Nel primo pomeriggio di oggi, 11 dicembre, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro ha disposto il dissequestro della restante parte della cittadella sull’acqua, Marinagri, e dichiarato l’assoluzione con formula piena dei quattro indagati: il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, il Dirigente dell’area tecnica, Felice Viceconte e gli imprenditori Vincenzo e Marco Vitale, difesi dagli avvocati Filippo Vinci, Riccardo Laviola e Piermaria Lista, dai reati loro ascritti: truffa aggravata e abuso edilizio. Subito dopo la loro assoluzione il sindaco di Policoro, spiega: “Ho sempre detto che gli atti sia comunali che extracomunali sono legittimi e alla fine il magistrato che si è letto le carte ci ha dato ragione. Dal giorno del sequestro la città di Policoro tutta chiedeva giustizia, quella vera, contro chi in passato ha condotto le indagini solo per fini politici. Ora finalmente si volta pagina nella speranza che la cattiva giustizia sia stata seppellita sotto le macerie della verità. Per la mia città ora si prospetta un 2010 sicuramente più luminoso”.
Di Sanza
Il Consigliere regionale del Pd, avv. Antonio Di Sanza, interviene sull’esito positivo del giudizio su Marinagri.
“É davvero una bella notizia – dichiara Di Sanza – , l’esito positivo del giudizio su Marinagri, con la formula “il fatto non sussiste” è la conferma della bontà degli atti prodotti e delle scelte programmatiche fatte in questi anni sia dalla Regione Basilicata che dal Comune di Policoro.
Dispiace che sia passato tutto questo tempo e sia servito un sequestro così lungo per affermarlo.
Ora – continua Di Sanza – si può ripartire provando a recuperare il tempo perso e portando a compimento un progetto importante per la comunità policorese, il metapontino e l’intera regione Basilicata, sia per il suo profilo economico che per quello turistico.
Un sentito ringraziamento – conclude Di Sanza – va a tutti i colleghi che in Consiglio regionale hanno provato insieme a me a contrappore a questa assurda indagine la forza della volontà politica e della correttezza degli atti di altri livelli Istituzionali e al Presidente della Giunta Regionale che non ha mai perso la lucidità e la fermezza anche dinanzi a chi, a tutti i costi, lo voleva veder coinvolto.”
Disgustoso......
RispondiEliminaFrammartino avete letto gli articoli pubblicati su www.toghelucane.it cosa significa? qualcuno puo spiegarci cosa significano?
RispondiEliminaAd Antonio e Nicola con affetto:
RispondiEliminaPiano Stralcio per la Difesa
dal Rischio Idrogeologico
aggiornamento 2009
ART. 6
Alvei
Non è compatibile con l’alta pericolosità degli alvei ogni tipo di insediamento a carattere permanente o
temporaneo (es. campi nomadi, campeggi.
SONDAGGIO
RispondiEliminaAll'anonimo che ha nominato l'articolo 6 del Piano idrogeologico.
Ci sono tre possibilità. 1) Sei un ignorante, nel senso che non sai leggere le carte;
2) Sei un mistificatore, nel senso che le sai leggere bene e ne travisi il significato;
3) Sei un genio perchè tu capisci quello che non capiscono l'Autorità di Bacino (che quelle norme le ha scritte), ed i giudici che le hanno interpretate dissequestrando Marinagri.
Lettori votate
1 ) Perchè sarei un ignorante ?
RispondiElimina2) dove sta la mistificazione nel riportare integralmente l'articolo 6 dell'autorità di bacino?
Anche quelli che autorizzarono la costruzione ( una delle tante tragedie Italiane) la diga del Vajont era degli illustri tecnici , e chi ha rilasciato le varie autorizzazione , autentici geni della pubblica amministrazione che come si legge nel processo, che parla di diverse sottovalutazioni tecniche, di logica del profitto applicata ad ogni costo e di cinismo.
Con questo non voglio fare nessun accostamento con altre situazioni , ma mi domando si può costruire in alveo di un fiume?
Invece di fare il sondaggio, gradirei delle risposte.
Ma perchè litigate fra ignoranti? state calmi... fate finire di leggere tutte le carte a chi fa il suo lavoro con serietà...ci vorrà solo un pò di tempo in più perchè qualche giorno fà se ne sono aggiunte altre di carte...ma non fà niente.. la pazienza e la virtù della legalità in questo caso...
RispondiEliminaLE IMPRESE E I LAVORATORI DI ALTAMURA, GRAVINA, MATERA ECC. FETEGGIANO IL DISSEQUESTRO DI MARINAGRI, MA PER NOI POLICORESI CHE OCCUPAZIONE CI SARA'?
