P O L I C O R O. Esattamente cinquant'anni fa, il 26 aprile 1959, nei locali occupati attualmente dalla Biblioteca comunale, in piazza Eraclea, ceduti in uso gratuito dall’Ente riforma fondiaria, Policoro, ex frazione di Montalbano Jonico, eretto in comune autonomo con il decreto del Presidente della Repubblica n.124 del 26 febbraio 1959, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 10 aprile dello stesso anno, iniziava la sua vita amministrativa. Quella mattina, a fare gli onori di casa c'erano il segretario comunale Pasquale Di Brizio con il commissario prefettizio Leopoldo Carneglia, gli impiegati Vincenzo Gallitelli, che già lavorava nella delegazione comunale funzionante dal 1938, e Pasquale Pesce, distaccato provvisoriamente dal comune di Montalbano Jonico, al quale fece ritorno dopo qualche mese. Da pionieri, passati tutti a miglior vita, avviarono l’attività del nuovo Comune. Meritano di essere ricordati. Il 2009 è, dunque, un anno importante. Rappresenta mezzo secolo della storia recente di Policoro, che ha preso l’avvio dalla riforma agraria degli anni '50 del secolo scorso, anche se le sue radici affondano nella Magna Grecia, nelle città di Siris ed Herakleia, sorte circa 2.600 anni addietro sullo stesso territorio, dove ora si trova Policoro. Sulla “Gazzetta” stiamo raccontando la storia di quello che nel 1959 era un piccolo borgo di poco più di 4.000 abitanti, con poche case munale, intesa in tutte le sue espressioni e con una visione bipartisan, di guardare al presente e al futuro di Policoro, con una serie di riflessioni da affidare a studiosi del territorio, ad economisti e ad urbanisti, che sappiano illuminarci sul futuro sviluppo di Policoro. Deve costituire il momento forte dei “feste ggiamenti” da affidare, lo ripetiamo, a personalità che fuoriescono dai soliti schemi politici, pur con tutto il rispetto a chi fa politica. «A guardare indietro negli anni - scrivevamo dieci anni fa sulla Gazzetta, in occasione dei 40 anni di autonomia - Policoro stupisce per la velocità con cui si è sviluppata, per la sua espansione urbanistica e demografica». Nel cinquantenario è necessario pensare al futuro: occorre capire che tipo di città si vuole e su quali basi deve continuare il suo sviluppo, senza mai prescindere dai giovani che, con le lauree in tasca, ora molto spesso, restano nelle città dove vanno a studiare. Policoro, sia ben chiaro, non ha bisogno di fare voli di fantasia. Il suo progetto di sviluppo deve restare sempre ancorato alle sue risorse territoriali. Da un po' di anni si è aggiunta una risorsa che tutti ci invidiano: i giovani. Non biosgna lasciarli andare via, perché senza di loro non ci sarà futuro. Nicola Buccolo (Gazz.Mezzogiorno)2 Parte continua
http://www.youtube.com/watch?v=reIie5Gxs30
RispondiEliminaquesto link porta a un mio breve cartone animato, una televendita sul ponte di messina indetta da berlusconi
Mai letto tante idiozie tutte insieme.
RispondiEliminaIdiozie e banalità!
RispondiEliminaottavio perchè pubblichi gli articoli di quel prezzolato di Buccolo? Lui fa il sinistroide e poi.....
RispondiEliminaMa il Dott Buccolo i giovani dove li vede? Sono quasi tutti a lavorare.... fuori regione ,naturalmente (e non tanto naturalmente)
RispondiEliminaMa ci vogliamo rendere conto che se non si attuano serie politiche
a favore del lavoro i giovani e non solo ,da Policoro scapperanno a gambe levate.
Ah complimenti per i festeggiamenti
(in seno ironico )