venerdì 17 luglio 2009

«Il ddl? Uno schiaffo ai tanti disoccupati»

Non tutti hanno le idee chiare su ciò che sta accadendo. Ma sentono puzza di bruciato
Guardano con sospetto a ciò che sta accadendo alla Regione. Sospetto alimentato da un dibattito a volte criptico, a volte confusionario. I disoccupati, i giovani che ambiscono a un posto di lavoro, che si barcamenano tra prestazioni a nero e lavori a tempo determinato (quando va bene) chiedono trasparenza. E chance anche per loro: «Ho fatto domanda alla Regione per partecipare ai concorsi appena banditi - dice Luigi Iannelli - e tutta questa storia non mi piace. Sembra una presa in giro. Secondo me non ci devono essere canali preferenziali perché tutte quelle persone, o la maggior parte di loro, sono state prese con chiamata diretta. Avrei potuto essere chiamato anch’io se solo avessi avuto un santo in paradiso. Non è giusto. Sono già stati privilegiati una volta. Due sarebbe davvero troppo». Sulla stessa lunghezza d’onda An - gela Sforza che si gode un po’ di fresco sulla panchina in compagnia del suo piccolo Gabriele: «Non ci sono altre strade. Per entrare in un’am - ministrazione pubblica è necessario fare il concorso. Io sono disoccupata e come me, purtroppo, ci sono tanti giovani lucani. Quale messaggio si lancia se si imbarcano persone nell’organico senza un concorso? Il disegno di legge andrebbe cancellato, non ci sono dubbi». Meno fondamentalista la posizione di Antonio Bochicchio: «Se è vero che sono precari, che lavorano all’in - terno della struttura da più anni, è giusto che si dia loro un’oppor tunità in più. D’altra parte - aggiunge - hanno maturato esperienza e professionalità che la Regione dovrà pur riconoscere in qualche modo». Sono d’accordo su questa chiave di lettura anche Simone Messina, fresco diplomato, e Viviana Danza, studentessa universitaria: «Se sono all’al - tezza del lavoro è giusto che abbiano una chance in più. Anche perché se la Regione ha più volte prorogato il loro contratto a tempo vuol dire che ne riconosce la competenza». Si torna su posizioni rigide parlando con Emanuele Colangelo, disoccupato. Che dice di avere le idee chiare su quanto sta accadendo e chiede più trasparenza alla Regione: «Personalmente non sono contro le possibili assunzioni che la Regione vuole fare. Tra i precari ci sono sicuramente professionisti con elevate capacità, ma allo stesso tempo ci sarà pure una pletora di «raccomandati», il cui valore professionale non è stato sancito o riconosciuto da alcuna formula pubblica, ma che sono sicuramente legati, per i più svariati rapporti, ai vari dirigenti e al politico di turno. Sarebbe opportuno - dice rifacendosi alla posizione espressa nei giorni scorsi da Gianni Rosa del Pdl - far conoscere all’opinione pubblica l’elenco dei possibili beneficiari, e rispetto ai tempi in cui sono formalizzate le convenzioni, anche la provenienza geografica dei «toccati» dalla fortuna per poter valutare la contestuale presenza di politici, che in contemporanea vestono i panni di "difensori" delle questioni morali. Il voler favorire con qualsiasi strumento legislativo persone che sono giunte negli enti pubblici senza aver superato un regolare concorso - conclude - costituisce l’ennesima ingiustizia sociale, anche nei confronti dei 30.000 speranzosi di essere i vincitori di uno dei settantotto posti messi a disposizione dall’ultimo e famoso concorso regionale». [ma.bra.] Comunicati, fax, note stampa, dichiarazioni. È un dibattito infuocato sul disegno di legge salva-precari. Un coro di commenti in cui emerge l’assenza di Italia dei Valori che sui temi della legalità e della trasparenza fonda gran parte del suo approccio alle problematiche. Incalzato dalla Gazzetta, l’assessore Antonio Autilio dice: «Aspettiamo l’evoluzio - ne della vicenda, prima di prendere una posizione specifica. Un fatto è certo: non ci deve essere disparità di trattamento per tutti i precari, compreso gli interinali».
«Diamo una chance anche ai licenziati»
• « L’amministrazione pubblica deve consentire a tutti i cittadini di poter concorrere per i posti di lavoro che la Regione deve mettere a bando pubblico». La Fiom Cgil invita il governo lucano ad allargare le maglie e a non fossilizzarsi su certe posizioni: «Serve un bando per le assunzioni in modo che anche i disoccupati e i precari licenziati dalle fabbriche metalmeccaniche possano avere la possibilità di trovare occupazione negli enti pubblici, vista la impraticabilità registrata nelle settimane scorse di essere riassunti dalle fabbriche, che invece continuano a impiegare lavoratori di altre regioni senza alcun criterio, pure dopo la mediazione del presidente della giunta regionale». Restando in ambito Cgil, il segretario della Funzione pubblica del sindacato, Angelo Summa, ritiene che «la questione della stabilizzazione del personale precario in Regione Basilicata sia riconducibile solamente ai lavoratori in possesso dei requisiti (sia di carattere temporale che per tipologia contrattuale) espressamente previsti dalle norme nazionali in materia di stabilizzazione (circa 20 unità), in coerenza con quanto già avvenuto per le stabilizzazioni dei lavoratori precari della Provincia e del Comune di Potenza. Soltanto con l’avvio di tali stabilizzazioni potranno essere eliminate quelle situazioni equivoche che prestano il fianco a facili strumentalizzazioni e creano false aspettative. In tale clima - concludono - si innestano tentativi eticamente inaccettabili oltre che illegittimi di prevedere percorsi di stabilizzazione per figure non ricomprese nelle norme in materia». ( tratto da gazzetta del mezzogiorno)

1 commento:

  1. dipendente sata melfivenerdì, 17 luglio, 2009

    La fiom farebbe meglio a guardare gli interessi della propria catregoria....sta gestendo la questione fiat in maniera pessima . Chiedono il bando affinchè anche gli ex dipendenti delle fabbriche possono accedervi....meritevole come gesto , ma perche non si sono attivati affinchè quegli operai non venissero licenziati? Cillis per esempio farebbe meglio a rimettere il mandato!

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