RispondiEliminacreatela tu l'occupazione non basare le tue speranze su maringrai, cominciate a darvi da fare, non aspettate che l'aiuto vi venga dal cielo comunque marinagri sara' una cosa in piu per il paese, un motivo in piu per parlare di Policoro ciao
RispondiEliminaCari amici sinistrorsi, ma cos'altro avete da cianciare? E basta! Siate "sportivi": bisogna saper perdere! Accettate il verdetto. Viva Marinagri! Viva Policoro (che senz'altro, alla lunga, se ne avvantaggerà eccome!) Complimenti ai signori Vitale, imprenditori coraggiosi e tenaci, da un centrista moderato seppur temporaneamente (ahimè) pendente a sinistra (causa presenza sulla scena politica del CafonCapitanBerlusca)
RispondiEliminaPer chi vuole leggere l'art. 6 del Piano di Assetto Idrogeologico della Basilicata, che vieta la costruzione di edifici nell'alveo (di piena) dei fiumi, questo è il link dove sono pubblicate le norme:
RispondiEliminahttp://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/piano2009_norme.asp
Al presuntuoso che continua a discutere dell'art.6, ma dove lo hai trovato scritto che Marinagri è nell'alveo del Fiume? A me risulta fuori dalla fascia dei 500 anni.
RispondiEliminaIl presuntuoso sa quel che dice. Vatti a studiare il concetto di alveo di piena e poi ci risentiamo.
RispondiEliminaSiamo all'assurdo....dire che marinagri non e costruita parte nell'alveo e parte proprio nel fiume ...e tutto quello che e costruito nel delta del fiume e di cartone.... VEDREMO!!!
RispondiEliminaimprenditore non è chi riceve finanziamenti pubblici per costruire la sua impresa....quello è più corretto definirlo "prenditore"..prenditore di denaro pubblico.
RispondiEliminaA chi spera nel lavoro andasse a chiedere a scanzano e al villaggio turistico come poi è andata a finire.
sul sole che splenderà su marinagri(lopy) ho i miei dubbi, con tutti quei palazzoni ci sarà sempre ombra!
RispondiEliminaMI RIVOLGO AL GRANDE TIFOSO DI MARINAGRI..IL SINDACO LOPATRIELLO:
RispondiEliminaVISTO L'ESITO POSITIVISSIMO SU MARINAGRI, FELICI PER QUESTO, ADESSO NOI CITTADINI DI POLICORO VOGLIAMO VEDERE COME SARAI ALTRETTANTO TIFOSO DEI LAVORATORI, DELLE IMPRESE, DEI FORNITORI, DEI TECNICI E ECC...DI POLICORO CHE DOVRAI SPOSORIZZARE AFFINCHè VENGANO IMPIEGATI IN MARINAGRI!
SE QUESTO NON DOVESSE ACCADERE ALLORA IL TUO SFORZO NON SARà SERVITO A NULLA E TANTOMENO NON è SARà STATO APPREZZATO DALLA FAMIGLIA VITALE DA TE TANTO DECANTATA E DIFESA. ALTRIMENTI, CREDO CHE PIù DI UNO PENSEREBBE A MALE.
CONFIDIAMO IN TE SINDACO...
VORREMMO TANTO CHE TU E IL SIG DAGOSTINO, INVITASTE PUBBLICAMENTE ALLA RADIO SU BR2 LA FAMIGLIA VITALE AFFICHè UTILIZZASSERO LE MAESTRANZE E LE RISORSE POLICORESI..
GRAZIE IN ANTICIPO
ma che centra la famiglia?
RispondiEliminacentra la famiglia Vitale, perchè è molto diffidente delle imprese e della gente del posto.
RispondiEliminaHo avuto io esperienza in merito.
Il Sindaco deve sposorizzare...
“E’ finita con una pronuncia giurisdizionale che non lascia adito ad alcun dubbio”. Questo è il commento dell’avvocato Giancarlo Pittelli. “L’inchiesta era stata gestita dall’ex magistrato Luigi De Magistris. Si, proprio lo stesso magistrato offeso, vilipeso, abbandonato, tradito, ostacolato nelle sue attività investigative, da una banda di malfattori composta da centinaia di persone sparse su tutto il territorio nazionale avvinte da un unico obiettivo; quello di bloccare le sue indagini pericolosissime che avrebbero compromesso un sistema affaristico-mafioso-massonico-criminale aduso a trarre profitto da fondi pubblici. Lo stesso magistrato cacciato dal Csm dalle funzioni esercitate e da Catanzaro poiché ritenuto responsabile di gravissime violazioni. Lo stesso magistrato tradito dai suoi stessi difensori infedeli. Lo stesso magistrato che è diventato addirittura parlamentare europeo spacciandosi per vittima di poteri occulti e di colleghi collusi. La sua inchiesta, “Toghe Lucane” , è crollata totalmente con una richiesta di archiviazione adottata da un collega (anch’egli colluso?) per tutti gli originari indagati. Oggi la richiesta di assoluzione per insussistenza dei fatti arriva dall’Ufficio di Procura di Catanzaro. Ma qualcuno dovrà risarcire gli imprenditori dei danni subiti? Ma qualcuno si è mai chiesto se mai una sola inchiesta condotta da De Magistris si sia conclusa con l’affermazione della fondatezza delle sue tesi? Ma qualcuno si è mai chiesto se si tratta di una vittima o di un vero e proprio impostore? Oppure di un deficiente patentato o di uno spocchioso ignorante? Ciò che egli ha commesso di illecito prima o poi verrà fuori, come ho avuto modo di scrivere più volte: verranno fuori la sua vera storia, la storia delle sue inchieste, delle complicità e dei suoi epigoni. Molti dovranno vergognarsi per avere abboccato all’amo di chi con lucida predeterminazione ha messo in piedi la più volgare impostura che si sia verificata nel nostro Paese”.
