto dolore. Non è facile parlare neppure per me. Eppure Dio ci impone di portare la sua parola agli uomini. Solo Lui può diradare le fitte nebbie della sofferenza e della rabbia. Due sensazioni che tutti abbiamo provato, apprendendo ciò che era accaduto a Rosalba. È una delle tante morti di giusti. Ci risultano incomprensibili, se non ricordiamo che anche Cristo ha patìto l'ingiustizia del Calvario, prima di risorgere dalla morte. Ci consola sapere - ha proseguito - che ora Rosalba si trova nella Pace». Per don Mariano «abbiamo assistito alla vicenda tragica di una giovane mamma che accetta il rischio della vita per dare la vita. Per questo Rosalba è come il Paradiso». Quindi un «affondo» sul caso specifico: «Non voglio an teporre il mio giudizio a quello degli organi giudiziari competenti. Non intendo criminalizzare nessuno, tantomeno la categoria dei medici. Ogni mestiere ha ottimi e pessimi rappresentanti. Non tutti conducono la loro professione con la dovuta dignità. Occorre - ha tuonato il sacerdote - affidarsi alla deontologia. Cono-
LE VOCI
scere il proprio dovere fino in fondo, con amore e a costo di qualunque sacrificio. Oggi, purtroppo, nella nostra società, abbiamo smarrito il senso della centralità della persona. Se anteponiamo i nostri egoismi non saremo mai nella verità. Rosalba è un essere umano, e, come tale, rimane unica e irripetibile. Nessuno potrà mai rimpiazzarla. Se non si pianterà questo germe assisteremo ancora a tanti altri lutti». Poi, la chiosa: «Tragedia non è un incidente o un intervento chirurgico mal riuscito, bensì l'indifferenza per la persona umana. La vita e la morte coincidono in un attimo misterioso. Chi somiglia di più a Cristo se non una mamma che si immola per i propri figli?»
In coda alla celebrazione il commovente saluto, letto dall'assessore alla Cultura del Comune di Bernalda Anna Scarnato: «Rosalba ha solo avuto il tempo di sfiorare con una carezza lunga appena un attimo, i suoi due angioletti, a cui, per natura, le spettava dare la vita. Uno squarcio di esistenza che ha già assaporato la vita umana, anche se ora cercheranno invano il seno materno. Rosalba è stata una madre coraggiosa, ma anche una moglie affettuosa e una figlia premurosa, che ha messo a rischio la vita per donarne altre due. Purtroppo non sempre è stata compresa e rispettata dalla vita».
Parole oltre ogni retorica, che hanno toccato il cuore e bagnato gli occhi di tutti i presenti, almeno quelli che hanno trovato spazio all'interno dell'ex Convento francescano di Bernalda. Tutti gli altri, ed erano davvero tanti, hanno atteso fuori, sotto centinaia di ombrelli spalancati.
All'uscita del feretro dalla chie sa il volo di una mezza dozzina di colombe bianche, seguito da un applauso scrosciante, come l'acquazzone che continuava a cadere, senza sosta. Anche il cielo, con le sue lacrime di pioggia, piangeva la breve esistenza di Ro s a l b a .(tratto dalla gazzetta del Mezzogiorno)
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