Si sono riaccese le fiamme tra i boschi di Pisticci. E brucia anche Terzo Cavone
[p.d.]
Il vento continua a soffiare sul fuoco che sta divorando la pineta marittima del territorio pisticcese. Domenica notte si lavorava ancora per spegnere le fiamme quando, cambiato il vento e voltate le spalle al Lido Quarantotto, all’alba di ieri, il rogo è ripreso sul versante di San Teodoro. Un bilancio, quindi, destinato a crescere ancora a valle degli oltre 35 ettari già andati in fumo nelle scorse ore. Si parla di 40 ettari solo in questa zona. Ma non è tutto. Analogo incendio ha flagellato la pineta di Terzo Cavone in territorio di Scanzano Jonico. Carbonizzati 12 ettari e le attività di bonifica sono ancora in corso. Un duro colpo al patrimonio boschivo che, a giudizio degli uomini del Corpo forestale dello Stato, è sotto attacco da parte della mano dell’uo - mo. C’è dolo. A Terzo Cavone ieri mattina era già stato trovato l’innesco e sono almeno dieci quelli censiti nel bosco che lambisce la periferia di Montescaglioso. «Avevamo finito a mezzanotte a Pisticci - racconta l’architetto Pio Acito, del Gruppo volontari dell’ambiente di cui fanno parte anche alcuni cittadini extracomunitari - sei ore dopo le fiamme sono riprese. Era l’alba quando siamo andati a dare aiuto a chi dalla sera prima stava cercando di avere ragione del fuoco che ha gravemente danneggiato l’area di rimboschimento a due chilometri dalla strada d’ingresso di Montescaglioso». Insomma, un fine settimana che ha oscurato di colpo il buon ricordo dell’an no scorso, quando gi incendi non hanno causato danni così gravi come quelli registrati nelle scorse ore. Il tutto aggravato da un quadro indiziario allarmante e che è ormai noto alle forze dell’ordine. Del resto, il tono della voce, velato di tristezza, del comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato, Gual berto Mancini, non lascia chissà quali dubbi in proposito. «Abbiamo già informato il Prefetto - evidenzia Mancini - la collaborazione e le sinergie sono la top. Adesso, quando potremo riprendere un attimo di fiato, sarà la volta del magistrato, degli investigatori. I nostri rilevatori non sbagliano e men che meno gli uomini dello speciale nucleo investigativo che ha debuttato proprio nelle scorse ore. Ha funzionato». Con tutta probabilità, c’era chi stava aspettando con ansia il vento che soffia da sabato mattina su tutto il territorio provinciale. Facile alimentare la fiamme dopo giornate segnate dall’impaz - zimento della colonnina di mercurio e temperature record. A Pisticci è stata colpita la stessa area che otto anni fa fu ridotta in cenere. C’è stato il rimboschimento e, guarda caso, anche questa volta la stessa zona è andata in fumo. Speriamo che agli amministratori locali non sfugga la coincidenza. E comunque, dove c’è stato il fuoco, per i prossimi dieci anni, non si potrà spostare una virgola, se non a favore di nuove opere di rimboschimento.(tratto dalla gazzetta del mezzogiorno)
I forestali non hanno dubbi «C’è una matrice comune
DIETRO GLI INCENDI SI NASCONDE LA MANO DELL’UOMO
«Ci sembra di aver individuato una matrice comune. Tutto fa presumere che siano episodi collegati tra loro». È sconfortato il tono di voce del Comandante provinciale della Guardia Forestale dello Stato. Guadalberto Mancini ammette che la mano dell’uomo ha provocato danni enormi al patrimonio boschivo del Materano. Un fine settimana che complessivamente registra la scomparsa di oltre 50 ettari di pineta in riva allo Jonio, senza contare le perdite in corso di quantificazione alla periferia di Montescaglioso. Ma l’allarme è stato di quelli particolarmente impegnativi perchè tra ieri e sabato sulle spiagge c’erano migliaia di bagnati, molti in cerca di refrigerio proprio sotto l’ombra dei pini. Insomma, si è messa seriamente in pericolo la pubblica incolumità. E la risposta c’è stata. L’aridità e la ventosità si sono rivelati alleati importanti per chi ha atteso per appiccare il fuoco. Ma l’opera distruttiva dell’uomo è stata circoscritta rimediando a danni che avrebbero potuto rivelarsi ben più gravi. Ora, prima di probabili repliche, gli investigatori dovranno fare del loro meglio. Si tratta di prevenire episodi che non dovranno aggravare un bilancio già pesante. [p.d.]
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