RispondiEliminaProcesso Why Not, pm chiede due assoluzioni e numerosi rinvii a giudizio
RispondiEliminaCatanzaro, 14 dicembre 2009 - È durata oltre due ore, e si è conclusa con numerose richieste di rinvio a giudizio, due richieste di totale proscioglimento e due di parziale proscioglimento, questo pomeriggio, la prima parte della requisitoria della pubblica accusa all’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta "Why not", relativa a presunti gravi illeciti nella gestione dei fondi pubblici destinati alla Calabria.
Nel procedimento, avviato dall’allora sostituto procuratore Luigi de Magistris e poi avocato dalla Procura generale di Catanzaro, si ipotizzano complessivamente l’associazione per delinquere, l’abuso d’ufficio, la turbata libertà degli incanti, la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, la frode nelle pubbliche forniture, il peculato, la corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, l’istigazione alla corruzione, l’estorsione, la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.
Ma il sostituto procuratore generale Massimo Lia, che oggi ha concluso la prima parte della requisitoria, si è concentrato solo su alcuni dei capi d’accusa. Sette per la precisione, tra i quali il primo, e più grave, relativo alla presunta associazione a delinquere. Sarà il collega Eugenio Facciola, domani, a concludere la discussione della pubblica accusa, trattando gli altri reati contestati nella lunga richiesta di rinvio a giudizio.
Il pg Lia ha iniziato proprio dalla descrizione del presunto sodalizio criminoso delineato nelle carte dell’inchiesta, prendendo le mosse dalla figura dell’imprenditore Antonio Saladino, ex leader della Compagnia delle opere in Calabria e principale indagato di "Why not", proprio perchè a lui gli inquirenti attribuiscono il ruolo centrale nell’associazione. Il magistrato ha descritto il presunto "sistema" che avrebbe ruotato proprio intorno a Saladino, sia sul versante imprenditoriale che su quello politico amministrativo.
L’imprenditore, secondo l’accusa, avrebbe "organizzato e capeggiato una compagine di persone al fine programmatico di porre in essere condotte integranti i reati di peculato, abuso d’ufficio, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti, istigazione alla corruzione", creando un vero e proprio "sistema" di cui sarebbe il "centro di gravità", ed in cui avrebbe coinvolto anche politici di ogni colore esponenti delle istituzioni.
Questi ultimi, stando alle contestazioni, avrebbero garantito finanziamenti pubblici alle società riconducibili a Saladino in cambio di consenso elettorale, gestito tramite l’assegnazione di posti di lavoro, in un circuito che proprio così si autoalimentava. Lia, dunque, è partito dal meccanismo delle esternalizzazioni, esaminando poi la questione connessa alla gestione del mercato del lavoro, e giungendo, infine, ad esaminare le problematiche relative ai singoli progetti finanziati ed "incriminati".
Progetti di cui, oltre alle palesi illegittimità, nel senso di violazioni di legge, il pg ha evidenziato anche la "inconsistenza" nonchè la esecuzione a dir poco deficitaria.
Per quanto attiene all’associazione a delinquere, il pg ha chiesto il proscioglimento "per non aver commesso il fatto" per Rocco Leonetti, Francesca Gaudenti, e Cristina Sanesi (quest’ultima non ha altre contestazioni, e dunque la richiesta di proscioglimento per lei è totale).
Sempre per l’associazione per delinquere, poi, il pg ha chiesto il rinvio a giudizio per: Nadia Di Donna, Giancarlo Franzè, Ennio Morrone, Nicola Adamo, Giuseppe Gentile, Giovanni Dima, Dionisio Gallo, Mario Pirillo, Aldo Curto, Francesco Morelli, Antonio Gargano, Emilio Innocenzi, Marino Magarò.
La stessa accusa di associazione per delinquere è contestata e a: Ma tutti hanno chiesto il rito abbreviato, e torneranno in aula a febbraio.
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