mercoledì 26 agosto 2009

SOS Lavoro: La Lasme di Policoro sono gli oltre cento precari scuola di questo comune che non avranno un incarico




L’Italia precaria è l’Italia di tutti e di nessuno, perché rappresenta bene le miserie di questo presente e l’assenza di pensiero e di futuro che segna questi anni sciagurati.

Volantinaggi, assemblee, presidio permanente in questi primi due giorni di mobilitazione del mondo della scuola Materana, ha fatto sentire la sua voce di protesta contro i tagli agli organici, che nella nostra provincia ammontano a circa 1.000. Di questi per intenderci , saranno almeno un centinaio i residenti a Policoro che nei vari ordini rischiano di non avere un incarico anche parziale, ed altrettante che si vedranno chiudere ogni speranza di una possibilità occupazionale. Per questa città rappresenterà il più grande licenziamento vissuto dopo la chiusura della Azienda dell’ing.Massocchi e dello zuccherificio..
Al presidio permanete di Matera che si tiene presso il provveditorato abbiamo ascoltato in questi giorni le storie, abbiamo visto i volti di tanti precari e precarie che dopo 10/15 anni di servizio, anzi di sacrificio, nella scuola pubblica si trovano senza lavoro. Anni passati ad insegnare nel profondo nord o a girare in lungo e largo la provincia, uomini e donne ognuno con la sua storia, con il lavoro nella scuola che spesso rappresenta l’unico reddito in famiglia, con figli da crescere e mutui o fitti da pagare. Ma non diciamo questo perché ci aspettiamo dallo stato una qualche forma di assistenza, questa rabbia nasce dal fatto che la nostra professionalità e la nostra esperienza siano necessarie ad una scuola pubblica, che punti realmente alla qualità ed al bene dei cittadini/ne. Invece ci siamo resi conto che al governo non interessa la qualità, figuriamoci il bene, ma soltanto fare cassa, sottraendo nei prossimi anni il 7% dei finanziamenti alla scuola: chiudendo istituti, tagliando classi, imponendo “riforme” (maestro unico … ) e privatizzando.

Non viene leso così solo il diritto al lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori della scuola, ma anche il diritto allo studio di milioni di studenti, in particolare degli alunni diversamente abili, cui saranno ulteriormente diminuite le ore di sostegno, con il rischio di un ritorno al ghetto delle aule differenziate.

L’attacco alla Scuola Pubblica, portato avanti dal trio Berlusconi, Tremonti, Gelmini è senza precedenti: dalla Legge sulla manovra finanziaria, che prevede un risparmio di 8 miliardi di euro nel triennio 2009/2011 attraverso tagli di 85.000 posti per i docenti e 43.000 per gli Ata (cui vanno aggiunti i 33.000 previsti dalla Finanziaria 2008 frutto del governo precedente); al D.L. n. 137 del 1° settembre, che tra le altre cose reintroduce la figura del maestro unico nella scuola primaria con un taglio stimato di 50/60.000 cattedre.

A fronte di quest’attacco può rispondere solo una mobilitazione forte, che coinvolga il mondo della scuola e tutta la società.

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