• Ha accolto la notizia della riapertura delle indagini con le lacrime agli occhi. Olimpia Fuina, la «madre-coraggio» di Luca Orioli, ci credeva: «Ho lottato perché il caso non venisse decisa l’archiviazione. E lotterò per ottenere giustizia». È visibilmente emozionata la signora Olimpia per la quale da oggi si riapre il sentiero della ricerca della verità. Sulla richiesta di archiviazione formulata due anni fa dalla Procura di Matera, che non rilevò elementi utili a sostenere la tesi dell’omicidio, la madre di Luca è stata chiara: «Un provvedimento - dice - che si è basato su ipotesi costruite su reperti e scena del delitto manipolati. Voglio la riesumazione delle salma di mio figlio per effettuare quelle radiografie che non furono scattate nel corso della prima riesumazione, il 27 gennaio 1996. Occorre verificare quanto scritto dal prof. Giancarlo Umani Ronchi: Luca ha una frattura dell’osso ioide. Come si può chiudere una inchiesta senza verificare se egli sia stato strangolato o meno?».
La signora Olimpia è stata sempre convinta che i due ragazzi siano stati uccisi. «In tutto questo tempo - dice - non ho fatto altro che pregare. Chi ha guidato i nostri passi è stato il Signore. Lui mi ha dato la forza di continuare. Io sono fortemente convinta che si arriverà alla verità. Dio mi sta aprendo una via che credevo chiusa per sempre». Una speranza che non l’ha abbandonata neppure dopo l’archiviazione delle indagini: «Io non ho mai smesso di sperare. Anche dopo tre chiusure di inchieste che non portarono mai ad un processo pur con tante testimonianze e perizie false rimaste tutte impunite».
Secondo la madre di Luca, infine, l’assassinio dei due ragazzi potrebbe essere stato commesso da più persone: «L'efferatezza del duplice omicidio dice che una sola persona, per quanto forte potesse essere, non avrebbe mai potuto fare quello scempio non visto, purtroppo, da nessuno».
(tratto dalla gazzetta del Mezzogiorno)
Nessun commento:
Posta un commento