di Nicola Buccolo
P O L I C O R O. Senza memoria non c’è storia. Eppure, Policoro, benchè paese giovane, dall’antica Herakleia al feudo baronale e la Riforma fondiaria vanta molteplici motivi di radicamento. Ma è un’identificazione a basso regime. Per quanto, con una delibera, la 186 del 2008, si puntò ad «esaltare le specificità del territorio». Intento rimasto sulla carta, perché i nomi scelti - Borgata vecchia, Borgo nuovo, Porta nuova, Italia, Europa, San Pio, Lido - sono anonimi, adattabili ovunque, estranei al territorio e non esaltano le sue specificità. Si è proceduto anche all’appo - sizione delle tabelle, utilizzando i… pali della luce o della segnaletica verticale. È trascorso, inoltre, un anno, ma il Consiglio comunale, cui la Giunta demandava l’elaborazione e l’approvazione di un «apposito regolamento» per «determinare criteri e limiti dei quartieri per dar loro rilevanza giuridica», non è stato ancora investito del problema. Eppure, questo sembra un dei pallini del sindaco Nicola Lopatriello. Nel 2003 - ed era sindaco anche allora - dette incarico, con delibera di Giunta, ad una ristretta commissione per elaborare un progetto con i nomi dei quartieri. La Commissione puntò ad esaltare le radici più recenti di Policoro, risa lenti al periodo baronale e alla riforma fondiaria, tralasciando il periodo magno-greco, già rappresentato dagli scavi archeologici. Ecco le 5 proposte: Quartiere paglie di mare, per il tipo di vegetazione sulle spiaggia sabbiosa caratterizzante la zona del lido. Quartiere Varatizzo, dal nome della fontana che identifica l’area più antica della città, comprendente il castello con i casalini, il parco dei giardini murati e quello archeologico. Quartiere oliveto di mezzo, per la parte alta della città, ricca di alberi di ulivo secolari, che ora si caratterizza per la maggiore espansione abitativa. Quartiere Borgata nuova, la zona del primo nucleo abitativo iniziato con la riforma fondiaria. Quartiere Iazzo-Ricino, per la parte sud della città, così denominata dal contratto di quartiere 2 di riqualificazione della zona, dove al tempo del feudo baronale era presente un grande ovile (Iazzo) e il fosso Ricino per lo scolo dell’acqua. Presentavano allora ed oggi buone ragioni d’identificazione del territorio.
Si può sperare in un ravvedimento nella denominazione dei quartieri? Agli amministratori la risposta, mettendo al bando l’anonimato. Policoro, le cui radici risalgano nella Magna Grecia, non può ignorare la sua storia più recente, facendo convivere nella sua identità antico e moderno, sintesi caratterizzante della città.
Si può sperare in un ravvedimento nella denominazione dei quartieri? Agli amministratori la risposta, mettendo al bando l’anonimato. Policoro, le cui radici risalgano nella Magna Grecia, non può ignorare la sua storia più recente, facendo convivere nella sua identità antico e moderno, sintesi caratterizzante della città.
Le tabelle abusive Un rione fantasma
qurtiere italia e intono nomi di strade diverse da quella che è l'italia.il quartiere sorge vicino al parco Melvin jons.nomi dati alla c..o di cane!Senza alcun radicamento con il territorio.Vedo che il signor Buccolo arriva in ritardo , questo blog aveva gia'discusso masi or sono,su questa anomalia tutta policorese
RispondiEliminaOttavio, vatti a vedere la targhetta che campeggia all'ingresso del PALALOPY.
RispondiEliminaManco Mussolini arriva a tanto.
BORGO NUOVO.................come a Montalbano
RispondiEliminaA quando il quartiere "a capluat"